IDROPOLEMICOREPELLENTE FINO AD UN CERTO PUNTO

IDROPOLEMICOREPELLENTE FINO AD UN CERTO PUNTO

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No dai, sono stata idropolemicorepellente fino ad ora e poi che succede? Mi piglia il solletico alle mani, la violenza proprio, e un martellare all’estremità laterali del cervello. Così, all’improvviso, dei movimenti dislocati per il corpo che vorrebbero uscire sotto forma di parola. Manco avessi preso un cocktail micidiale di droghe eccitanti a caso.Sono davvero poche le parole, in realtà non dovrebbero esserci, nel senso di “Io boh”, ma alla base di quel fiume probabilmente disordinato che uscirebbe ci sta un’unica accozzaglia di vocali e consonanti che cucita insieme da orgoglio. 
Sono orgogliosa di non aver ricevuto certi inviti alle sfilate. Orgogliosa perché preferisco guardarmele in streaming, forse, anche se ancora non l’ho fatto per certe, e o non recensirle, o farlo a modo mio, magari criticandole, che copiare e incollare i comunicati stampa, belli ripieni di -issimi a destra e a manca, manco fossero l’acqua (Lev-issima).
La bellissima collezione di Caio si ispira alle finissime lane italianissime di Issimo Primissimo, il noto artigiano eccellentissimo nella produzione di lana (issima). 

Il fatto è che andare alle sfilate deve essere un piacere, né un dovere, questa volta non ho lavorato per nessuno, né uno show di cui si è i soli protagonisti, e neppure un ricatto. Vieni alla sfilata ma parla bene. Suka. Quindi ho fatto solo le sfilate o le presentazioni che mi interessavano, e alle quali ero ospite gradita. Non elemosino la panna montata manco da Grom, figuriamoci inviti ai PR.

Nella mia non-elemosina devo dire però che andare da Gucci, sfilata a parte, è sempre un enorme piacere. Perché mi piace quella piazza in Porta Venezia dove ci si saluta sempre tutti, esteticamente dico, e poi mi sembra adatta, nel suo grigiore, per contenere tante persone molto colorate, poi perché mi diverto a sbirciare quelle che fotografano sui binari, che aspettano solo il trillo del tram per spostarsi, ed infine perché chi lavora da Gucci è gente easy. Easy diamine, anzi: gente easy che lavora nella moda. Un ossimoro possibile.

Idem da Diesel Black Gold perché, anche lì, c’è un’atmosfera rilassata. Niente pali in culo o pagliaccissimi a ore 12. Poi perché i modelli sono per lo più uomini fighi tatuati e con la barba, perché è un marchio coerente e perché è “spontaneo”e libero.
Mi piace andare da Tod’s perché Villa Necchi, il finger food del catering lì per l’occasione, e la piscina  della Villa nella quale non potrò mai fare il bagno (ma ciò contribuisce alla mia mitizzazione del luogo) sono il luogo perfetto per andare a leggere un libro o perché no, a limonare. E, sono sincera, mi piace andare da Tod’s perché mi stupisco come ogni volta abbia qualcosa che mi faccia dire: “No, ma davvero l’ha fatto Tod’s?”, ovvero provo piacere a meravigliarmi. E anche da Tod’s c’è gente squisitamente normale.
Alla fine mi sono resa conto di aver fatto una selezione di brand che a loro volta mi hanno severamente selezionata. Nel senso che m’hanno invitata in du’ gatti, ed io sono andata da un gatto e mezzo. 

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Comments are closed.
  1. Smilingischic

    15 January 2013 at 17:11

    Buon compresso tra essere scelti e scegliere.
    Amo Diesel anche perchè mi piacciono gli uomini tatuati e con la barba. Se poi spontanei, liberi e coerenti come il brand.. meglio! 😉

  2. Yazmina from the Girl with a Banjo Blog

    15 January 2013 at 17:16

    Brava Lucia.
    Per me quest’anno sarà la prima Fashion Week -in rappresentazione del mio nuovo datore di lavoro- e ho già degli incubi alla notte…

  3. Giuseppe Di Rosalia

    15 January 2013 at 17:25

    Resti sempre la migliore.

  4. Lilli

    15 January 2013 at 18:24

    Ciao Lucia, anche a me sono piaciute molto queste collezioni specie Gucci e Tod’s e bravissima per essere stata selezionata!:) Un bacio!

  5. ChicToChic

    15 January 2013 at 20:03

    La Meglio 🙂

    Marta