I miei capelli sono Raffaella Carrà

Non ne avevo la più pallida idea, non pensavo divenissero prepotentemente protagonisti indiscussi, quasi fastidiosi, della mia vita quotidiana, non era mia intenzione agevolare le continue molestie verbali che mi devo sorbire a causa di un usuale colore adagiato e sparpagliato in un’inusuale location. Loro, i miei capelli, che poi manco tutti, solo le punte, continuano ad essere la Raffaella Carrà delle mie normalissime giornate lavorative, festive e feriali. Loro come lei, stanno sotto i riflettori. Sempre.

L’ho voluto io, ovvio. Amo il mio pezzo giallo in fondo, amo quando mi dicono “almeno non ce l’ha nessuno”, odio quando le statistiche vogliono che su cinque persone che incontro quattro hanno qualcosa di dire, in generale, di positivo o negativo. Abbiamo capito tutti che ho questi capelli, lo sanno anche papa Francesco e Obama. Please, stop it. 

Alcune mi hanno chiesto: “Ma questo colore contagia il tuo modo di vestire?”

Zero. Peccato che a posteriori, se riguardo le foto di tutti i miei look, ho notato di avere sempre qualcosa di giallo o di “caldo” addosso. Forse inconsapevolmente quindi sì, sono stata contagiata. Ho lafebbre gialla. 

In effetti a Marina di Ravenna non solo ho avuto la solita febbre, ma mi sono pure integrata con lo spazio: foglie gialle in lontananza e sdraie blu come il vestito e il cappello. E gialle pure le scarpe.

Sto diventando la persona che odio: quella che fa i pendant a tutti i costi, che abbina la borsetta viola allo smalto viola alla mollettina viola alla collana viola, che non esce se le scarpe non sono uguali alla tracolla, se la fascia per capelli non è dello stesso identico e spiccicato tono della camicia.

Ho controllato la dispensa delle medicine: in casa ho dell’Aulin. Secondo voi funziona?

Abito Maison About
Scarpe P.A.R.O.S.H.