MAGNA PARS EST LA SUMMA TORTONIS

MAGNA PARS EST LA SUMMA TORTONIS

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Non so per quale remota, remotissima ragione ho letto la cartella stampa. Credetemi che non ne ho idea, non ho il vizio di tediarmi con grammi e grammi di cellulosa spesso sprecata con inchiostro sciorinato in aggettivi dal finale -issimo/i, e che la maggior parte delle volte ha quell’odore che mi infastidisce pure.  Allo stesso modo in cui mi infastidiscono le esalazioni di carta da quotidiano. In questo caso però ho fatto bene.Sarà stato il caso, per l’appunto, a cui credo fermamente, a farmici cadere l’occhio, a quelle sei parole, a mio parere magiche, che sono: Connessione Wifi gratuita in tutto l’Hotel. Amen. Che dio benedica Magna Pars Suite Milano. No dico, ma la vogliamo finire di far pagare euri ed euri di connessione, di impostare i pc con quegli stra-maledettissimi minuti che camminano a ritroso appiccicandoti un’ansia che manco in Notte prima degli esami? Non basta pagare l’albergo. No. Come in certi ospedali che se vuoi vedere la TV paghi. Lo shock totale insomma.
Dopo una delle mie premesse polemiche (I’m sorry) vi dico che ieri sono stata a vedere il nuovo complesso Magna Pars Suite Milano.
Dato che è in via Forcella 6, le persone che incontri nel raggio di Porta Genova-Forcella rappresentano dei campioni umani della zona verde: sono hypster con le Doctor Marteens nere e i calzini rossi, da non dimenticare il cappellino Nostromo, modelli e modelline con book alla mano, bionde loro, boni quegli altri, gente di concetto di nero vestita con roba destrutturata e a ciondoloni, P.R. vestite con sandalo senza calza d’inverno, operai che sbucano con i pantaloni sporchi di vernice perché in Tortona c’è sempre qualche cantiere, qualcosa da rifare, impiegati total black, e me, una con lo zainetto da hypster, le Jeffrey da alternativa, e il cappotto da nonna faiga.
Poi arrivi lì e ti rendi conto che anche Magna Pars Suites Milano rappresenta il campione architettonico/design della zona Tortona: si affaccia a delle case della vecchia Milano, ha legno e acciaio insieme, mattoni e libri antichi. Moderno e vecchio insieme.
Il trip s’è fatto peso quando ho saputo che quella era una vecchia fabbrica di profumi della famiglia Martone e che adesso ogni stanza ha un nome dedicato ad una fragranza ed una fragranza stessa all’interno di ciascuna.
S’è fatto peso sì, dato che con i profumi sono fissata e manco poco.
Premetto che io non sono amante del bianco, chi ha visto casa mia può ben comprendere, il povero bianco fa da mero scenario, ma quando vado negli hotel è il colore che mi rilassa di più e che quindi preferisco. Mi ricordo quando andai a Londra in un albergo fighissimo disegnato da Philippe Starck: di bianco c’erano pure le confezioni di saponi, mobili, letto, lenzuola, tutto. Tanta luce, tanto bianco e vai in pace con dio.
Ho incontrato poi lo chef Fulvio Siccardi che m’ha fatto sognare rivelandomi che una delle specialità del ristorante Da Noi, dove si può andare tutti, anche i non ospiti dell’albergo, è l’Uovo in Gabbia. Ciao. Mi sono subito immaginata un uovo ricoperto di maionese a righe e di pasta di acciughe, con sopra un cappellino caratterizzato da metà pomodoro. Ovviamente la ricetta non è così, ma ben più raffinata, anche se la filosofia del ristorante è la sostanza. Amen, s’ha da magna’.
Ho incontrato anche la bartender del Liquidambar che mi ha rivelato divertirsi a cimentarsi in ricette a base di fiori, per il discorso della filosofia del profumo su cui si basano tutte le 28 suites.
Insomma mi sono divertita, mi sono venute idee per la mia futura casa di quando sarò ricca (quando?)  e ho mangiato uno dei tiramisù fatti con il pandoro più buoni del globo.
Per il titolo in latino maccheronico c’ho perso dieci minuti e solo alla fine mi sono accorta che in realtà è una cagata.
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Comments are closed.
  1. Lilli

    31 January 2013 at 19:34

    Ciao Lucia, questo posto è un sogno! Ma soprattutto mi ha colpito il tiramisù fatto con il pandoro XD Che buono!:) un bacio!!

  2. klisabel

    31 January 2013 at 23:39

    Stupendo. Adoro il bianco dell’arredamento in contrasto con lo scuro parquet (o simili) del pavimento. Quei libri usurati poi in un design del genere è un’idea geniale.

  3. ChicToChic

    1 February 2013 at 9:42

    Indirizzo da segnare!!