Criterio di accozzamento

Criterio di accozzamento

Una delle cose che mi piace più della moda è accozzare, mica abbinare.
La maglia del babbo firmata Enrico Coveri, presa dalla mamma al mercato di Sant’Agostino, la vestaglia da notte stile Edwige Fenech comprata alla Fiera dell’Antiquariato, e i pantaloni raccattati in qualche outlet.
Criterio di accozzamento (per metà inconsapevole): giallo e fantasia floreale. Trattasi naturalmente di gialli e fantasie diverse, che tuttavia si somigliano.
Dio solo sa quando constato che, per magia, tutto torna, quanto sono felice, quasi orgogliosa.

Un’altra delle cose che mi piace della moda è che per me è fatta da 40% cuore, 30% osservazione, 20% cultura e studio, e solo il 10% dalla ragione, che è quella che mi convince sempre a vestirmi da suora o da anziana, stili casti che amo con tutto il cuore, nonostante siano frutto di scelte della testa.
Dunque, quando mi chiedete: “perché non ti metti le gonne più corte?”, oppure “perché non vai un pochino più scollata?”, sappiate che è tutta colpa di quel 10%, che rappresenta appieno il caso che la maggioranza non vince sempre.

Un’altra cosa che mi piace della moda è che ti fa credere di poter fare ciò che vuoi, quando invece ha delle sue regole più o meno precise, che ogni volta si adattano alla personalità di ognuno, si chiama stile.

 

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