LE SCARPE E IL QUOTIDIANO MESTRUO DELLE DONNE

LE SCARPE E IL QUOTIDIANO MESTRUO DELLE DONNE

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Settimana scorsa sono entrata in un negozio perché cercavo degli stivaletti bassi. Entro subito in confidenza con la commessa (tanto per cambiare), una donnina un po’ paffuta, che mi confessa il suo legame d’amore eterno con le scarpe con il tacco alto, da tenere sempre e comunque senza calze.
Ho subito pensato che scarpa alta non fosse necessariamente sinonimo di femminilità, o di sentirsi necessariamente fighe (pur avendo un parco scarpe alte da fare invidia a Paris). Io mi sento figa anche con le sneakers o con le allacciate, è certo un altro tipo di femminilità, siamo tutti d’accordo (penso).
Ho sempre pensato che le scarpe fossero direttamente proporzionali al “quotidiano mestruo” delle donne, ovvero che la loro scelta dipendesse dal livello di lunaticità, metereopaticità, “caga-cazzibilità”. Chi è scoglionata si mette le Nike perché è più comoda, chi vuole fare la fighetta it-girl se le mette lo stesso (non mi riferisco a quelle di grazia.it, ma alle it-girls in generale). Chi vuole conquistare si apparecchia di tacco a spillo, chi vuole fare intendere alle amiche che lei è una figa e che può far serata con scarpe impossibili si innalza, parimenti, su due instabili stecchini. Sono quei casi in cui pur di non dire che ti stanno sanguinando i piedi, ti faresti estirpare unghia per unghia.
Detto questo, dopo un periodo in cui nessuno delle mie amiche si spiegava perché continuassi a comprare scarpe basse (io ho sempre vissuto su tacco dodici), sabato scorso mi sono infilata ai piedi un paio di scarpe super sexy per di più a punta, abbinate a dei jeans. Perché? Perché in quel momento dovevo dimostrare a me stessa di poter spaccare culi con un paio di pantaloni da muratore e un paio di scarpe wow. Di essere una donna con le palle. Anche se so già di esserlo. Le scarpe non fanno altro che evidenziare con un pennarello fluorescente invisibile all’occhio umano cosa vuoi urlare al mondo in quel momento.
Nel momento in cui sono andata a vedere le scarpe della nuova collezione Casadei PE 2013 ero felice, mi sono davvero emozionata. E’ stato uno di quei momenti nei quali vedendo delle opere, dei pezzi costruiti, delle architetture affascinanti mi viene la pelle d’oca. Questa è la moda come la intendo io, quella che ti scatena una tempesta emotivo/ormonale/ealtreocoseacaso perché è bella. Punto. Senza filosofie, arzigogoli mentali e strutture troppo concettuali.
Ho pensato fosse incredibile. Che Casadei potesse passare dall’altissimo delle piattaforme delle stagioni precedenti, dai “cubi della notte ma da giorno” all’alto di volte quasi celesti, all’altissimo delle piante per terra. Invece l’ha fatto, e  tutto, incredibilmente, con una coerenza imbarazzante.
Ho visto una donna con longette, camicia di seta e caschetto scompigliato camminare per le strade di Milano, ne ho vista un’altra con jeans skinny e maglioncino andare al lavoro, e un’altra ancora con un abitino semplicissimo nero andare a cena fuori.
Adesso ci risiamo, questo è uno di quei momenti in cui non vorrei un paio di scarpe con il tacco alto, ma un paio di Casadei con il tacco altissimo. Lucy is back.

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  1. lanciacoriandoli

    24 October 2013 at 7:26

    Io sogno ancora le Valentina…chissà quando e se saranno mie un giorno. ehhhh….comunque, le scarpe identificano sia l’umore che il tipo di donna, io non comprerei mai le nike rosa coi laccetti fluo per fare la figa sotto ad un tubino…non ho neanche un paio di scarpe da ginnastica per fare ginnastica! Se vado a correre preferisco uccidermi con le converse…flatform gigantesche per tutti i giorni e tacchi a spillo?? Mesi fa ho fatto due grandi errori, due tacco 12 zero plateau…indossarle è sempre un’esperienza demoniaca ma devo ammortizzare la spesa e vederle prendere la polvere mi scoccia. Quindi non porto i tacchi? Sciocchezze, sono alta un barattolo e mezzo, in qualche modo mi devo elevare! Ecco che giunge il mio consiglio…prova le “less-heel shoes” quelle alla lady gaga per interderci, sembrano tanto impossibili ma se le provi ti domandi “come ho fatto a vivere senza??” sono ottime se devi starci tanto e non vuoi soffrire…ma poi come in ogni cosa, entra in gioco il gusto personale…ed è quello che rovina tutti.