Meco: 53 anni di surf e non sentirli (ma proprio per niente)

Meco: 53 anni di surf e non sentirli (ma proprio per niente)

Lo puntavo da un po’ il signor Meco: tavola da surf bianca come i capelli, muta nera, altro che total black, e sempre nel posto giusto al momento giusto. Che remasse a destra, o a sinistra, atrás o adelante, Meco era sempre lì, sulla line up, concentrato sull’acqua come se ci fosse scritta la spiegazione del Teorema di Pitagora.
Credo veda nei due cateti il mare piatto e la massa che si alza, mentre nell’ipotenusa l’onda che si forma.
Lui è sempre lì, costellato da giovani apprendisti, come un satellite indipendente ma consapevole, con un’occhio alla isla e un altro davanti all’infinito.
Se le onde rompono sull’isoletta alla destra di Loredo devi contare trenta secondi, dopodiché arriva la serie, in quel caso o la affronti o remi per oltrepassarla, sperando di non finirci sotto.
Meco così fa, rema oltre o prende la cresta, dalle 11 alle 13 tutti i santi giorni.

“Dani, quanti anni ha quel signore laggiù?”, ho chiesto ad uno dei miei insegnanti mentre ero in acqua.
“È uno dei surfisti più vecchi in tutta la Spagna”.
Già a “tutta” stavo remando verso di lui, a piedi uniti s’intende, sennò Damian s’arrabbia.

È stato così che ho conosciuto Meco, in acqua; all’inizio non mi ha molto calcolata per una ragione plausibile, in mare ci vuole concentrazione, poi ho cercato in tutti i modi di dirgli che l’avrei tanto voluto intervistare.
Credete sia stato facile? Non proprio.
Meco vive a Santander e viene tutte le mattine a Loredo dove con il figlio gestisce una scuola di surf, la Loredo Surf School, e surfa.

“C’è Meco?”, chiedevo a Mario, il figlio, ogni giorno.
“È in acqua”, era la risposta media, ma alla fine ce l’ho fatta.

Lo trovo all’una e un quarto, io con i crampi della fame, lui splendido, magro e atletico – in Spagna si pranza alle tre del pomeriggio.
Pantaloncini al ginocchio, T-shirt della scuola, occhiali da sole, Crocs e orologio al polso per controllare l’ora in mare: mi accoglie così il signor Meco, settantotto anni che pare siano meno una ventina.
Mi scannerizza rapidamente, decide che gli sto simpatica, e via, apre i rubinetti di parole e ricordi.

“Mi hanno detto che lei è uno dei surfisti più anziani della Spagna… quando ha cominciato?”, gli chiedo.
Mi racconta che per vivere lui faceva il pescatore, e che la Cantabria non era come adesso un paradiso per gli amanti delle onde, anzi era tutta un’altra storia.

Un giorno, era il 1965, nella playa del Sardinero, lui e i suoi amici videro un ragazzo con una tavola; aspettarono che uscisse dal mare, c’era solo lui, per chiedergli “come funzionasse” e dove l’avesse comprata. Il ragazzo mentì, perché disse che veniva dalle Hawaii, ma sulla tavola c’era scritto “Biarritz”, quella che divenne la prossima tappa per comprarne una e cominciare una nuova avventura.

La sua prima tavola pesava sedici chili, poi ne acquistò altre più corte e leggere, ma tutto cominciò da lì.
“Poi ti mando delle foto via mail, che non facevo mica solo surf”.
Per quattro notti di fila, alle due circa, Meco m’ha inviato delle bellissime fotografie di lui mentre giocava a tennis, faceva paracadutismo, sciava, pescava…
Un figo, insomma.
“Ovviamente” anche adesso nuota, gioca a tennis, va in bici, etc…

“Tutte le mattine ci alzavano e andavamo a vedere il mare, allora non c’era Internet per vedere le previsioni, e se era buono andavamo. Facile”.

Meco surfa sempre quando le condizioni lo consentono; un anno ha contato quanti giorni è entrato in mare: centodiciotto.

Va a finire che non mi vuole mandare più via e mi racconta di quando aveva un gruppo musicale, di Domenico Modugno e Paolo Conte, di Adriano Celentano e Mina, dei tanti italiani che passano da qui.
Si mette pure a cantare, è lì che mi ricordo di mio nonno e non del super-uomo sportivo.

“Meco, ci facciamo una foto?”, gli chiedo dopo essere rimasta allibita per una sua dimostrazione atletica di uno stand-up.
Meco è anche un poser.
D’altra parte se fossi in lui anche io lo sarei.

 

 

 

 

 

Comments are closed.
  1. GIULIA

    10 September 2018 at 9:25

    Che bello incontrare persone così, mi fanno simpatia e fiducia nel genere umano!!!

  2. Geraldine

    14 September 2018 at 16:25

    Magari arrivare a quell’età così in forma! Che grande !!