Kos buona la seconda – Seconda buona parte

Kos buona la seconda – Seconda buona parte

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Però a Kos il mare bello (non come lo intendo io) c’è; era un po’ lontanino da dove eravamo noi, Kos Town, ma c’era.
Il punto sono anche i motorini che ti noleggiano, che diciamo non sono molto “aggiornati”: specchietti messi a caso, “lumi” davanti del cimitero, se ci sono, e sterzo un po’ rattrappito. Quindi per fare 40 chilometri ti si ritorce un po’ il cervello dalla tensione e soprattutto dall’indovinare se dietro ci sia una macchina o meno che ti sorpasserà. Indovinadichemortedevimorire. Scherzo.
Ma io a vedere “il mare bello” ci volevo andare, tutte noi, e siamo andate.
Abbiamo chiesto consiglio alla nostra Marina, che poi era Maria, che tutte le volte ci teneva in reception una media di 45 minuti, forse perché non le pareva il vero che qualcuno potesse chiederle consiglio sulle spiagge (tanto lì restavano tutti in piscina).
“Go to Kefalòs, go. Don’t go to Paradise Beach, it’s full of people there, go to Agios Stefanos. It’s beautiful” (detto come si legge, pari pari).
E “we went”.

Effettivamente per arrivare ad Agios Stefanos un po’ di sbattimento c’è, nel senso che ne stiano lontano coloro che odiano passare ore in motorini non comodissimi (a me piace, per esempio), ma ne vale la pena.
In realtà anche questa spiaggia è piena di turisti, che poi basta andare dall’altra parte delle rovine per avere più tranquillità e un lettino su cui poggiare il culo. E in realtà anche qui ci sono italiani e una piccola percentuale di greci, ma è stato forse il mio posto preferito in assoluto perché il mare è pulito, perché davanti alla spiaggia c’è l’isolotto di Kastri con una chiesina bellina da morire, è la chiesa di Sant’Andonios, raggiungibile a nuoto.
Ma chi è il più furbo della spiaggia?
Il tizio che ha deciso di portare un camioncino lì e di vendere cibaglia e bevande. Quello, che è di sicuro più ricco di me (oddio, ci vuole molto poco), è andato oltre ciò che tutti dicono: “Mi sono stufato della metropoli, vado ad aprirmi un barrino al mare”. Ecco lui manco il barrino s’è aperto, c’ha portato il suo camioncino.
Pace, relax, mare calmissimo, una passerella che accompagna dove il mare è più alto per evitare di sfondarsi i piedi con i sassi (non c’è sabbia), è meraviglioso al tramonto.

Non ho ancora capito se si dica Limnionas o Limionas, perché ho fatto ricerche e ho trovato entrambe le parole, comunque si chiami, è un posto da visitare, sempre nella parte sud dell’Isola.
Sarebbe divertentissimo arrivarci con una moto seria (ah, l’altra novità è che mi sono decisa a prendere la patente per la moto, insieme alle novità del micio che prenderò, al nuovo tatuaggio che mi farò, al libro sugli uomini che sto continuando a scrivere con orgoglio, e ai capelli grigi/bianchi che mi sono già fatta), perché ci sono curve a gomito con vista mare non da poco. E se sbagli curva t’ammazzi, dato che non esistono protezioni a bordo strada.
Il paesaggio è bello, con un mare straordinariamente calmo da una parte e agitato dall’altra. Nella parte calma c’è un omino che vende spugne, seduto, serafico e secco come un manico di scopa, dall’altra turisti che vogliono solo prendere il sole, perché le acque sono agitate e il suolo estremamente roccioso.
Non è molto divertente fare il bagno perché c’è un costante odore non buonissimo (sarà per la presenza del ristorante i cui scarichi andranno lì? Sarà per il piccolo molo?) e il fondale cosparso di alghette, erbette e chissà cosa fossero, che danno un po’ fastidio se ci cammini, ma vale la pena di andare. C’è un non so che di magico.

Non c’è dubbio che il ristorante Limionas Fish Restaurant lì sia per turisti, ma è da fregarsene. Si mangia bene, e c’è una vista mozzafiato che ti fa quasi piangere, e poi sotto al ristorante, che è, come dire, in discesa, c’è una panchina romanticissima, sola soletta, perfetta per starci sedute ore o ore a guardare e a pensare. Mi ci sono fatta dei film.
Un consiglio importante: se andate a mangiare lì, non andateci in motorino (come abbiamo fatto noi) perché le strade di Kos sono prive di luci (come i motorini) e quindi non molto sicure. Sono arrivata in albergo che tremavo dalla tensione.
Altri posti dove abbiamo mangiato, ma in Kos Town, sono in Diagoras Square, una piazza molto turistica ma molto carina (il primo giorno c’era uno spettacolo cantereccio “da morire da un accidente”, nel senso che se quello era un cantante io sono Miss Mondo). Il primo posto è Synthesis, la cucina non è proprio greca, diciamo che i pomodori ripieni di riso mi sembrano più italiani, ma il cameriere era talmente un vecchino cocchino che anche i pomodori sono diventati greci.
Il secondo ristorante, molto più caro, ma molto buono, è Prima, stessa piazza stesso mare: camerieri un po’ “pesanti”, nel senso che quando sono a tavola non voglio intrusi, ma cibo ottimo.
Ma io vi avverto, sono una moooolto rustica.

Foto fatte con Samsung Galaxy Camera

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