Se non sono ceste di zamponi, che alcool sia

Se non sono ceste di zamponi, che alcool sia

20151204175709__MG_1117_1Domani è Natale, e la verità è che quest’anno ho fatto davvero pochi regali, ma non me ne pento, anzi. Più invecchio, più saggiamente penso sia cosa stupida fare presenti per forza, donare candele, bagnoschiuma profumati, o scartare mutande di Intimissimi o pigiami con gli orsetti. Una cresce, ma pare che i regali continuino ad essere gli stessi, manco fosse una tradizione.
Per me a Natale l’unica tradizione è quella di mangiare pandori e panettoni, non disdegnando panforti e cavallucci.
Ecco qui alcuni consigli di regali, sinceramente i primi che mi sono venuti in mente, perché ne avrei abbastanza, da un viaggio alle Maldive ad una moto d’epoca, ma mi sono limitata.

Natale alcolico
Ma quelle ceste di vimini con dodici zamponi l’una e trentadue panettoni per potere esclamare “ma perché sempre il panettone e non il pandoro?”, non le fanno più? Se mangiare è godere, perché nessuno vuole più godere? Se ci fosse una petizione per il ritorno delle ceste sarei la prima a firmarla. Quindi, se non palate di cibo, tra formaggi, lenticchie e salami, a Natale elargite alcool, che si consuma-facile, è elemento conviviale, mette allegria ed è come il nero: sta bene con tutto/i.

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Toda joia, toda beleza
Rimanendo in tema di regali utili, c’è quella voragine di roba da bellezzare da non sottovalutare. Personalmente a me renderebbe felicissima trovare sotto l’Albero un olio per capelli e un balsamo super strong. You know, i capelli decolorati… Ma sballerei pure per i rossetti. Spezzo una lancia a favore dei profumi: basta con questa storia che i profumi sono personali. Anzi, proprio per questo si dovrebbero regalare, ma solo a persone che si conoscono veramente bene, sarebbe un regalo “ancora più personale”. Ecco, magari non il Pino Silvestre (se esiste ancora).
La chicca: il mascara Top Coat Chanel Jazzy Blue; da quando ce l’ho addio, vado pure all’Esselunga con le ciglia blu scintillante.

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Pedala che ti passa
Ognuno ha almeno una passione, io ne ho cento. Quest’anno Elisa mi ha regalato un clacson per la bici, mio unico mezzo di locomozione, causa oltre che della mia felicità quotidiana, perché pedalare rende felici, anche della mia foggia mascolina di gambe, che se la metti insieme al nuoto, addio, faccio prima a lavorare per diventare la sosia di Del Piero; per Seedorf sarebbe più difficile, dato che lui è di colore. Il clacson “vecchio ma nuovo” è uno dei miei regali preferiti, perché non è ad cazzum, ma è studiato sulla persona, in questo caso me.

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Let’s go surfin’ now
Mi riallaccio al tema “passioni” sopra citato. Per chi ama il surf (presente) una mutina da figa di legno per andare dappertutto ma forse non nell’Oceano è come un set di barattoli della Nutella per gli abitanti del girone dei golosi: una bomba.

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Cane e gatto chi l’ha detto che non si può
Sì, è vero, un animale è impegnativo, ma quando ne hai uno sei una persona migliore, e su questo non ci piove. Per adesso ho solo Lina, me la sono regalata tre estati fa, e non l’ho nemmeno pagata. Alla fine è lei che ha regalato e sta regalando tanta gioia a me. Quanto mi piacerebbe avere anche un cagnolino dio solo lo sa; e quando ci saranno le condizioni lo avrò.
Nel frattempo hanno donato a Lina un profumo, che lei ama, e anche io. Anche uno shampoo, che forse dovrei usare: a forza di baciarla con su il rossetto è mezza rossa!

