MiibyMango a Barcellona con la scatolina Wi-Fi

MiibyMango a Barcellona con la scatolina Wi-Fi

mangoshopping

Sembra una vita fa, invece tre o quattro anni or sono, a Milano c’era ancora Giuseppe, prima di partire per l’Australia, (adesso vanno tutti lì).
Quel giorno lì, in quel mega stanzone asettico, stile neo-vecchio-vintage-pseudo-concettuale, rimasi dapprima schifata, poi infastidita, ed infine piacevolmente stupita nel vedere quel groviglio di ciottoli e detriti che comprendevano pazzi pezzi di lavatrice, cocci di bottiglia e bicchieri di plastica rotti. La definivano “arte moderna”, io la definisco tutt’ora “una grandissima cavolata”.
Ecco, la prima cosa che ho visto a Barcellona, dal taxi, è stato quello, cioè non proprio codesto ciottolame d’arte contemporanea, bensì un affascinante vomito artistico sotto forma di cimitero arroccato.
Lì sulla sinistra, quei muri fatti di pietra e di mattone quasi catarifrangente, con in mezzo, in ordine sparso, rettangolini di foto, spade di fiori rinsecchiti, e lapidi di pietra lattea, m’hanno fatto aprire quel cassetto del cervello dove ci stava l’ormai famoso “pout-pourri variopinto” dei tempi di Giuseppe. Quel cimitero era un’isola infelice ma scintillante (non è un paradosso?), quasi glamour ma decadente, splendido spendente (e feci anche la rima). Splendente come quel sole dell’altro giorno, che me lo sarei volentieri messo in tasca per poi poggiarlo sul comodino di Milano, accanto alla Tivoli e alla pila di libri. Ma non ho potuto. Ok, non ho potuto nemmeno visitare Barca in realtà, ma comunque nel viaggio blogger Seat ho potuto apprezzare un sacco di cose:

1) L’Hotel W: della serie “sogno o son desta?” Sono, dunque, sono davvero desta. Una finestra grande quanto i metri quadrati della mia casa con una vista sul mare, che anche il più accanito dei montanari avrebbe gioito. Un 26esimo piano da cui ho seriamente pensato si potesse vedere la fine del mondo. Cioè, se la fine del mondo fosse qualcosa sarebbe quel panorama. Una piscina. Un sofa praticamente spalmato sul finestrone. Ciao.
2) La Seat Mii by Mango dal vivo: ha davvero il gancio per la borsetta, lo specchietto dalla parte del guidatore e anche un appendiabiti. La vorrei nera, grazie, o comunque la vorrei in generale.
3) Le amiche di sempre, le nuove scoperte. Già, il fatto di essere praticamente inseparabili con persone conosciute da due secondi e che ti sei scelta tu (sennò puoi fare tranquillamente l’asociale), mi fa sorridere, nel senso che è incredibilmente bello. Il fatto di condividere qualcosa di bello in una città che non è tua con chi conosci e stimi mi fa star bene. Questi viaggi sono oltre che social, anche socialmente utili per l’animo, sul serio.
4) E poi c’è Jon Kortajarena che è gay. Perché non si sa. Lui con quel bimbo in braccio mentre calcava la passerella Mango sarebbe stato un perfetto padre dei miei figli. Che, tra parentesi, si devono chiamare Ettore e Penelope.
5) Just to know, Mango ha fatto sfilare i modelli in un sito archeologico e li ha poi spostati al party dentro ad una stazione, dov’ero presente pure io (a stalkerare Jon). Tanto di cappello.
6) Ritorno all’infanzia. La parte più divertente del viaggio è stata quella dedicata agli Uniposca. Ovvero: vi ricordate del concorso grazie al quale si può vincere una Seat MiibyMango? Anche noi bloggers ci siamo cimentate nella personalizzazione di un accessorio per la macchina, grazie al quale ho capito che probabilmente devo continuare a scrivere perché sul disegno non vedo proprio spiragli di luce. Epic fail.
7) La scatolina wi-fi. Santa Seat ci ha dotato di scatoline portatili wi-fi per essere sempre connesse. Ora mi domando e dico: “Perché nessuno durante i bloggers-trip pensa mai a questa grandissima genialata?” Cioè, è la vita.
8) Se rinasco, voglio rinascere come la donnina che ci ha accompagnato durante gli spostamenti: bionda, capelli corti, con sei lingue parlate all’attivo e una simpatia rara.
9) La colazione dell’albergo con davanti una moto. Per me questo significa molto: un inizio di giornata spettacolare, e un incentivo nel pigliare al più presto la patente (certo, con una guida al mese…).
10) Un team digital di Seat che ritwitta, partecipa, posta. Un team Seat in generale come se fosse una team d’amici.
11) Ho capito di amare sia gli aeroporti che le stazioni, benché i primi siano lindi e giganteschi, e le seconde sporche e più piccole. Sono ufficialmente vittima del fascino dei luoghi di passaggio.
12) Io amo il cibo (freddo) dell’aereo.
13) Io perdo sempre schede e badge. Sempre. Sono la stordita di sempre.
14) A Barcellona c’erano circa 15 gradi. E con questo chiudo.
15) Voglio guidare una Seat MiibyMango e poi fermarmi e ritoccarmi il rossetto rosso mirandomi sullo specchietto (e scusate se ribadisco).

SAMSUNG CSC

SAMSUNG CSC

SAMSUNG CSC

SAMSUNG CSC

SAMSUNG CSC

SAMSUNG CSC

SAMSUNG CSC

7

lookalbino

SAMSUNG CSC

SAMSUNG CSC

SAMSUNG CSC

SAMSUNG CSC

sfilata4

SAMSUNG CSC

SAMSUNG CSC

SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC uniposca4 uniposcaalbino2 albergoSAMSUNG CSC SAMSUNG CSCSAMSUNG CSC

SetRatioSize900650-Mii-MANGO-020 copia

 

Comments are closed.