Una vita tranquilla

Una vita tranquilla

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Invecchio e sogno cose semplici, gli anni passano e fantastico sul poter vivere sei mesi qua e sei mesi in campagna o in un’isoletta a fare surf, in compagnia di Lina e della mia futura moto. Più vado avanti, più sono tranquilla, e più agogno di esserlo ancora di più. Ma la tranquillità dovrebbe essere stemperata ogni tanto, no? Infatti ho detto “sei mesi qua, sei mesi là”. Che è l’analogo di una volta ogni due mesi in discoteca (non riesco a capire chi va sempre e fa sempre orari assurdi, la cosa turberebbe il mio equilibrio, in più non mi drogo), e due volte alla settimana a cena fuori (io ci sono sempre).

Ieri sera è venuto a trovarmi il responsabile del condominio per portarmi dei fogli che erano in portineria da un mese circa, io ho il vizio di dimenticarmi delle cose che mi stanno antipatiche, e mi fa una delle domande che mi fanno pressoché tutti: “Ma tu come fai a stare a Milano, te con il tuo stile di vita? Te che vieni dalla Toscana?”.
Io ormai ho la risposta preconfezionata e dico a tutti così: “Perché io vivo questa città come se fosse Arezzo, non dico la campagna estrema, ma Arezzo city”.
“Ma tu come fai ad andare in bici?” E la mia risposta, alla Eric Cantona, anche quella, è sempre la medesima: “Bene: salgo in sella, pedalo e vado”. Se poi ogni tanto ti mettono sotto è un’altra cosa. La bici è amore, passione, pensieri.
Milano è affascinante a patto che tu non ti faccia mettere i piedi in testa da lei. E’ sorprendente, perché ti pare grandissima, ma poi vai in un locale e conosci sempre qualcuno. Potresti vedere chiunque, dai colleghi di mille anni fa, alla tua migliore amica in qualunque momento, dovunque. Cosa bella e brutta allo stesso tempo.
Milano non è bipolare, ma tri-quadri, penta-polare, perché in realtà è per tutti. Tutti i generi umani: gli artistoidi, i punkabbestia, quelli che si accontentano di tirare a fine mese, gli alternativi, quelli che spendono tutti i loro soldi in alcool e droghe, quelli che spendono tutti i loro soldi in vestiti, quelli social. Insomma l’universo è a Milano, in un certo senso. Tutti che la odiano, tutti che ci vivono.
Purtroppo una delle cose che ultimamente faccio meno spesso perché  il week end è sempre più spesso giorno di lavoro o di faccende domestiche, o di cazzi che non sono riuscita a fare nel week end, è quella di fare passeggiate nel pomeriggio, la merenda del sabato, il museo della domenica. Peccato. Ma quando avrò la moto, e la Scuola Guida aggiusterà quella con cui dovrei fare questo benedetto esame, il sabato e la domenica non ci sarò per nessuno, è quasi una promessa.
Nel frattempo vado in bici, respiro, e sogno gli imminenti giorni a Parigi, visti con altri occhi. Che non saranno i sei mesi che ho decantato prima, ma pochi giorni in Francia sono come poche dita di vino per me: mi bastano per ubriacarmi di felicità.
Nel frattempo mi ricordo perché non avevo ancora pubblicato queste foto: perché appartengono ad un giorno che non avrei voluto ricordare.

Total look Stella McCartney
Calzini: Lucia Del Pasqua for Bresciani
Scarpe: Yves Saint Laurant
Foto di Elisabetta MarzettiAnjeza-Lucia-3Anjeza-Lucia-5Anjeza-Lucia-6Anjeza-Lucia-8Anjeza-Lucia-18Anjeza-Lucia-19lucia-4

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  1. Alessia

    21 November 2013 at 9:51

    Bellissimo articolo..Chi non vive Milano non riesce a capire come sia possibile vivere qui..La metro affollata, la gente che corre, la pioggia continua..Eppure anche in quel bar di periferia, la domenica, riesci a sentirti a casa..

  2. Chantal

    21 November 2013 at 21:53

    Bellissimo outfit e stai davvero una favola! Tequila on the Rocks

  3. Fleur

    23 December 2013 at 14:19

    Bel post anche se non mi ci ritrovo in quello che hai scritto. Sono romana e vivo a Milano da qualche anno… in tutta sincerità la trovo terribilmente piccola e noiosa.