La mia prima corsa “di gruppo”

La mia prima corsa “di gruppo”

Ph: Carlo Campi

Non avevo mai fatto “corse di gruppo”. Non solo: sono sempre stata la prima ad insultare chi le faceva, accusando pure “tutte quelle persone ammassate tra loro di bloccare il traffico”. Non capivo cosa ci potesse essere di divertente nel correre insieme ad una marea di sconosciuti, io che corro sempre da sola in compagnia della musica.
L’ho capito ieri, quando ho partecipato con vente-privee alla Lierac Beauty Run, una corsa non competitiva di 5 o 10 km, una cui parte del ricavato va ad una Fondazione (io ho scelto la Fondazione Umberto Veronesi).
Ho affrontato i miei pregiudizi mischiandomi ad altra gente, indossando la stessa maglietta e facendo una cosa nuova per me: non pensare solo a me stessa mentre faccio sport.
Saranno state le bolle di sapone sparate alla velocità della luce che mi hanno fatta sentire l’Incantevole Creamy, l’idea di democrazia sportiva – eravamo tutte rosa, o arancioni, Ricky Martin che berciava dalle casse, le mamme con cani e passeggini a camminare a passo spedito, l’Arena Civica trasformata in una specie di set di un film americano, o una comunità aggregata in quattro e quattr’otto con dei sani valori intersecanti, ma è stato tutto così emozionante che io stessa non ci potevo credere.
Siamo partite tutte compatte, uno zoccolo duro che s’è piano piano trasformato in torta brisè, per poi nella corsa riformare dei mazzetti di “rose”, di persone a fare comunella, a ridere, parlare, o semplicemente stare unite.
Ho anche scoperto che se parlo mentre corro non sto male. Ho sempre creduto o di non avere fiato o di venire colpita da fitte, e invece…


Sono stata un’ignorante a giudicare senza aver mai provato, invece adesso comprendo appieno tutti gli amici che fanno le maratone, che corrono in gruppo, che si aspettano e rispettano. Non credo invece capirò mai chi le fa per competizione, forse perché da piccola di competizioni ne ho fatte troppe, e adesso la mia predisposizione nei confronti dello sport è cambiata molto, divenendo sempre più “slow”, rilassata, poco adrenalinica e tanto meditativa.
Spero un giorno di fare la stessa cosa ma nuotando, anche se il nuoto è per pochi, non lo amano tutti. Io sì, moltissimo.

Grazie a vente-privee e al #vprunteam con Arianna (che mi odierà perché ho pubblicato la foto dove “pare abbiamo il culone) e Bimbi

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  1. Valeria

    21 June 2018 at 11:02

    pare che sia un’esperienza bellissima, io di solito corro da sola,mi metto i miei leggins preferiti ,le cuffie e corro sentendo la mia musica preferita o i miei pensieri,non pensavo mai a partecipare in qualche gara,ma forse un giorno…chi lo sa.