Apologia dell’acqua piovana

Apologia dell’acqua piovana

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La pioggia mi piace da impazzire. Mi piace perché placa, anche se è frutto probabilmente di qualche rabbia; forse nel percorso che fa per venire giù incontra un trasformatore, ovvero cambia il risultato dell’ira degli dei in un più o meno violento velo catartico.
È buffo come nella sua irrequietezza, nella sua incuranza, perché quando scende scende, e non è dato sapere quando finirà, ti mette una mano sul cuore e ti dice di stare tranquilla. T’arriva fino a lì, il cuore, con la violenza d’un pugno per poi fermarsi a mezzo millimetro da lui e avvicinarcisi come una mamma carezza un bambino, con una delicatezza impressionante.

Io amo la pioggia perché rinfresca e rinfranca, perché fa parte di una minoranza, e io quasi sempre sono dalla parte delle minoranze.
Tutti che dicono “Voglio il sole, “Voglio l’estate”, e tutti che dicono anche “Io odio la pioggia”. Povera acqua.
Quante volte mi sono trovata in bici durante tempeste, incosciente me, mi sono infradiciata a dovere, sono pure caduta, ma sono sempre stata sotto l’acqua, prima a imprecare perché ne veniva giù troppa, poi a ringraziare perché ne veniva giù troppa.

Io amo la pioggia anche quando sono a casa, guardarla farsi i fatti sui dalla finestra, cercando di entrare da ogni parte, fissarla e pensare al finito e all’infinito, ai massimi e ai minimi sistemi, a cosa mangiare più tardi e se abbia fatto bene o meno a prendere quella decisione importantissima.
L’acqua è sempre acqua, e ha un potere amplificatore, come ho già detto, quella piovana ti aiuta a pensare per poi dimenticare, a rimuginare per poi ragionare, a scrollarti di dosso zavorre che avresti dovuto scrollarti prima, molto prima.
Per questo c’è la pioggia: lei è l’unica che insiste, che non si stanca mai di dirti la sua, picchiandoti in testa per tutta vita, lei ogni tanto persiste a fin di bene.
Perché anche se se ne fotte ti vuole bene, ci tiene a te.

Io amo la pioggia perché mi aiuta a respirare, a chiudere gli occhi per un tempo dilatato, ad alzare il mento per poi sognare sorridendo, o abbassarlo piangendo. Quando il mento sta nel mezzo vuol dire che in quel momento sei impermeabile.
La amo ancora di più quando mi metto a stella o a quattro di bastoni ad aspettarla. E anche quando mi preparo al suo arrivo con gli stivali di gomma. Io adoro gli stivali di gomma: fanno parte di quelle poche cose che accomunano i grandi e i piccini, perché tutti li possono indossare senza vergogna e senza distinzione d’età.

Tutto questo forse era un inno alla pioggia, che ancora però non è scesa.

Total look P.A.R.O.S.H.
Stivali Moroni Gomma

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Comments are closed.
  1. Carmen Antal

    2 July 2015 at 13:33

    bellissimo post e outfit!

    http://www.carmenantal.com
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