Nel nome del Padre, dell’Urbex, dello Spirito non tanto Santo

Nel nome del Padre, dell’Urbex, dello Spirito non tanto Santo

Volevo andare a Greenland. Ci volevo davvero andare. Storie di cancelli scavalcati, di nostalgici ricordare, di macabre leggende non mi davano pace.
A volte trovo pace andando alla ricerca del contrario.
Così sono andata. Sono arrivata a Limbiate, nella Città Satellite, al suo ingresso, leggendo prima di tutto almeno tre cartelli con scritto “proprietà privata”.
Li ho letti, appunto, ma non ho creduto a mezzo cartello.
“Come è possibile che un posto abbandonato dal Signore e da chi sa chi di terreno sia proprietà privata?”, ho pensato.
Così ho scavalcato il cancello, strappandomi pure la casacca, e ho cominciato ad esplorare, o meglio, avrei voluto.
Dopo manco dieci minuti e una rapida ricostruzione di come sarebbero potuti essere quel posto e quell’altro, ho sentito un cane abbaiare, per poi vedere un signore catapultarsi in bicicletta verso di me, in canotta e una specie di manganello attaccato alla cintura.

Non c’ha pensato mezzo secondo a urlarmi dietro parole che vi lascio immaginare, la cui sostanza era: “esci o te meno”.
Molto calma, prima gli ho fatto presente che non si parla così ad una signora, poi gli ho chiesto se mi poteva aprire il cancello per evitare di rompermi l’altra manica.
Non l’ha presa bene.
Apparentemente Greenland è davvero una proprietà privata, quella persona è il custode che o vive o lavora lì, e io ho violato una proprietà privata che però è abbandonata e che cade a pezzi.
Vai a capire.

Allora mi sono attaccata a Internet, ci sono mille siti e mille video dove ci sono altrettanti copia e incolla fatti tra loro, dicono tutti le stesse identiche cose, tra cui che l’ex Luna Park è di proprietà del Parco delle Groane.
Ho scritto al Parco delle Groane, mi hanno risposto che Greenland non è di loro proprietà, anzi mi hanno indirizzato al comune di Limbiate.

Poi ho scoperto che c’è una specie di associazione, si chiama “I luoghi dell’abbandono”, grazie alla quale puoi fare delle gite nel parco abbandonato, a pagamento, s’intende.
A quanto pare è l’unico modo per esplorare la Città Satellite.
Mi avevano detto a Greenland c’erano gli zingari. Dunque quando ci sono queste gite loro si prendono le ferie?
A meno che non voglia essere menata, l’unico modo per entrare è pagare, mandando a quel paese il buon vecchio spirito di esplorazione dei luoghi abbandonati.
Nel nome del Padre, dell’Urbex, dello Spirito non tanto Santo. Amen.

Ops, ultimo aggiornamento. Come andrà a finire?

Pantaloni: P.A.R.O.S.H.
Casacca: vintage

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