Poche ciance: a Milano ha aperto Mascherpa, la prima tiramisuteca

Poche ciance: a Milano ha aperto Mascherpa, la prima tiramisuteca

La prima tiramisuteca a Milano. Ma che scherzi? No, perché con il tiramisù poche ciance, per me è una cosa seria. Sono cresciuta a infilare l’indice dentro la ciotolona bianca a fiori, sempre la stessa, per poi tiralo fuori bello carico di mascarpone, a fare le lotte per non volere il cioccolato amaro sopra, perché il mascarpone non è buono “sporco”, con gli infiniti “bis”, con l’unico dolce in cui la mamma era migliore della nonna.
E poi apre la tiramisuteca Mascherpa. Ovvio che ci sono dovuta andare.

Parentesi storica: con il nome mascherpa, che vuol dire mascarpone in dialetto milanese, si indicavano coloro che venivano dalla campagna e portavano il formaggio in città. Al tiramisù invece si affibbiano varie versioni sulla sua origine, ma la più divertente (e chissà se vera) è quella dentro un bordello: Arturo Filippini,  allievo di Alfredo Beltrame, fa uscire il primo tiramisù tra gli anni Trenta e Quaranta a Treviso, dalle mani di una maîtresse, che preparava questo dolce quando i ragazzi scendevano un po’ provati. “Desso ve tiro su mi, tosatei”, pareva dicesse.

Superfluo dire che l’ingrediente protagonista di questo piccolo e colorato locale milanese sia lei, la crema al mascarpone, realizzata dall’arzilla pasticciera Giovanna Anoia secondo la ricetta di famiglia; validi compagni d’ingrediente sono i savoiardi (più morbidi rispetto a quelli industriali) e il caffè fatto ad infusione con una macchina particolare, l’Alpha Dominche Steampunk.

Quindi, da Mascherpa si trovano il tiramisù scomposto con varie creme al mascarpone, dal pistacchio alla Nutella fino al caffè, il tiramisù in barattolo, dolce perfetto per mettere in tavola durante una cena tra amici, le strip (“strisce” golose che ricordano nell’aspetto gli éclair francesi), e le mini boule (piccole praline di cioccolato ripiene della loro crema).

Il locale è piccino ma altamente instagrammabile, dato che predominano i colori pastello, ci sono un neon che dice “Pick me Up”, delle mensole mobili dove appoggiarsi e, amen, le prese per caricare telefoni o iPad. Dettaglio fondamentale per me e il mio @thenostalgictraveller: l‘insegna, che è stata dipinta a mano.

Se anche voi non avete paura dello zucchero, l’indirizzo è via Edmondo de Amicis 7, mentre se volete che Mister Sugar venga direttamente da voi, niente paura, c’è Deliveroo.

 

 

 

 

Comments are closed.
  1. giulia

    25 March 2018 at 14:08

    ottimo se capiti a Roma ti consiglio Welovetiramisù:P

    • Lucia

      29 March 2018 at 13:01

      grazie!

  2. Valeria

    28 March 2018 at 10:47

    è il posto giusto per me 🙂