Cin cin, Next Vintage

Cin cin, Next Vintage

Lucia e il Vintage: ormai è alla luce del sole, la nostra è una storia d’amore lunga una vita, che non credo verrà mai sporcata da tradimenti, o sia sopraffatta dalla noia.

Ci stupiamo sempre a vicenda, ogni volta ci regaliamo impareggiabili emozioni, e soprattutto ad entrambe piace surfare per decadi e mercatini.

Lucia e Next Vintage: no, non è un tradimento, è sempre mio marito che quando decide di fare le cose in grande si mette una preposizione davanti per “fare nobiltà”, tipo Della Rovere o “della Gherardesca”.

Lucia e #CinzanoNextVintage: no, non è una cosa a tre, è solo una passione in comune.

Sono ormai anni che vado in processione al Castello/Santuario di Belgioioso a Pavia per Next Vintage, la fiera dedicata all’abbigliamento di epoche precedenti alla nostra, sono anni in cui sempre e comunque m’innamoro di certi capi, di persone e della loro vita dedicata al vecchio, dell’atmosfera; anni in cui faccio il tradizionale fioretto, ormai solo per il piacere di trasgredirlo, di non comprare nulla per poi agire ovviamente al contrario.
Quest’anno al Castello di mostre ce ne sono due; per la seconda purtroppo potrei fare tutti i fioretti del mondo, ma non potrei comunque mai avere il piacere di trasgredirne manco uno, perché certi tesori non sono per me abbordabili.

Fino al 25 aprile, proprio all’entrata del Castello, è allestita un’esposizione dedicata ad un marchio storico del Belpaese: “Cinzano: viaggio alla scoperta di un’icona italiana”, con cartelloni pubblicitari/opere d’arte di personaggi come Leonetto Cappiello, Raymond Savignac, Nico Edel e Adolf Hohenstein.
Quando ieri l’ho visitata ho riconfermato a me stessa quell’inspiegabile ma meravigliosa e impagabile sensazione di quando mi trovo davanti la storia d’Italia del Novecento attraverso certe opere d’arte. Mi era successo anche a Binasco, al Museo della Macchina del Caffè, dove dinnanzi a certe macchine non ho capito più niente. Sembra follia, ma trovo incredibile che attraverso dei codici che possono essere colori, forme, temi, si possa chiaramente leggere il passato come se davanti ci fosse un libro.
È quasi magia Johnny.

L’immagine guida della mostra è la “Donna adagiata sui grappoli d’uva” di Cappiello, dove l’ambasciatrice è appunto una figura femminile, che torna spessissimo nei manifesti Cinzano, in sembianze più “liberty”, più “futuriste”, più glamour o delicatamente sensuali, che si alterna all’immagine sia epica che ironica della zebra.

Ho cercato di organizzare il tempo a disposizione al Castello in maniere intelligente: un’ora per la mostra Cinzano, un’altra per lo shopping e le chiacchiere con gli espositori, e un’altra ancora per un aperitivo al tramonto con vino e formaggio.

Nell’oretta che avevo a disposizione ho fotografato alcuni pezzi che mi sono piaciuti con un criterio esclusivamente estetico.

Sono partita da Venturino Vintage, parlando con la signora Patrizia che ormai da venticinque anni si occupa di passato. La selezione che fa è impressionante: abiti in perfette condizioni (questo è fondamentale), fantasie mai viste, e tantissima ricerca del bello racchiusa in pochi metri quadrati.
Patrizia non ha un sito, né social network, e nemmeno un negozio, ma una mail (venturinoarchivi@gmail.com). Ha un magazzino ad Asti, e partecipa alle fiere del settore, da Milano Unica a Pitti Filati fino a Première Vision; il suo pubblico è fatto da stilisti e creativi che acquistano i suoi meravigliosi capi  per prendere ispirazione.

“Quando ho cominciato a esporre qui ero il più giovane”, mi dice Alessio, quindici anni d’esperienza e molti altri che gli aspettano. Le sue specialità sono la seta stampata di Hermès e gli accessori iconici, anche se io sono stata colpita dai gilet anni Ottanta coloratissimi. Se volete andare a fargli un saluto, oltre che a Pavia in questi giorni, ha un negozio a Bologna, Icons Luxury, in via Farini.

Lo stand Alt means old è stato uno dei miei preferiti in assoluto per ovvi motivi: ho un debole per i costumi interi il cui concetto è più vedo che non vedo, e per i piatti; lì c’era ogni tipo di piatto sia colorato che con le scritte sui bordi (esattamente quelli che popolano i profili Instagram più cool, per capirci).
Potete trovare le loro magnifiche cosine su depop o Etsy.

La cosa “simpatica” con Lamù Sunglasses è che mi sono provata tutti gli occhiali, ho parlato con Marco, ma alla fine mi sono dimenticata di scattare foto. Marco e Silvia non hanno un negozio, ma sono alle fiere principali del settore, da Padova Vintage all’East Market fino alla Leopolda a Firenze e al Mercato della Montagnola a Bologna. Se siete moderni e social potete anche individuare i vostri occhiali preferiti via Instagram, che Marco ve li manda.

Mi sono fermata da GVintage per le giacche, in particolare una messicana degli anni Settanta ricamata a mano, una a righe con i miei due colori preferiti abbinati assieme, azzurro e rosso, e una bianca sartoriale, fatta fare su un modello blazer anni Sessanta. Qui i prezzi sono pure ragionevoli.

Canali dove seguire gli “spostamenti” di GVintage? Instagram e Facebook.

Adesso che ho scoperto che Sabrina Manin ha un negozio a Milano, in via Cellini, non la mollo più: ricerca interessante, capi iconici e lei, Sabrina, un sorriso che dice tutto. Il pezzo che mi ha colpito di più? Scusate se insisto: l’intimo “d’una volta”. Se solo avessi avuto più tette…

Stella e Cesare hanno il loro spazio a Firenze da un anno, Giratempo Vintage, e una selezione di camicie americane che non potevo lasciare lì. Al prezzo di sessanta euro ho acquistato la camicetta/giacca azzurra che non vedo l’ora di farvi vedere indossata (è sulla foto più in basso a sinistra).

Vi ho fatto venire voglia di passare un week-end tra moda e cultura vintage?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Comments are closed.
  1. Massimiliano

    24 April 2018 at 12:28

    Cinzano una vera icona.

  2. vanessa

    2 May 2018 at 19:52