I Diari di Felix: I “Pest” Nascondigli

I Diari di Felix: I “Pest” Nascondigli

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Erano gli anni dell’adolescenza piena, quelli in cui si era disposte persino a fare la fila alla Upim pur di comprare l’ultimo lucidalabbra (scrauso) alla fragola, in cui la faccia era spesso costellata da brufoli rossi, un po’ per l’ancora tenera età e un po’ per le svariate crepes alla Nutella dell’Angolo Goloso; gli anni in cui ci si strozzava volentieri con quelle collanine del diavolo di plastica che se tolte ce le avevi praticamente lo stesso perché erano talmente tanto strette che il segno rimaneva stampato sulla carne per ore e ore. Erano quelli i tempi in cui io e la Fede avevamo deciso di tenere un diario segreto, che poi chissà quanto segreto fosse, lo nascondevamo ovunque, cambiavamo nascondiglio una volta ogni tanto, perché volevamo essere prudenti, nessuno doveva sapere le nostre confessioni. Ci provavamo.

Quando lo comprammo, il nostro diario appunto, io e la Fede avevamo un gatto a testa, lei Squizzi ed io Faffi (sono gattara da tempi non sospetti), quindi non fu difficile dare il nome al nostro quaderno. Pensando un po’ a Felix, e un po’ all’accoppiata di nomi Federica e Lucia pensammo a Felux.
E così fu.

Dopo tanto tempo mi accade una cosa alquanto bizzarra: scrivere un capitolo dei Diari di Felix sul mio blog che riguarda proprio i nascondigli. Nascondigli, diario… mi pare un déjà vu quindici anni dopo, circa.
Solo che io invece che i brufoli comincio tra poco ad avere le prime rughe, cioè quelle di espressione ce le ho già, ed il mio gatto è sempre una mini tigre, ma di cinque chili in meno e di nome Lina Frida. Ha il doppio nome non perché sia nobile, viene dal gattile, ma perché quando l’ho presa si chiamava Frida, poi io che le volevo mettere un nome da vecchina ho pensato a Lina.

In realtà una delle cose che amo più dei gatti (se proprio devo scegliere) è che quando si nascondono credono davvero di non essere visti. Quando Lina si mette sotto il plaid del divano (glie lo metto a mo’ di capanna apposta) con il suo laccio di scarpe preferito appresso, credendo di essere al sicuro, lascia sempre sbadatamente fuori la coda. Ma la tenerezza di questa cosa?
La amo quando s’infila dentro l’armadio a momenti senza manco respirare credendo di mimetizzarsi con i miei mille abiti, e alcune volte quasi ce la fa, lo ammetto.
E quando provo a prenderla tira indentro il collo che pare un piccione.

Uno dei mille milioni di motivi per cui sono una gattara è che i mici ti sorprendono sempre, te li trovi infilati in posti assurdi perché loro sono sempre al riparo da amici e nemici insieme, un po’ per gioco, un po’ per difesa.
Si mettono fermi immobili in un punto e si piazzano lì speranzosi di farla franca (da chi, poi?) abbassando il busto fino quasi a toccare terra e guardandoti con quegli occhi da “non sono stato io”. Poi, quando si accorgono che tu li vedi (non ci vuole molto) sbarrano gli occhi e miagolano, o per lo meno Lina così fa. Certe volte quando la becco, lei mi punta e mi viene dietro cercando di salirmi sul polpaccio; chissà, magari è una sua punizione nei miei confronti per averle violato la sua tana provvisoria.

Per Lina Frida è un divertimento farti credere che ti abbia fregato, e per te farle credere che ce l’abbia effettivamente fatta.

Ogni volta, prima di uscire di casa, cinquantacinque metri quadrati di casa all’interno di un condominio, controllo sempre dov’è la micia, da brava e psicopatica mamma ho paura si butti dal secondo piano, o si strozzi con il suo laccetto, quindi la chiamo per nome camminando dalla sala alla camera come una pazza (immaginatevi la scena). Ecco, quando non risponde perché o è sotto il letto, o sotto qualche asciugamano che dorme zitta zitta, è il panico totale. E “vince” sempre lei, facendomi credere che le sia successo qualcosa.
Chi è gattara sono sicura che mi capisca.

Uno dei posti dove Lina ama di più nascondersi (è uno tra i suoi “pest”/best nascondigli) nonostante rimanga ogni volta incastrata è lo spazio che c’è tra un cassetto e l’altro nel mio armadio, forse anche lei è stata presa dal male moderno, e si rifiuta di crescere, e quindi d’invecchiare.
Tra le altre location gettonate anche le dispense e le tende.

E cosa funziona nei casi estremi di “non cagamento padrona”? Ovvio: il richiamo del cibo, lo scuotimento delle buste di crocchette, lo sbattere del cucchiaio sulla scatoletta o l’appello visivo delle confezioni con impresso un suo collega gatto, con in abbinamento la parola “pappa”.
Un po’ come per i bambini.

E ora che vi ho raccontato un capitolo dei Diari di Lina/Felix, sappiate che dal 1 marzo sul sito dedicato a Felix all’interno di Purina.it ci sono “altri” diari di Felix: sei episodi che racconteranno sei situazioni della vita del proprio gatto, dal momento del risveglio, a quello del gioco e della merenda. Tutte le gattare in erba e non potranno leggere i diari, personalizzare ogni volta il finale e ricevere tante sorprese.
Altra attività da degna gattara è il suo compleanno: dopo aver scattato una foto al proprio gatto, tutti i fan potranno personalizzare un simpatico biglietto di auguri per Felix. Una giuria sceglierà, entro il 30 aprile, le dieci e-card più divertenti che si aggiudicheranno una delle dieci tendine Felix in palio. Inoltre, con Felix Day – Il fortunello del giorno, fino all’11 aprile acquistando una confezione a scelta tra le gamma di prodotto Felix Le Ghiottonerie – Felix Crispies – Felix Party Mix – Felix Twists,  sarà possibile vincere ogni giorno una ricca fornitura mensile di golosissimi prodotti Felix e ogni settimana un Graffiatoio Felix. Magari potrebbe essere la volta buona che Lina smette di prendere divano e mobile giallo per graffiatoi…

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Comments are closed.
  1. Agoprime

    30 March 2015 at 16:20

    ma che bel micione, anche io amo i gatti!!
    http://www.agoprime.it

    • Lucia

      31 March 2015 at 6:00

      grazie 😉