“Un fantastico via-vai”

“Un fantastico via-vai”

SAMSUNG CSC

Giorni fa ho visto l’ultimo film di Pieraccioni con Fulvio, soprattutto perché è stato girato ad Arezzo (anche se non ci sono mai sono molto legata alla mia terra). M’ha fatto tornare in mente questa espressione: “via-vai”, che in effetti è così bella e così poco usata, da l’idea di impegni ma positivi, di casini rocamboleschi e quindi divertenti. Devo adoperarmi per infilarla più spesso in qualche discorso (anche a caso).
Non so perché m’è venuto spontaneo fare questo parallelismo ma l’ho fatto: ho visto quel film (tra l’altro molto carino, anche se a tratti assurdo) dopo essere tornata, entusiasta, da Parigi e la prima cosa che m’è venuta in mente è stata “Ecco, Parigi è l’esatto opposto”, ma non nel senso che non sia fantastica, anzi, ma che c’è più calma e meno via-vai.
Mi spiego: a Parigi non importa se sia freddo o caldo, perché la gente sta (seduta) fuori. A mangiare, a leggere, a chiacchierare, e senza battere i denti. Se voi avete mai visto qualcuno a Milano, per esempio, bersi uno Spritz in un tavolino sul marciapiede con 2 gradi ditemelo che li voglio conoscere. I marciapiedi a Milano servono per quei fumatori la cui “iconografia” è la seguente: spalle incollate alle orecchie, rattrappite dal gelo, gambette che simulano passi di danza, facendo toccare ora un tallone con uno ora con l’altro, busto penzolante a destra e a sinistra e pronunzia, a cadenza irregolare, di un “Sssssss” (espressione non onomatopeica di lamento causa freddo).
Insomma, i parchi sono sfruttati, evidentemente, tutto l’anno, così come i baretti e le panchine. Ci sono un sacco di sedie e panche in giro per Parigi . Se le metti qui dicono che servono a bivaccare, là invece per starsene in pace, aggiungo “Santa (pace)” perché siamo a Natale. Perché la verità è che c’è un sacco di gente che se ne vuole stare per i fatti propri fuori a leggere o a semplicemente seduta.  E fa bene. E’ come se cercassero il karma fuori, non dentro casa, perché fuori è “infinito”, mentre dentro l’opposto e quindi sarebbe un’impresa più difficile. Secondo i miei ragionamenti (o quello che sono).
Anche io ho provato a sedermi in una sedia davanti ad una fontana: ci sarei stata per ore, e mi sarei pure addormentata. Perché? Perché lì lo fanno tutti? Perché lì c’è un extraterrestre che viene ad investirsi d’un’armatura termica invisibile? Perché lì c’è qualcosa di magico. E chi lo sa, certe cose è meglio non capirle.

Quando Amalia mi disse che lì sono tutti più tranquilli, che le donne non si tirano a baldraccone come qui anche alle 3 del pomeriggio, io non ci volevo credere. Invece era vero, e le donne erano, sono, tutte più fighe. Con la camicia da uomo, i capelli non ordine, e il rossetto rosso. E’ come se fossero consapevoli della loro classe e bellezza e quindi non hanno bisogno di apparecchiarsi a puttanona.
Non ho visto esagerazioni, ed era esattamente ciò che avrei voluto notare: la normalità, visto che il mondo che frequento per esigenze lavorative è molto addobbato.
Ho visto una signora però molto addobata che pareva quasi Vivienne Westwood: capelli rossi, lentiggini colorate con la matita rossa, come i capelli, occhi chiari e vestita di nero, quegli abiti tipi Margiela, concettuali, di quelli che io non capisco. Mi ha sorriso tutte le volte che l’ho incrociata per i negozi, con quegli occhietti blu è come se volesse dirmi che eravamo accomunate da qualcosa, ma non ho capito cosa. Lei anche se era pagliaccia era rilassata. Pagliaccia – rilassata: pare non sia manco possibile, invece sì.
Ho visto diversi musicisti di strada, e diverse persone fermarsi a parlare con loro. Cosa diavolo è che rende la gente di Parigi più “rilassata” rispetto a noi? Attenzione: in certe situazioni, che sono quelle open-air, perché se entri in un negozio la maggior parte delle volte vorresti impallinare le commesse o chi per loro.
Fuori è libertà di dire, fare e disfare, dentro ci sono tante chiappe strette (pali in culo). Fuori parlano inglese, dentro no. Dio solo sa perché.
Ho un nuovo libro da cominciare. Penso lo inizierò in una panchina, magari a Parigi.

Felpa Waw like pur grannies made them
Occhiali Vogue
Collana Fornarina
Foto scattate con Samsung GalaxyNX

SAMSUNG CSC

SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSCSAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC

SAMSUNG CSCSAMSUNG CSCSAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC

SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSCSAMSUNG CSC SAMSUNG CSC

SAMSUNG CSC

SAMSUNG CSC SAMSUNG CSC SAMSUNG CSCSAMSUNG CSC

Comments are closed.