La laguna è lacuna, e a Torcello s’intravede, non si vede

La laguna è lacuna, e a Torcello s’intravede, non si vede

Tra Murano, Burano e Torcello non ho dubbi: vince Torcello a mani basse.
“Ma Torcello finisce subito”
Torcello finisce subito per chi non ha immaginazione, perché per chi ce l’ha non finisce mai.
È laguna pura, e a me la laguna da un senso d’immenso, d’insidia continua, di fascino pericoloso, di quel verde che più speranza è un verde che ti trascina da qualche parte a tuo rischio e pericolo.
La laguna è lacuna, quindi qualcosa di non ben definito, che non sai bene quando inizia, né dove finisce.
Torcello è magnifica per questo: t’inganna con la certezza delle prime locande per turisti che incontri, ti ammalia come le Sirene fecero con Ulisse, t’illude sia esattamente come Venezia, bella nella maniera più standard, e come Burano, perfetta in ogni suo minimo dettaglio.

Cominci a capire che forse non è proprio così quando arrivi al Ponte del Diavolo, si dice che il diavolo l’abbia costruito in una sola notte, per questo non ha i parapetti, è lì che scorgi l’animo non puro di Torcello.
E si sa, dove c’è il Diavolo c’è anche l’acqua santa, infatti la Chiesa di Santa Fosca è lì ad abbracciare turisti su turisti per rassicurarli, lisciare loro i capelli e dare pacche sulle spalle.
“Qui siete al sicuro”, pare che dica.
Qui sono al sicuro, “in un’isola che è praticamente laguna, per di più impraticabile”, mi dice il diavolo.
O forse Torcello è solo il Purgatorio, o un luogo di sospensione, di attesa per andare in Paradiso o all’Inferno.

È un luogo “mongolfiera”, da cui s’intravede Burano, il mare, le magnifiche case, da cui tutto s’intravede, non si vede.

Completo: P.A.R.O.S.H.

 

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