Lucia Del Pasqua per Bresciani

C’è stato qualcuno nella mia vita che mi ha accusato d’insensibilità (a me, sì).
Io nella mia vita ho sempre disegnato cuori, me li sono fatti tatuare sul corpo e dipingere in camera.
Non so se ci sia una connessione.
Io nella mia vita ho sempre sognato di disegnare calzini. Li ho disegnati e c’ho messo i cuori, quindi in fondo sarei un’insensibile che calpesta cuori? Forse tutto ha una connessione: sono una finta gelida che in realtà virtualmente sputa romanticismi a forma di cuore su strade e marciapiedi. No, sono una che delira spesso, tipo adesso.

Quando Bresciani mi ha chiesto di inventarmi qualcosa per lui ho esultato (letteralmente) perché se io dovessi essere un oggetto sarei un calzino come lo intendo io, ovvero l’intruso ironico e scanzonato che sta lì a prendere in giro un outfit elegante valorizzandolo, il vestitino colorato per i piedi che li rende più bellini, un qualcosa che è sicuramente di nicchia.
Dai, il calzino è qualcosa di meraviglioso perché è traversale: uno di colore arancione, per esempio, sta bene ad un omino che lavora in banca, come ad un hipster che si arrotola i jeans per mostrarli mente pedala sulla sua bici a scatto fisso, e ad una donna con dei sandali fucsia o rossi (sì, avete capito bene).

Per ovvi motivi ho deciso di mettere cuoricini ovunque, ma non perché io creda realmente nell’amore, ma perché sono innamorata della forma stessa del cuore, perché è come se fosse un cerchio, che è la perfezione, imperfetto. Mi piace l’idea. E’ come se rappresentasse una “perfezione difettata”, ovvero la normalità: molti di noi vogliono essere perfetti, ma è impossibile, molti di noi vorrebbero essere cerchi, ma alla fine siamo tutti cuori, per fortuna.

Ho imbastito per Bresciani tre modelli:

– Cuor di Piedone, che è un modello totalmente ricoperto di piccoli cuoricini, con tre colori diversi per tallone, punta ed elastico. Penso sia ovvio: qui ho pensato a quando la mamma mi vestiva con la gonna a palloncino, la camicia con il bavero contornato di trine, i sandali dorati e i calzini con le stampe cartoon.

– #vedocuori, che è la calza geek, dedicata a quelle che parlano per “#” e a chi le accusa di questo (io sono spesso l’accusata). In più c’è una faccina, chi mi conosce sa che io vedo ovunque e comunque facce (#iseefaces).

– La Calza Socievole, che con le sue icone “social” si ispira al filone digital e quindi blogger, a cui appartengo. E’ un modo per dire che la comunicazione “fatta di segni” sta prendendo sempre più… piede (per l’appunto).

A questo punto non è scontato dire grazie, prima di tutto a Bresciani che mi ha dato carta bianca (carta che io ho riempito di cuori) e che mi ha permesso di trasmettere cosa siano per me questi “due elementi con cui ricoprire i piedi”, come vadano indossati e come possano essere dei buoni conduttori di allegria.

Non so voi, ma quando io guardo in basso e vedo strane fantasie, toni accesi, io sorrido, sono felice. Sono stupita e contenta quando mi scappa un “Ma chi l’avrebbe mai detto” dopo aver intravisto delle stelle che spuntano da un pantalone sartoriale, sono quasi invidiosa quando vedo sgambettare una ragazza con la gonnella, un bel paio di sandali aperti e dei calzini fucsia con la trina in cima.

E comunque a rivedere le mie Cuor di Piedone sono sempre emozionata. Insomma, sono felice

P.s. Lina, la mia nuova ciaccina/cocchina che amo già follemente è un po’ la testimonial della capsule, sul mio Instagram ve l’ho già presentata, lo farò presto anche qui.
P.p.s. Grazie ad Anjeza, che è stata capace di immortalare Lina in versione aerodinamica.

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