La fragilità. Alla fine il cristallo è prezioso anche per la sua delicatezza, no?

La fragilità. Alla fine il cristallo è prezioso anche per la sua delicatezza, no?

Questo è un post che non so dove andrà a finire, ma è da un po’ che non scrivo sul blog (ormai pare ci sia solo Instagram), e ora ho dunque voglia di farlo.
Sono appena tornata da un viaggio in Sicilia, nella magnifica Sicilia, una terra che mai mi sarei aspettata fosse così com’è. Una terra squisitamente tanto italiana e anche un pochino africana, di cui ne parlerò presto qui.
Questo è un post di consapevolezza di quanto io sia fortunata. Ad avere la possibilità di viaggiare, con la mente e con il corpo, di respirare l’odore del rosmarino, di creare storie, di scrivere pensieri, di pensare e agire, di essere viva. È un remind per me stessa sul mio diario personale.

Gli ultimi quattro mesi sono stati difficili, e non ve l’ho mai nascosto: la mia testardaggine nel portare avanti la battaglia per la genuinità, per le cose vere, contro ogni forma di finzione, truffa, contro la “superficialità più fastidiosa” mi ha logorata tanto, il pensiero fisso della direzione da prendere dal punto di vista professionale, ho scelto quella più bella e rischiosa, mi ha tenuta sveglia diverse notti, la valutazione di un’alternativa mi ha fatto accavallare i nervi dello stomaco con quelli del cervello, la perdita improvvisa di persone stupende che non vedevo più da anni ma che mi ricordavo per il loro contagioso sorriso mi ha impaurita.
Sono stati quattro mesi di fragilità. C’è anche quella nella vita, no? Alla fine il cristallo è prezioso anche per la sua estrema delicatezza.
Adesso ho metabolizzato il tutto e sono rinata.
Io sono genuina, io, gli altri che non lo sono non devono rientrare nella mia sfera affettiva, la direzione professionale in realtà è quella di sempre, quella della genuinità appunto, che è più difficile, ma mi fa risplendere sempre il cuore, ed infine le persone hanno un valore inestimabile, e di quelle meravigliose ne è davvero pieno il mondo.
Dico cose banali. Vero, ma il dirle ad alta voce da loro il giusto valore che hanno, che per me non è banale.

I social spesso sono fatti per nascondere e mostrare troppo allo stesso tempo. Io ho deciso di nascondere alcune mie cose personali (nemmeno troppe), mostrare la mia vita sia professionale che non, anche nei suoi aspetti meno belli. Ho deciso di farmi da portavoce della positività, della gioia di vivere, ma anche di non nascondere quel cristallo che è in me. Non sarebbe giusto per me, né per voi. Tradirei entrambe.
Nelle foto metto filtri rosa perché sono romantica, ma le mie foto sono vere, sono specchio della realtà che vivo e di cui mi innamoro ogni volta.
Sono fortunata ad attrarre le persone che vorrei attrarre, esattamente il contrario di quello che mi succedeva da “più piccina”.
Sono fortunata ad innamorarmi di persone di cui avrei voluto innamorarmi.
Sono fortunata ad avere la predisposizione ad amare l’empatia. L’empatia racchiude in sé tutte le classi sociali, luoghi differenti, racchiude la diversità, la comprende rendendola però comprensibile a certi dotati di specifici accordi. Sono fortunata ad averceli.
Sono felice di avere trovato la pace, pensando più a me stessa e meno alle cose che non mi piacciono che stanno intorno a me. E pensare che quella pace lì era pure dietro l’angolo.

 

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