Oh maremma, è successo, ce l’ho fatta, ce l’abbiamo fatta, è stato davvero possibile.
È da un po’ che smarono con il mio libro, ma forse questo sarà l’ultimo post (se poi invece non è l’ultimo portate pazienza), e sinceramente ora come ora non so nemmeno da dove cominciare.
O forse sì, random. È stato uno dei più bei giorni della mia vita. Il 9 luglio 2015.
Quel giorno lì sono stata la mattina con la signora Gabriella e Gigi, il marito artista, a cercare di capire le disposizioni dei tavoli, ad insegnare a Gigi la respirazione di diaframma e non di maschera, e a montare i bastoncini sui cartoncini a forma di occhiali e fumetti, abbiamo pure osservato una cavalletta per minuti.
Poi è venuta Gloria, quella che risolve sempre tutti i problemi, e siamo andate a comprare dei fiori parlando d’artisti, mica d’arte.
Tutta la mattina come se fossi stata in campagna, a Ponte Buriano, ad organizzare la mia festa di compleanno, discutendo sul numero di grissini e di pezzettini di salame. Come se fossi stata all’Arno, in ciabatte e con la collezione di vestaglie della nonna appese vicino alla porta.
Io che non mi sono mai organizzata la festa di compleanno per timidezza e paura che non venisse abbastanza gente.
Nel pomeriggio, manco fossi stata una sposa, sono andata a truccarmi (quelli di Mac Cosmetics, sono sempre i migliori, tra l’altro mi ha truccata una bravissima make up artist dal cognome “Fortuna”), e poi a farmi i capelli.
Ed è arrivata sera.
E con lei sono arrivati tutti, tanti, tantissimi, erano più di cento.
È buffo: della serata non ricordo molto, o meglio, ricordo tutto compresso in trenta secondi: le persone, le risate, la ragazza con la fisarmonica che ha suonato ad un certo punto Yann Tiersen (ricordo solo quella), tantissimi sorrisi, entusiasmo, e un sacco di baci e abbracci.
Ed io felicemente segregata lassù con i miei due Federichi a firmare “autografi” e a scrivere dediche, fino alle nove di sera, non sono riuscita ad andare oltre. Era una processione di fedeli contenti e anche un po’ emozionati.
Mi sono chiesta per qualche secondo se fossi diventata importante tutto ad un tratto, perché quella gente lì mi stava dicendo in continuazione “brava” e “congratulazioni”. Ho pensato che “colei che sfancula tutti” (è una citazione di una bellissima recensione) da qualcuno è apprezzata, e ciò mi ha gonfiato il cuore di bolle di sapone.
I miei erano indaffarati a sparpagliare cibo e spumante, la gente beveva succhi e prosecco, chiacchierava, si fotografa, ed io dicevo “grazie”, “grazie”, grazie centomila volte. Lo ridirei altre mille.
E con quel gradevole sottofondo musicale, con tutta quella bontà, quella bolla d’energia docile e morbida, ho pensato per un momento fossi in una dimensione scevra dal male, depurata e filtrata da ogni cattivo pensiero, in un mondo ideale dal quale prima o poi, purtroppo mi sarei dovuta staccare.
Sono venuti tutti, quasi tutti, un po’ di assenze che avrei preferito fossero state presenze, ma c’erano Lucia e Mirko, direttamente da Arezzo, Geraldine, Giulia, Cristina, Liw, Alessandra, giornalisti, PR, persino alcune fan (mi fa strano a dirlo), c’era talmente tanta bella umanità che quando mi sono messa a sedere per parlare ho pensato fosse la mia solita immaginazione, animata dalla speranza, a farmi vedere quadruplo.
Ho provato quella cosa chiamata euforia, esaltazione penso mistica, gioia così violenta da essersi permessa di uscire dal corpo della sua padrona senza manco chiedere il permesso, e di andare a gironzolare per il cortile.
Quando è tutto finito, e il cortile s’è svuotato avevo ancora la penna in mano, e quello stato d’agitazione in corpo non placabile con nessuna medicina.
E allora dopo aver salutato Gigi che si è complimentato per la “tipologia di gente invitata”, Gabriella, che lo tirava per il braccio perché voleva andare a casa, e i miei, ho preso la mia bici, con tanto di vestito Vivetta e tacco Casadei e ho pedalato fino alla pizzeria vicino casa, io sul mio cavallo bianco.
Ogni tanto mi accorgevo di avere la bocca a mezzaluna e gli occhi ancora più all’insù, ogni tanto mi accorgevo di pensare alle facce viste minuti prima, se fosse stato o meno tutto perfetto, solite paranoie, alle mie risposte, e poi tornavo alla mia musica di M20.
Ho finito di celebrare la mia festa con Lucia, anche perché aspetta un bambino, quindi dovevamo celebrare per forza, sono tornata a casa in taxi ancora bella “frizzante”, ho toccato il letto e sono praticamente svenuta dopo aver risposto a meravigliosi messaggi.
La mattina dopo mi sono alzata, mi sono guardata allo specchio e mi sono detta che se è davvero così, non mi resta che sviluppare il secondo (libro).
È stato tutto troppo bello.
E da settembre andare un po’ in giro per l’Italia per presentare il mio libro, non mi sembra una cattiva idea. Abbracciarvi tutti, da Milano in giù.
È un post demenziale, ne sono consapevole, ma ho ancora tanto casino in testa che non riesco ad organizzare in idee più appetibili.
Un grazie particolare a:
Valdo Spumanti e Soda Stream
Sara Tripaldi per le foto durante l’evento (le sue si riconoscono dalle mie, sono quelle più belle e poetiche)
Il Centro dell’Incisione
Baldini & Castoldi
Tutti quelli che ci sono stati e che mi hanno aiutata
Chi voglia vedere tutte le foto, lo può fare sia qui (il prima) che qui (il durante)
Prima delle presentazione
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Welovefur
19 July 2015 at 9:18Bel post. Mi piace quello che scrivi e come lo scrivi.
Auguri per la promozione del tuo libro un bacio
http://Www.welovefur.com