Il mare è terrone

Ho un bel po’ di post vecchi da smaltire, alcuni del mare, che io preferisco in inverno, perché è più nostalgico, drammatico, solitario, forte. Il mare d’inverno è come se sciabordasse con più violenza, è come se volesse disintegrarti senza alcuna pietà, è come se volesse mettere in scena sempre una tragedia, è come una vecchia sempre arrabbiata, una di quelle con sguardo accigliato, baffi e mani nodose che muove senza sosta. Il mare è comunque terrone, perché ha una quantità illimitata di pathos.
Il mare d’inverno richiede una certa preparazione, perché lui è sempre più forte di te, vince sempre, è un segno di fuoco, terra e aria messi insieme, lui ti guarda negli occhi così convinto che se non ce la fai a sostenerlo o piangi o ti volti indietro.

Se potessi esprimere un desiderio in questo momento sarebbe il seguente: avere una moto ed andarci nel sud della Francia, annusare lavanda, camminare per paesini e fermarmi a scrivere in una casetta davanti al mare azzannando pezzi di financier. Io e la mia macchina fotografica, sperando d’incontrare vecchi vogliosi di raccontarti storie in francese, anche se io il francese non lo capisco (ma ogni tanto mi esercito su Duolingo, senza mai azzeccare un articolo). Adesso che non c’è nessuno, solo una manciata di autoctoni.

Il mare ha il potere di farti sognare, riflettere, nel senso di “ri” e “flettere”, perché lì davanti a lui pensi e ripensi senza darti pace, ciò nonostante ha anche un potere calmante, non a caso chi ci abita ha un karma invidiabile. Al bar ci si sta non mezz’ora, ma due ore, anche con un caffè terminato, in macchina non si corre, si passeggia, l’ora di cena viene quando capita, i gatti vagano e sono felici.
Nuotare in inverno è cosa felice in sè.

Ma la Corsica? Che voglia di Corsica adesso, non ci sono mai stata.

Cappotto: Class Roberto Cavalli
Body e cappello: American Apparel