Non sarò mai una it-girl

Uno dei motivi per cui non diventerò mai una it-girl è perché di base non sono una party girl. E con it-girl non intendo quelle di Grazia.it, chiarisco subito per evitare inutili polemiche.
Il fatto è che non mi presento ai party volentieri, voglio dire, o devo essere presa bene e quindi avere anche la compagnia giusta, o deve essere una roba per pochi (forse me la tiro), o deve essere qualcosa che somigli alla sagra della porchetta di Monte San Savino. Più che altro rappresento il caso di quella che spesso mette il muso all’umanità, soprattutto perché con l’umanità ci deve lavorare parecchio.
In più, non mi presento mai con l’amico gay secco finito in short arrotolati, tutto vestito di nero, o con al massimo la maglietta bianca possibilmente o slabbrata, scucita, o sporca, bensì mi paleso o da sola o con quelle amiche che sanno che ad una certa se mi voglio smollare mi lasciano andare senza la frase topica “ma te ne vai già?”, o vengono con me a mangiare cibo vero.
Non vado mai in sbatti-dress code, parola di una che è andata a matrimoni vestita di nero, viola, giallo fluo e rosso (da testimone pure).
Non parlo mai con chi devo parlare “per forza”, sì lo ammetto sono un po’ rustica, ma vivo serena. Non parlo mai con chi dovrei, né mi ci faccio selfie (tipo vips, gente famosa, etc), un po’ perché non mi interessa, un po’ perché mi vergogno, e un po’ perché se penso a quanti rompono le palle a ipotetici vips con foto e autografi hanno tutta la mia comprensione.
Poi però quando mi piglia bene è fatta. Tipo il party Jägermeister a casa di un producer, che m’ha pure fatto il ritratto musicale. Ciao. Cocktail, cibo, terrazza, videogame anni Ottanta, e ti dimentichi pure dell’invasione delle zanzare.
Il mio problema con le feste è accettare l’invito, perché una volta che dico sì è praticamente fatta. Se poi mi metti un po’ di musica hip hop parto come un diretto.
Quando bevo non dico uno ma mezzo bicchiere di troppo parte in me la regressione, processo coadiuvato dal mio nuovo telefono (che tra l’altro consiglio sinceramente, il Sony Xperia Z2) che di default ha un’applicazione che ti appiccica addosso maschere, pesci, dinosauri o fumetti. La vita praticamente.
Non so, forse dovrei bere nel momento di dover decidere di andare ai party. Anche perché dice che andando a feste e facendosi foto con gente giusta aumenti followers su Instagram. Ah no, ma io Instagram lo volevo pure chiudere (è praticamente tutto un fake).
E ora scusate, ma devo andare a provare lo skate al campino qui sotto, in verità avrei un party, ma è una di quelle sere che “no, non ce la posso fare”.

Foto di Daniele Fragale (non quelle bimbeminkia)

Con Virginia ed Anjeza