La creatività di Jimi Hendrix

La creatività di Jimi Hendrix

American singer-songwriter and guitarist Jimi Hendrix on stage at the Newport Pop Festival, Northridge, California, June 22, 1969.

Oggi voglio parlare della creatività di un personaggio che mi provoca l’effetto imbambolamento-a-bocca-aperta ogni volta che vedo una sua performance: Jimi Hendrix.
Non discorrerò dell’ambito musicale e suo personale perché da una parte non sono una musicista, dall’altra sarebbe un po’ come addentrarsi in un ginepraio di puntate infinite di una serie tv dalla trama assai complessa.

Voglio partire invece da un’interessante ricerca condotta dallo psicologo Stephen Christman dell’Università di Toledo, che sostiene che l’enorme creatività del chitarrista può essere rintracciata nell’elevato livello di integrazione tra i due emisferi del suo cervello.
Leggere di unioni tra scienza e creatività per me è come surfare l’onda più lunga (e bassa) in Marocco: godo.
Lo psicologo evidenzia il fatto che Hendrix, come molti altri musicisti di talento, era un ambidestro: scriveva e mangiava con la mano destra, ma pettinava i capelli e suonava la chitarra con la sinistra, e che ciò fosse un caratteristica da associare alla sua estrema creatività.

Christman osserva inoltre che il linguaggio e l’elaborazione ritmica tende ad essere concentrata sul lato sinistro del cervello, mentre il trattamento della melodia e dell’armonia si sviluppa sul lato destro.
Ciò lo ha portato ad affermare che chi è ambidestro potrebbe avere un vantaggio nell’integrazione di testi e melodia nelle canzoni, nel senso che può essere più in grado di unire le parole giuste con la melodia giusta.
All Along the Watchtower, il singolo dall’album Electric Ladyland, tra parentesi, è stato scritto da Bob Dylan, un altro cantautore ambidestro.
Christman teorizza infine che “gli ambidestri sarebbero anche dei magical thinkers, sensibili al misticismo e alla psichedelia, non disturbati dall’ambiguità, come dimostrerebbe l’androginia di Hendrix, il suo equilibrio instabile fra estroversione e pragmatismo”.

Quello che voglio fare adesso è quindi analizzare la creatività di Jimi Hendrix attraverso cinque aneddoti, episodi e racconti.

1.     IL POTERE DELL’ALTERNATIVA
Un aneddoto narra che un giovanissimo Hendrix si costruì una specie di rozzo cordofono, una sorta di mini chitarra, ricavato da una scatola da sigari sopra cui tese un elastico – che era comunque una pratica abbastanza diffusa tra i più poveri chitarristi blues agli esordi.
Pensiero Laterale: se non posso avere una cosa, trovo comunque un modo per ottenerla in base ai mezzi che ho.
Ciò che ne deriva è lo sviluppo del Pensiero Positivo.

2.     USCIRE DALLA COMFORT ZONE
Il primo strumento di Hendrix fu una chitarra per destrimani regalata dal padre dopo la morte della madre, mentre lui era mancino. Imparò velocemente a suonare rovesciandola, e questa abitudine caratterizzò tutta la sua carriera artistica.
Pensiero Laterale: uscire dalla propria zona di comfort, caratterizzata dall’abitudine, apre la mente a mondi inesplorati che possono tradursi in opportunità.

3.    L’ARTE DELL’ARRANGIARSI
“Eravamo al lavoro su Crosstown Traffic e Jimi non riusciva a trovare il suono che stava cercando – disse in un’intervista un suo amico. Mi chiese se avessi per caso un pettine, di dargli quel pettine, e anche del cellophane.
Il solo di chitarra di Crosstown Traffic è doppiato con quel kazoo. Mi sembrava una scelta incredibilmente coraggiosa. Pur di raggiungere il suono che desiderava, Jimi avrebbe suonato qualsiasi cosa gli capitasse per le mani”.
Pensiero Laterale: si possono fare grande cose con pochi mezzi. Qui faccio riferimento ai sempre più numerosi brand che chiedono produzioni con pochissimo budget: c’è “solo” da mettere in moto e allenare il cervello nel modo giusto (con i miei corsi ad esempio, LOL).

4.     IL CONTESTO
“Mi piacciono le jam notturne nei club. È una sensazione diversa, interagisci in un modo nuovo con il pubblico. Non pensi più ai riflettori, solo alle persone”, disse Hendrix nel 1970.
All’epoca di Electric Ladyland, il locale preferito di Jimi era lo Scene, un posto dove una sera del 1968 incontrò Steve Winwood e Jack Casady, entrambi subito invitati in studio per una jam session con Mitch Mitchell alla batteria.
Stettero lì tutta la notte, con l’idea di ricreare l’atmosfera dello Scene.
Dopo tre take, Voodoo Chile era pronta.
Pensiero Laterale: l’importanza del contesto e della sua interpretazione in chiave personale e contemporanea, il comportarsi come una spugna, il tenere sempre gli occhi aperti, il non dare per scontato. Tutto ciò in un creativo diventa necessario per trarre ispirazione, che in realtà è quasi sempre dietro l’angolo. Va “solo” vista. 

5.     LIBERTÁ
Era il 31 marzo di cinquant’anni fa, al Monterey Pop Festival, quando Hendrix al termine di una esibizione pazzesca di Wild thing, bruciò la sua prima chitarra.
Pensiero Laterale: Hendrix provava, faceva, osservava, si ascoltava. La libertà e l’assenza di giudizio sono due caratteristiche che sono in qualsiasi step del processo creativo, dal brainstorming alla “messa a terra”, ovvero la vera e propria parte della realizzazione.
La libertà ha sempre dei rischi (ve lo dice una che non ha mai barattato la propria libertà con la vil pecunia), ma se urlata al momento e nel modo giusto può portare ad azioni che diventano memorabili (virali).

Jimi Hendrix è una icona della controcultura degli anni 1960, un emblema energico di ribellione creativa, che spero stasera tu ti ascolti e ne leggerai.
È un esempio di disobbedienza, quasi anarchia, che si trasforma in qualcosa di magico grazie alla passione, all’impegno e al perfezionismo.
In tempi come questi sono molto affezionata alla parola “disobbedienza”, come mezzo di ribellione a tutto ciò che non mi piace e non funziona: l’appiattimento critico, il politicamente corretto a tutti i costi, il sistema burocratico, l’informazione fallata, la povertà umana per buona parte indotta.
Io credo che la disobbedienza intelligente sia necessaria.

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