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#premiinvia
Quest’anno è stato un anno molto difficile, ma anche molto bello. Ho realizzato uno dei miei sogni, scrivere un libro, i cui successi mi hanno dato la voglia di scriverne un altro, totalmente diverso, ma ho ancora più voglia di scrivere, sebbene partorirne uno sia stato molto ma molto difficile. Ho sofferto insomma. È stato bello vedere quante persone abbiano e stiano credendo in te: ho conosciuto delle persone fantastiche in Baldini & Castoldi, ancora non ci credo che un marchio come iBlues mi abbia supportato così tanto nella realizzazione di un tour in giro per l’Italia, e che Francesca Barra, che ha da poco aperto un suo sito dedicato ai viaggi, mi stia dando consigli così preziosi.
Questo per dire due cose: grazie, e… compratelo ‘sto libro per Natale, non fate i braccini!

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E luce fu
Va bene che sono un po’ troppo shabby chic, va bene che ce le avrà pure il papa nella sua santa stanza da letto, ma a me le lucine garbano un monte, e se le ricevessi per Natale sarei fiera dell’originalità dell’acquirente. Io me le sono comprate da sola ad Arezzo, in uno di quei negozi frequentati da anziani dove vendono solo luci o cose elettriche, mini torce comprese.

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Ridimmi quanto era figo
Scovare un vecchio giocattolo, uno di quelli che se lo pigli in mano, ti si apre una voragine di ricordi a catena che ti si stoppano solo quando qualcuno ti offre un bicchiere di vino.  No, ditemi quanto è bella codesta sensazione. Ecco, se qualcuno mi regalasse, che ne so, un No Panic, un Teddy Ruxpin (che ho), un Ridimmi, anche rotto, avrebbe fatto bingo.

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In questo mondo di bisessuali
Il 2015 è stato l’anno del: “ma sai che sono diventato/a bisessuale?”, e dei relativi discorsi che l’amore non ha genere. Forse per avere in regalo bretelle, papillon, cravatte, camicie da uomo dovrei dire di essere diventata lesbica, o bisessuale. Il fine giustifica i mezzi, dunque: a rega’, so’ bisex, due cravatte e tre camicie senza iniziali, grazie. Consegna ad Arezzo, perché il Natale lo faccio qui. Grazie.

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Le svolte
Ci sono piccoli elettrodomestici che ti svoltano la vita. A me l’hanno seriamente svoltata il gasatore Soda Stream, la macchinetta della Nespresso e il forno Cucina Barilla. Io i miei nomi ve li ho fatti, poi valutate voi.
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Un Natale Stellare
Sebbene non mi abbiano mai fatto impazzare i film di Star Wars, sebbene abbiano speso più in comunicazione che nella realizzazione del film stesso (parlo dell’ultimo), sebbene tutti i marchi ci abbiano fracassato le palle con le loro pubblicità a tema, i gadget “che risvegliano la forza” mi piacciono eccome. Lo so che è un controsenso, ma che io sia bipolare è risaputo.

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I wanna be Dorothy
Amo, amo, e ancora amo le scarpe rosse.  E diamine, diamoci dentro con un po’ di tradizione: a Natale, come a Capodanno un po’ di rouge ci vuole, e non solo nelle mutande.

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La prova della cuoca
Non so cucinare, lo sapete tutti, ma ho cominciato a impegnarmi in proposito. La mia amica Alice ha scritto il suo libro di cucina, con delle ricette niente male; per il 25, il 31, la befana o San Valentino, io ve lo consiglio, c’è dentro tanto ammmmore.

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Che palle
Un po’ di inutile ci vuole, purché abbia un senso. Le palle di Natale con la “neve” dentro, per esempio. Non servono a nulla, spesso sono pure trash, ma sono Natale, fanno sorridere. Le giri, e si muovono, le muovi e comincia una magia che è sì “vintage”, non ha niente di tecnologico, ma è bella per questo: perché è sempre più rara.

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Per chi alla wishlist coi piedi per terra, ne preferisce una fantasy, tranquilli, ho fatto pure quella.

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