IL BABBO

IL BABBO

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Lo volevo con un papillon e un paio di bretelle all’inizio, poi l’ho lasciato fare, perché il babbo è così, i cappi al collo non gli sono mai andati a genio, e nemmeno troppe costrizioni in generale.
Come se a me dicessero “Lucy, mettiti una mini gonna argento con le paillettes”. Capite che sarebbe del tutto innaturale. Lo volevo con il cappotto elegante spigato bianco e nero, ma “faceva caldo”, giustamente. Lo volevo vestito di nero, ma lui di nero ha poco e niente, così m’ha detto. Alla fine ho capito che non volevo fotografare il babbo modalità fashion, ma modalità-babbo, nonostante gli unici consigli di moda che accetti siano i suoi. E si capisce tutto dalla camicia sbottonata in cima e dal pullover. Si capisce che lui è prendere o lasciare, poche beghe insomma. Uno che s’ingarella con la politica, che scrive rompendo i coglioni a tutti, direttori e non di giornali, perché deve dire la sua. Che si apre un account Twitter e Facebook perché non s’accontenta, deve inveire anche lì. Lui è uno che legge e che crede nella forza della parola, e in questo ho preso da lui, solo che lui la usa in maniera del tutto diversa. Lui parla in greco antico, io quasi in dialetto, lui è grammatica sì, io se si può anche no.
E si capisce dal cappello. Si capisce che lui è un uomo di testa, di concetto, poco pratico, ma schietto e saggio, che è vanitoso ma quanto basta. Uno che si presta a spostarsi, sedersi, alzarsi, sbottonarsi il montgomery per riabbottonarselo, e ad entrare nel fango del parchino sotto casa perché “c’è da fare foto”, e che ad un certo punto se ne scappa con “Ma secondo me le foto verrebbero bene anche alla stazione”. Tale padre, tale figlia.
E’ uno allegro, che parla con il computer e con il pupazzo sul letto. E si capisce dal blu. Il nero non lo convince, il blu è meno estremo, quasi elegante come il nero, ma più impertinente.
E’ uno che se c’è da andare via è il primo. E si capisce dalle scarpe, con cui macina chilometri, che devono essere comode, e da portare sempre e rigorosamente anche in casa. What’s ciabatte?.
E si capisce dal cappuccio del montgomery, o dal montgomery stesso lasciato lì sulla panchina, che se viene o non viene in foto chi se ne frega. Si capisce che lui è uno a cui piacciono le cose semplici, spicciolo, che si inventa giochi al computer che nessuno ancora ha mai capito, che non si vergogna di parlare ad alta voce, che più che l’ordine è importante l’armonia.

Si capisce che il babbo è così.

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Comments are closed.
  1. Guapita Tondita

    2 January 2013 at 12:26

    Io ti adoro, e lo sai, sono al limite dello stalking, ma il tuo babbo è fantastico. Uno di quegli uomini che già sai che ti faranno ridere…e si vede dalla faccia che c’ha, guardalo lì!Spaziale!

  2. Rock n Mode

    2 January 2013 at 13:42

    Vabbè…ma la dolcezza di questo post? ^_^
    p.s. tuo padre è un grande!
    Un bacione!*

  3. Lilli

    2 January 2013 at 14:29

    adorabile:))) Ciao Lucia!

  4. Alessandra

    2 January 2013 at 16:51

    Evviva il babbo! Si, lui è proprio cosi’!!
    Alessandra

  5. klisabel

    7 January 2013 at 9:46

    Belle le foto e ancor di più la descrizione che ne hai fatto.