L’isola è un’affascinante e arrogante rivoluzionaria

L’isola è un’affascinante e arrogante rivoluzionaria

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Domani parto per la Grecia per un viaggio un po’ “particolare”, oggi pubblico delle foto della Grecia che ho scattato a dicembre scorso, così domani vado lì e mi diverto ad evidenziare le differenze. Di colori, di sapori, di clima, di qualità e quantità di persone.
Un paese è più bello se lo vedi ogni stagione e ne cogli le nette differenze, perché alla fine te ne senti un po’ parte.
Inutile dire che sia una terra che amo, fino ad ora ci sono andata abbastanza spesso, è come una droga, se la provi non smetti più, un po’ come Londra e un po’ anche come Parigi.
Smetti solo se succede qualcosa. E se quella cosa succede comunque sono sicura che farai passare più tempo ma ci tornerai, perché la Grecia è un paese affascinante. A priori. Nonostante sia problematico.
Le isole lo sono, intendo affascinanti. Lo è già il concetto di isola, che ha in sé un pizzico di arroganza, dato che è staccata da tutti, di spirito rivoluzionario, lei ha delle regole tutte sue, anche non scritte, di spirito di sopravvivenza, di karma. Percepisci chi ci viva come staccato dalla realtà, ma la verità è: quale è la realtà? La tua, frenetica e peninsulare, o quella là, umana e a rallentatore? Sono due piani della stessa realtà. Ecco nelle isole lo scandire delle stagioni sembra ancora più netto, è fiacco fino al cambio e poi repentinamente fa mutare faccia a flora, fauna e pure agli umani.

L’isola adesso si starà risvegliando, e un po’ mi dispiace, a me piace godermela quando lei non dorme, ma sonnecchia, ma sicuro non sarà chiassosa come lo è in estate.
Sarà perché vivo in mezzo al casino, ma quando vado in posti dove c’è il mare preferisco la malinconia, la nostalgia, il dramma della solitudine, la violenza e la bellezza della natura, preferisco la terra alle persone. Ad eccezione che le persone siano vecchietti, s’intende.
Più volte penso che se avessi adesso soldi mi comprerei una piccola casetta in qualche isola “non popolare”, e andare lì ogni tanto a scrivere. E chissà, un giorno. Perché la Grecia la amo e la odio, e quindi per una mia somma mentale la amo, tanto da essere più o meno la protagonista del mio libro che uscirà tra meno di due mesi, tra parentesi, che ansia.
E poiché è un paese che amo, per certi versi è sempre difficile tornarci, perché l’amore rende anche emotivi, drammatici, inquieti, e l’Egeo mi rende tale.
L’isola è come una vecchia arrabbiata, gelosa della sua terra, all’apparenza calma ma ribolle, e solo se ti capisce e lei capisce te, per osmosi emotiva, ti plachi. Ma sai che sarà solo un momento. Poi ricomincia l’ira abbastanza funesta.


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Comments are closed.
  1. Antela

    4 May 2015 at 12:59

    Nice post =)
    Kisses from Italy
    http://blamod.wordpress.com

  2. Anastasia

    20 May 2015 at 13:54

    che meraviglia, e che belle parole. Ho pensato cose simili la volta che andai a Corfù, anche se deve essere piuttosto diversa dall’Egeo