IL PROF DI KARMA E KALMA A VALENCIA

IL PROF DI KARMA E KALMA A VALENCIA

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Appena c’ho messo piede s’è catapultato sul mio banco il libro beige e marrone “Tra il Mito e la Storia” del Liceo, quello con la copertina trasparente con cui dovevi ricoprire per forza tutti i tuoi libri sennò ti ci venivano i “biccichi” e altrimenti la mamma non ti lasciava in pace con la filastrocca d’essere una cialtrona. Appena c’ho messo piede ho letto: “Lotte intestine, suddivisione in fazioni, guerra civile…”, e giù di lì.Appena ho messo i miei 82 centimetri in Spagna (41+41 = 82), per la terza volta, quel libro lì m’è piombato tra le mani, per la prima volta, le altre in effetti sono state diverse.
Dal momento in cui sono atterrata a Madrid (e rimasta ferma per ore, causa la famosa nebbia di Madrid) ho capito che in Spagna c’è un’enorme differenza tra uomini e donne. Dicotomia che s’è appiccicata ben bene per tutto il resto del soggiorno a Valencia, dove ad aspettarci c’erano tante Ford Kuga colorate, che ovviamente non sono né donne, né uomini, ma macchine che sì parlano (hanno il Sync, poi vi spiegherò cos’è), ma parlano e basta, senza aggiungere troppi aggettivi dopo o aggiungerne troppo pochi.
Premetto che per quanto poco la conosca, la Spagna è il Paradiso, con il suo clima e la sua calma, e fin qui questi sono luoghi comuni abbastanza evidenti, ma mai prima d’ora avevo fatto caso che le donne sono A e gli uomini sono B, e se vogliamo, i vecchietti C.
In due parole: aggressive e pacifici, femmine e maschi. Chiedi a lei se c’è del pane e il suo tono si alza, le dici qualcosa, ti guarda e non risponde, chiedi le stesse cose a lui e fa l’esatto contrario. Lei ti chiede che ore sono come se ti mandasse a quel paese, lui come per domandarti cosa vuoi per la cena da lui stesso cucinata. Vedi lei con vestiti provocanti, sopracciglia rifatte e unghie lunghe, vedi lui modalità perennemente easy.
Oh, magari sono sfigata io e il caso ha voluto capitassero tutte a me, ma in realtà non è una critica, semplicemente un modo di essere.
I vecchini fantastici. Durante lo shopping in uno dei negozi vintage dove ho perso la testa io e il mio gruppo ci siamo sparpagliati a mo’ di muraglia cinese su un marciapiede, così da formare un tappo. Io che ho la (brutta) abitudine di alienarmi dopo poco dalle conversazioni (così lo sapete tutti, ecco l’ho detto) ho notato un vecchietto con un carrellino della spesa gigante per le sue dimensioni che s’è messo buono ad aspettare che noi avessimo terminato la nostra permanenza davanti al negozio e su buona parte del marciapiede. Dotato di pazienza s’è messo per qualche secondo a guardarci tutti e io a guardare lui, fino a quando non ho fatto spostare gli altri e l’abbiamo fatto passare.
Zero ansia, zero stress, zero “c’ho fretta”. Lui con la sua spesa avrebbe dovuto solo tornare a casa, prima o poi. Un’ulteriore attesa non gli sarebbe costata nulla.
Vecchietto caro, perché non ti piazzi con il carrellino a Milano ad aspettare il tuo turno davanti alla fermata Cadorna, magari, con la stessa pazienza? Potrebbe essere un ottimo insegnante di karma o di kaLma lui, anche perché qui parecchi la calma l’hanno lasciata nelle rispettive città d’origine. Sono venuti a Milano pacifici e ci restano stracolmi d’ansia.
Comunque ho capito una cosa: non so se io potrei essere la perfetta compagnia di viaggio, perché a parte durante gli spostamenti dove se c’è da chiacchierare chiacchiero, ho l’irrimediabile tendenza a stare zitta perché è come se tutto il resto parlasse, non solo persone ma anche cose, case, alberi e insegne luminose e non. E’ come se volessi ascoltare tutto senza mai perdermi un pezzo.

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Comments are closed.
  1. Lilli

    6 February 2013 at 16:11

    Spero di visitarla presto! Che belle foto:) Un bacio Lucia!!

  2. Max B

    6 February 2013 at 17:02

    “se tutto il resto parlasse, non solo persone ma anche cose, case, alberi e insegne luminose e non”…visione panteistica delle cose per la quale da piccolo sembravo strano.
    A parte gli scherzi e il prossimo mio commento passibile di essere tacciato come “leccaculismo” (scusa il termine ma non ne trovo un altro che renda esattamente): mi piace come scrivi indipendentemente dal nostro mondo di straccivendoli (straccivendoli è detto con affetto, perchè ci si mette tutto l’impegno e la passione possibili e immaginabili, ma non bisogna perdere mai il contatto con le cose veramente importanti della vita… magari con il nostro lavoro possiamo rendere la vita più divertente e alleviare per un attimo i problemi seri della gente, cosa che mi sembra tu colga in pieno). E adesso basta con i complimenti se no mi viene il latte alle ginocchia.

  3. La Mademoiselle A

    8 February 2013 at 11:14

    complimenti.. foto stupende!

    http://lamademoisellesnob.blogspot.it/

  4. smilingischic

    8 February 2013 at 12:49

    Ecco… Senza mai perdermi un pezzo…neanche uno!

    Nooooo le foto sono belle… bellissime…ma il testo non può essere non letto… non questa volta! Pleaseeeeeee!