Giuro che non capisco, e penso che mai li capirò. Quelli che non fanno sport, che se alzano un dito gli s’incricca e sta così per ovvie ragione per l’arco temporale d’una settimana, che meglio un birrino ad una corsetta alla Martesana.
Pur essendo conscia del mio estremismo in fatto sportivo dai, non scherziamo, senza movimento non si campa. No sport no love, a caso, anche se sembra uno spot di preservativi (oddio anche se una morale di fondo c’è, ma lasciamo perdere).
E non intendo movimento alla maniera delle fighe di legno con ciglia finte, stuccate da capo a piedi con ettolitri di fondotinta e palate di creme brillantate spiattellatte addosso, anche sui vestiti, che alla fine sono da struscio in Corso Vittorio Emanuele (rendetevi conto la sfiga), e che fanno finta di fare due pedalate sulla cyclette che finisce cosparsa di brillocchi. Intendo quello vero, che per me è nuoto in primis e poi corsa.
Tipo che se io non andassi più o meno tutti i giorni a fare la mia mezzoretta di piscina spaccherei la faccia a tutti in maniera più o meno casuale. E non venitemi a dire “No, io non ho tempo” perché è una puttanata.
Al Press Day di Arena mi sono gasata perché c’erano dei costumi da paura, degli occhialetti a specchio da spaccare senza la k, e perché le tute d’acetato delle Elementari non me le deve toccare nessuno.
Quando mi hanno chiesto di fare un po’ di foto con dei capi sportivi non mi sono minimamente preoccupata, un po’ perché sono spesso in tenuta ginnica, un po’ perché lo sport è un pezzo importante della mia vita e un po’ perché e anche basta con vestiti, vestitini e vestitozzi. Prendiamoci una pausa dai paletti nel di dietro, insomma.
Mi sono divertita e per nulla vergognata a stare sullo spiazzo di circa dodicimila uffici in costume. Alla fine amen.
Mi sono divertita anche grazie al ragazzo che si è trovato a farmi da fotografo, Mattia, nonostante abbia provato a spaccarmi il cellulare non solo calpestandomelo disgraziatamente, ma anche facendomi udire un sonoro crack. Ed è sempre lui che ha girato l’Arena Harlem Shake a cui ho partecipato.
Detto questo vado in piscina a pigliare un po’ a schiaffi l’acqua, va’.
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