Dipende, anche se in genere l’iter è abbastanza standard: quando scopro un marchio nuovo prima non voglio sentire nulla, poi voglio ascoltare, ma sottolineo poi.
Voglio dire: le impressioni di un capo devono essere mie, e non influenzate da nessun altro, perché in negozio non c’è il designer o chi per lui a spiegarti ispirazioni, rave e fave. E’ un fatto puramente emozionale, che preclude di non avere la pappa scodellata di qualcuno che ti faccia la lezioncina.
Per lo meno a primo impatto, perché credo che l’approccio stoffa, forma, design/uomo debba essere assolutamente personale.
E’ per questo che ogni volta che vado ad un press day dico sempre “Io mi autogestisco, grazie”. Perché non voglio andare in ordine, perché non voglio ascoltare e perché voglio avere un rapporto diretto con i vestiti. Lo so, sono la solita asociale, ma per i primi 15 minuti voglio sia così.
Già l’estivo di Annie P mi era piaciuto, l’avevo visto su web. Ho dato un occhio dal vivo all’invernale e devo dire che ci sono alcuni pezzi altrettanto interessanti. Non li ho fotografati tutti perché fare scatti ai pezzi attaccati a peso morto alle grucce fa tristezza, e perché le foto così non rendono molto, ma ne ho postate alcune per darvi un’idea.
Annie P non è un brand né concettuale, né filosofico, né di ultra ricerca, è un brand pratico, fashion ma non banale. Prende ciò che piace alla gente e ci aggiunge un vezzo: vedi il piumino leopardato, che ha in più un fiocco romantico, o le pochette che sono corredate di pelo, o ancora i cappelli che hanno l’aggiunta di pelliccia sulla visiera.
Se dovessi descrivere Annie P con un’espressione sarebbe +1, perché aggiunge sempre qualcosa a ciò che sarebbe commerciale, rendendolo più femminile.
Penso che i miei capi preferiti li abbiate già capiti: pantaloni a quadrettoni, il completo casacca-shorts e il cappotto in maxi pied-de-poule (c’ho fatto l’inverno con un maxi coat così).
Anche se quel pendant giacca e borsa mi attira e non poco eh…
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