Un papà a Lambrate (Milano)

Un papà a Lambrate (Milano)

La città in cui sono nato, vissuto e cresciuto non è a misura di bambino. Più in particolare, è respingente rispetto a chi ha meno di tre anni: il periodo della primissima infanzia, quella in cui impariamo a camminare, parlare ed entriamo gioiosi in società.

Dicevo, Milano non è una città per bimbi. Per amore della verità, probabilmente non lo sono le grandi città in generale, fondate per lo più su logiche prestazionali e predatorie. Ma il capoluogo lombardo si distingue per questa sua diffusa e costante incapacità a essere luogo dell’infanzia.
Quando avevo l’età di mio figlio (2 anni) ero solito giocare nel cortile della casa natia a Lambrate o nei cortili dei miei piccoli amici. I ragazzi di Lambrate più cresciuti erano soliti poi spostarsi a giocare a pallone sui marciapiedi della zona, dove “si diventava grandi”.
Mio figlio gioca in parchetti per bimbi che, a un severo esame di realtà, sono teatro di incuria, assenza di manutenzione e servizi minimi, privi di alcuna attrattività e bellezza e per lo più relegati in risicati spazi inadatti.
Qui finisce il mio cahiers de doléances, perché la paternità ti porta a sviluppare nuove divertite strategie di sopravvivenza. Questa seconda parte potrebbe cominciare con un immaginifico adagio: conosco un posto. E questo posto è il luogo che noi abbiamo eletto a nostro spazio preferito di convivenza, gioco, conoscenza e socialità. Si chiama Upcycle, un locale e spazio di coworking il cui concept è la cultura della bicicletta.
Sgombriamo subito il campo da equivoci: non ho particolare amore per gli “hipsterismi” metropolitani. L’Upcycle però ha la caratteristica peculiare di riuscire a essere “popolar-fighetto”, dunque intrinsecamente lambratese. Ed è qui che ci godiamo i nostri weekend, le colazioni, i brunch, i succhi (lui) e le birrette (io) in compagnia di suoi coetanei e di miei, spesso amici di una mattina o di un tardo pomeriggio. La magia del luogo sta nella sua semplice offerta: uno spazio sicuro per ogni età. Passando molto tempo in questo luogo, specie durante la lunga stagione invernale meneghina, capisci quanto sia importante la spazialità in sé, intesa principalmente come spazio di movimento. E per i bambini il movimento è pressoché tutto, perché esprime gioco, improvvisazione e creatività e consente di consolidare sicurezze fondamentali legate alle prime esperienze di propriocezione, di destrezza, di calibratura dello sforzo e, più semplicemente, permette lo svolgimento di esperimenti di esuberanza motoria.
Grazie Upcycle, davvero di cuore, perché mio figlio può continuare a cadere in sicurezza e io a godermi il mio caffé americano chiacchierando con avventori spesso sconosciuti.

 

 

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