Kos: buona la prima – Prima buona parte

Kos: buona la prima – Prima buona parte

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Per Kos è buona la prima, ma non caldeggerei una seconda volta. E con questo potrei chiudere il discorso, invece apro il primo dei tre post dedicati all’isola greca.

Innanzitutto abbandonate ogni speranza voi che pensate che gli italiani ad Agosto non arrivino fino a Kos, perché i nostri compaesani sono onnipresenti, ma stavolta devo spezzare una lancia a loro, nostro, favore.
I turisti kossini  sono per la maggior parte ragazzetti olandesi, inglesi, nord europei che la sera trovi a vomitarsi addosso la cena a base di patatine fritte e alcool a caso ciucciato da beveroni con “inzuppate” decine di cannucce colorate dalle quali può attingere chicchessia. Ecco loro escono la notte e di giorno stanno nelle piscine degli hotel, gli italiani invece (e me no male) si muovono. E lo capisci perché ovunque vai li trovi. In qualsiasi spiaggia.

In ogni caso, appena scese dall’aereo ci hanno subito inculate: “Voi spendete 37 euro per Kos Town”. E la disgraziata con il peluche in mano sul nostro taxi (me ne sono accorta dopo che era sulla nostra macchina, davanti, con un’elegantissima canotta sbracciata) che voleva prendere l’aereo con l’unico bagaglio che altro non era un pupazzo gigante (non ti sono servite almeno un paio di mutandine per tutto il viaggio?) cosa paga, se il prezzo fisso è quello? Poi ho capito che avrebbe pagato con una sua modalità il tassista sessantenne (lei manco diciotto). Ma vabè. “Possiamo dividere, no?” – This is my taxy, girls – Anzi, scusate: Dis is mai tacsi gerls. E con questo c’ha freddate. Pagare anche per la quindicenne obesa con Teddy Bear gigante e zitte.
Per vostra informazione la tariffa Kos Town – aeroporto è 35 euro. Non fatevi inculare. 

Abbiamo alloggiato a Santa Marina Hotel, semplice, un bell’appartamentino pulito con il personale molto disponibile. Standing ovation per Marina, che poi si chiama Maria, e per il suo inglese grecizzato. E’ stata la nostra mascotte per l’intera settimana, lei insieme alla sua cofana di capelli neri e al suo amico-non-amico.

Non vi aspettate il mare del Salento o della Sardegna (dicono) perché ci potreste rimanere male. Diciamo che il mare è “normale”, pulito ma non wow.
La nostra prima tappa è stata il Mylos, uno stabilimento fighissimo (specie per la sera) con i lettini free, tra l’altro, tra Kos Town e Lambi. Mare nì, sassi misti a sabbia e un po’ di alghette in mare, ma la sera ospita il miglior locale dell’isola. Niente ragazzetti ubriachi fradici, gente più grande (io parlo del mio target), bella musica e personale gentile (che ho scoperto poi non essere così facile trovare).

Altra spiaggia da consigliare, soprattutto perché non affollata e molto ventosa (della serie che ci pigli di quelle razzate che la metà basta) è il Tam Tam. Si trova a Ovest di Kos Town, dopo Marmari, e per arrivarci devi per forza incontrare delle mucche libere di pascolare quasi per strada praticamente.
Non si deve pagare da nessuna parte, è la montagna che va da Maometto, ovvero l’omino Tam Tam dotato di marsupio che viene a battere cassa direttamente in spiaggia, ma il prezzo per lettino è davvero basso. Se mi ricordo bene sono 3 euro, o 2 (che è pressapoco lo stesso prezzo per ogni stabilimento).
Molto rilassante, ciascun ombrellone si trova a un’ottima distanza dall’altro, con tanto di separè. Peccato per quelli che stanno al bar, che provano a fotterti in tutti i modi.
Chiedi le patatine accompagnate da Coca Cola e no, hanno solo le french fries, a pagamento, si intende.
Chiedi le noccioline e ti rispondono che non le hanno. Poi ti alzi, vedi il maxi distributore di noccioline, le prendi da lì (dopo aver chiesto) e vieni cazziata. Dici che le paghi (ti compro il locale, testa di cazzo) e ti cazziano lo stesso. Da non consigliare, anche se il posto al tramonto è bello. Ma io sono più testa di cazzo di loro se mi fanno pigliare fumino.

E poi c’è Agios Fokas, dove una bottiglia d’acqua frizzante costa quanto un aperitivo a Milano e dove, come in quasi tutti i posti a Kos, se proprio vuoi una bottiglia con gas te la becchi piccola. A sud della città di Kos, è uno stabilimento molto bello, peccato che appena metti il culo sui lettini arrivi una bella donzella a chiederti cortesemente se vuoi da bere. Devi bere per forza insomma. Spendere, ecco. Senza spiaggia, ma con i sassi, a me è piaciuta un sacco, e anche il mare, bello pulito, acqua bella fresca. Dieci e lode. Solo dopo ho capito che evidentemente è il luogo preferito dei gay, dato che eravamo le uniche etero, praticamente. Merito mio, li attiro.

Per la sera dove mangiare? In questo post vi consiglio un paio di ristorantini, uno davvero economico e buono, mentre l’altro più suggestivo ma con cibo più scadente.
Da Ali, sempre a Kos Town,  Artemiasias  23, si gustano un’ottima feta calda e un riso speciale (penso sia con il burro) a pochissimo prezzo.
La Taverna Oyzeri, che in realtà non so se si chiami così, ma sui menù così c’era scritto, è in cima a delle scalinate che per chi ha i tacchi (presente, l’unica volta che li ho messi) sono impossibili da percorrere. Situato sopra la piazzetta che si affaccia al luogo dove sono attraccate tutte le barche per le varie gite turistiche, è molto caratteristico, lucine, gatti, peccato che mi abbiano portato una macedonia con un capello e che non si siano mostrati più di tanto scandalizzati…Anzi.
Ma la location è davvero carina, e una volta scese le scale sei nella piazzetta da dove ti puoi gustar il passaggio di gente (io adoro guardare la gente – per come si veste, si intende).

Foto fatte con Samsung Galaxy Camera

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Comments are closed.
  1. Carola

    28 August 2013 at 13:21

    conto di andarci l’anno prossimo in grecia e grazie alle tue dritte vedrò di non farmi inchiappettare ! 🙂 vediamo se stò messaggio arriva và :*
    Carola

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