Non sono una signora (cioè, un po’ sì)

Da quando mi sono tagliata i capelli mi diverto ancora di più a giocare con il “doppio senso” uomo/donna, e pare che ci riesca bene.
Ieri all’Esselunga un cassiere mi fa: “Sai che assomigli ad un cantante?”
Ed io, per il gusto, ammetto, di metterlo in difficoltà, gli rispondo: “Lo sai che non è carino dire ad una donna che pare un uomo?”
E lui: “No, ma guarda che quel cantante che dico io ha dei lineamenti bellissimi!”
Salvato in corner, o per lo meno ci ha provato.
Idem in moto, qualche settimana fa, mi si avvicina al semaforo un ragazzo, che mi chiede di che anno è la mia Hondina. Mi giro, vede un rossetto rosso e all’inizio s’acciglia, poi mi sorride.
Anche se ho dovuto tagliarli per necessità, è divertente avere i capelli corti, perché è come se avessi accettato una sfida, ovvero quella di sapere (o meno) essere femminile in un’altra maniera, non quella “standard”.
Tutti sappiamo che le donne con i capelli lunghi sono più belle, è un canone; bene, in questo momento non m’interessa essere bella, ma essere me, libera, sorridente, piena di passioni, e volendo, con il dito medio sempre pronto ad essere sfoderato all’occorrenza. Che poi se sei felice e “ribelle nei limiti”, sei anche bella.
Tutti sappiamo che le donne con i capelli lunghi e senza una ruga, senza occhiaie, con la pelle perfetta insomma, sono più belle, è un canone; bene, in questo momento (in realtà è sempre stato così) non m’interessa essere bella, ma essere me, libera, sorridente, con le occhiaie, qualche rughetta e poro dilatato in bella vista, e volendo, sempre con quel dito medio pronto ad essere sfoderato all’occorrenza. Che poi se sei veramente te stessa, non solo dentro, ma anche fuori, sei anche bella.
Tutti sappiamo quanto fosse una figa Marlene Dietrich. Bene, nel mio piccolo, questo look è un omaggio a quel pezzo di donna, che poi era anche un po’ uomo.

Completo: Weili Zheng
Occhiali: Tom Ford
Foto di: Arianna Bonucci