Guida alla Milano che mi garba

Guida alla Milano che mi garba

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Milano è bella, mettiamocelo in testa. Sono anni che io, toscana fino al midollo, vado in giro a professare tale verbo, ormai paio quasi una testimone di Genoa, anzi magari adesso fondo i Testimoni di Miano, volutamente senza la “l” (se non l’avete capita tranquilli, l’ho – auto – capita dopo anche io, e poi non l’ho ri-capita più), fermando gente in Duomo e ammonendola che magari Milano è qualcosa d’altro oltre che il Duomo.
(No, voglio essere una Testimone di Miao). 
Il punto è, come ho sempre detto, che Milano “è uno sbatti”, nel senso che la sua bellezza non è spiattellata come quella di Roma, ti devi impegnare un minimo per trovarla, guardando in alto, l’architettura, e a destra e sinistra, le famose e meravigliose corti milanesi.
Ci devi lavorare.

Insomma questa è una città difficile, per questo dicono sia brutta. Per questo chi lo dice sono dei caproni patentati.
“Ah ma te come fai a stare a Milano?”, mi ripetono molti a mo’ di nenia. Io faccio benissimo. 

Quando ho preso tra le mani Milano Secrets, il libro di Sibilla Milani ed Emanuela Roncari, edito da Baldini & Castoldi, ho avuto una sensazione, forse per osmosi, d’estrema felicità, perché prima di tutto per me rappresenta un po’ una campagna a favore della città della Madonnina, e poi perché è pieno zeppo di suggerimenti (locali, negozi, fiorai etc…) interessanti suddivisi per zone.

Ci ho scoperto, per esempio, Rigadritto, in via Brera 6, definito dalle autrici, “più che una cartoleria una terapia per farci tornare il buonumore”. D’altra parte basta dire chi sono gli ideatori: Giancarlo e Beba Naj-Oleari, già il nome mi apre un cassetto stracolmo di coloratissimi ricordi.
Poche pagine dopo, sempre in zona, c’è segnato uno dei miei negozi di scarpe preferito, Le Solferine, se ci entrate sappiate che è pericoloso (non è proprio economico, ma tanto figo).

Altra tappa sulla guida è una delle mie future idee di business (perché tanto a Milano si parla solo di business): un fioraio e ristorante insieme, ecco a voi Il Fioraio Bianchi, che mi piace anche solo per il nome perché mi da l’idea di qualcosa di vecchio, e io sballo per le cose vecchie (come sapete bene).
Rimanendo in tema di anticherie, ci sono anche segnati indirizzi di latterie, la Latteria di San Marco, piccina picciò, e La Vecchia Latteria, il paradiso dei vegetariani, quindi anche un po’ il mio (infatti devo andarci, non c’ho mai messo piede).

Ad una vecchia dentro come me non possono che piacere le Drogherie, e spulciando su Milano Secrets ne ho trovata una che mi ispira, in Corso Magenta 1, la Drogheria Soana, “un superclassicone milanese, strapieno di cose buonissime e con personale ipercompetente che sa raccontarvi vita, morte e miracoli di ogni azienda e singolo prodotto”. Dice c’è dal 1947. Adoro.

A me che interessano poi bici, musica e vintage ecco tre indirizzi giusti consigliati: Rossignoli, Vinile e Mercatino Penelope.
A voi che interessano altre cose compratevi il libro, ce n’è per tutti.
Trovate i dettagli (luogo e ora) della presentazione del libro qui.

E ora godetevi una canzoncina dedicata a tutti i milanesi doc (quelli che sono rimasti):

Comments are closed.
  1. chiara

    14 April 2015 at 12:26

    sei fantastica! io da milanese ho apprezzato, la canzoncina! 🙂 sappi che hai un’alleata in questa straordinaria città.
    ciao

    • Lucia

      15 April 2015 at 7:02

      grazie 🙂

  2. Marta

    16 April 2015 at 16:44

    Ma… testimoni di GENOA è un’altra battuta (che non ho capito)?

  3. Daniela

    27 April 2015 at 14:16

    Ahahahaha! No ma il video finale spacca! Fantastica Lucia!