MFW: MLSG (Me La Sono Goduta)

MFW: MLSG (Me La Sono Goduta)

ciabatte

La verità? Ecco, la verità è che quest’anno me la sono goduta: mi sono fatta ben due feste,  John Varvatos con i Kiss (John uno di noi) e Philpp Plein, nella cui location festaiola ho ballato esattamente con la stessa verve di un’americana non solo ubriaca, ma anche sudata fradicia, pur essendo sobria. Cosa mai successa prima ad ora nella storia del mio blog. E’ che prima avevo l’ansia di pubblicare tutto e subito, sfilate e commenti, foto e quant’altro. Poi mi sono chiesta: “Ma è davvero necessario?”, e mi sono risposta di no, anche perché le foto che scatto dai posti spesso sfigati dove mi trovo e con una Canon media non sono granché. Ma ci provo sempre.
Infatti alcuni show me li sono visti da casa. Infatti ho pensato che per le prossime volte forse prenderò le foto dagli uffici stampa; sono sempre stata contraria a ciò per una questione di “mio marchio personale”, ma effettivamente le loro foto sono Foto, anche se uguali per tutto il resto del globo. Vedremo.

Insomma, non sono andata a moltissime sfilate, ma bene o male me le sono viste quasi tutte, e ho capito certe cose: che Canali annoda i cappotti come Armani, che per il prossimo Pitti saranno tutti vestiti Etro, che da Givenchy forse si sono fumati qualcosa di peso, che Moncler Gamme Bleu è una roba cosmica per la donna, peccato che la settimana della moda fosse targata uomo, e che l’uomo somigliasse molto a qualche personaggio circense non ben definito. Che Bottega Veneta è Bottega Veneta, con dei capospalla leggeri, semplici ma da orgasmo, che guardi Valentino e dici sì ai cappotti-copertina, ma no alle pellicce, gli uomini non devono portare le pellicce, diamine, che tutti possono anche continuare a fare pochette o borse da mettere sotto braccio per il maschio, che tanto a me non piaceranno mai. Che un ragazzone come quello di Salvatore Ferragamo potrebbe anche starmi bene, ma non quello di Dolce & Gabbana (hey, la Queen Lucy sono io), che MSGM mi ha un po’ stufata, mentre Dior Homme mi ha “classicamente divertita”.
Tutti i marchi sopra citati fanno parte di quella schiera di sfilate che non ho visto dal vivo, adesso avvio il discorso con quelle a cui invece ho partecipato.

Antonio Marras potrebbe anche fare collezioni cosparse di cacca di cavallo (che puzza il triplo di una cacca normale) che tanto mi piacerebbero sempre, questo è poco ma sicuro. Ma certo, poi stavolta m’ha pure messo dei vecchini-cocchini mischiati con dei giovanotti a cucire con delle vecchie macchine, dalla Singer alla Sovrana, mentre rampanti modelli sfilavano con camicie stampate, completi a pois simili a quelli di Dior Homme, eleganti ma ruvidi doppiopetti e incursioni repentine di pelle. Antonio vorrei tanto tu fossi mio fratello che non ho mai avuto.

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Giorgio Armani. Giorgio Armani e Giorgio Armani. Oh via, quello di Giorgione l’è sempre un bell’omino, ma è sempre lo stesso omino. Grigio, giacche, gilet, mani dietro la schiena, passo sul lento andante… ma quella giacca blu morbida abbinata a doppiopetto si merita un bel dieci.

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Costume National boh. Credo ci debba pensare ancora un po’.

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Per Emporio Armani zaini in qualsiasi occasione, peli e pellicce un po’ in qua e un po’ in là. Ho fatto un po’ di difficoltà a capire la linea di continuità tra abiti classici con papillon e mantelle sportive con tanto di caschi, tuttavia io preferisco il “terzo uomo” di Giorgio, che è quello con quei caldi  cappotti o lunghi o corti (no, allora forse siamo a quattro). Anyway. 

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A parte quelle borse malefiche tenute a quel modo e le pellicce da magnaccia, Gucci m’è garbato, specie per quei colori polverosi, quei cappellini che andrebbero bene anche per la donna e per i tagli striminziti e precisi, geometrici insomma. Una collezione coerente che mi fa ripigliare da quella della donna un po’ “Moda-mare-Positano” che ho visto a settembre. Meno male via.

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Ora, a me Julian Zigerli sta anche simpatico, ma qualcuno dovrebbe spiegargli che 1) esistono le stagioni 2) con un’eccessiva creatività non si va tanto lontano. Uomini in mutande, in ciabatte da hotel, quelle di spugna, (un modello ne ha pure persa una) e a petto nudo con tutine corredate di guanti da Kenny di South Park, in pendant con il resto della mise. Che poi alcuni pezzi presi singolarmente sono anche belli, ma il total look anche no.

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I gemelli Caten mi fanno lo stesso effetto di Marras, ma per motivi diversi: Antonio mi smuove le corde più tenere che ci sono in me, Dean and Dan quelle più “cariche”. No perché io ogni volta che vedo i loro show avrei voglia di ballare (infatti ballo) a briglia sciolta. Ho adorato il contesto, loro ne hanno sempre uno (come dovrebbe essere dato che trattasi “fashion show), che era un penitenziario, da dove ne sono derivate camicie e husky con la scritta “Caten’s penitentiary”.  L’uomo Dsquared2 è un po’ zarro, è uomo, ma a me piace così.

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Comments are closed.
  1. ale Torre

    19 January 2014 at 10:08

    tutto molto bbello ma….vogliamo le foto di te che balli!!!

    • Lucia

      19 January 2014 at 10:09

      per fortuna… non ce l’ho! Ahahaha