Non andate in quella latteria

Non andate in quella latteria

Ogni tanto – spesso – entro nei negozi “vecchi”, le botteghe storiche di Milano, e rompo le scatole ai proprietari per saperne di più a proposito. È sempre una bellissima esperienza, perché quel capitale umano che è lì dentro non vede l’ora di raccontarti con entusiasmo le peripezie grazie a quale santo la loro bottega sia potuta arrivare fino ad oggi o praticamente intatta o non comprata da qualche banca.
Non qualche giorno fa, quando decisi di entrare in una latteria in Piazza Lavater a Milano, anzi viale Morgagni, per chiedere se potevo fare qualche scatto.
“Potrei fare una foto?”, chiedo alla vecchia signora, che non solo non risponde, ma mi da le spalle.
Entro decisa e con un sorriso a cento denti, pongo nuovamente la stessa domanda, e solo allora mi viene detto un no secco.
“Forse la signora pensa sia una venditrice porta a porta”, suppongo.
“Posso sapere quando è nato questo posto?”, riprovo.
Silenzio.

La signora comincia allora ad attaccarmi robe tipo televendita anni Ottanta, iniziando un personalissimo e altrettanto fastidiosissimo show.
“Compra questi amaretti freschissimi, mi sono arrivati giusto ieri”, indicando un banalissimo prodotto commerciale.
“Non mi piacciono”, faccio una smorfia.
“Ci sono questi marron glacé che sono favolosi”, picchettandone il cartone.
Silenzio.
“Perché non prendi questi cioccolatini? Sono buonissimi”, mi dice riponendo la confezione già alla cassa.
“Ok – penso – se questo è il prezzo per fare una foto e farla stare zitta, va bene”.
“Sono 8,50 euro, poi ti do anche i Frizzi Pazzi che ti scoppiano in bocca, gusto nuovissimo”.
Faccio per tirare fuori 8,50 euro, quando la signora mi guarda esclamando: “ti lascio tutto a 10 euro!”.

Tralascio le sceneggiate nelle quali Signora Antipatia mi voleva convincere che i Frizzi Pazzi fossero balocchi da adulti, i complimenti palesemente falsi per farmi spendere i soldi, e il ribadito e brusco divieto di fare foto.
Quando mi accorgo che non tutti i vecchietti proprietari di meravigliose botteghe sono buoni e teneri, come quelli che ho sempre incontrato, sono colta da sconforto.


Tuttavia ho già una cartuccia di bontà pronta da farmi sparare questa settimana, quando andrò a intervistare l’anziano barbiere sotto casa.
“Posso fare due chiacchiere con lei?”, gli chiesi giorni fa.
“Torni pure quando vuole signorina, e in base ai clienti facciamo l’intervista”.
(Ma io non vedo l’ora di conoscere anche i suoi clienti, Signor Barbiere).

Abito: P.A.R.O.S.H.
Rossetto celeste: Mac Cosmetics

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