Le maglie-pigiama sono cool

Le maglie-pigiama sono cool

Ci sono quelle maglie che ti danno alle feste, sagre, agli eventi sportivi o a quelli in piazza, e relativamente alle quali pensi: “ecco, un’altra maglia-pigiama che va a rimpinguare il cassetto già stracolmo di T-shirt un po’ anni Novanta con il logo gigante del marchio”.
Quelle sono magliette che non vedi l’ora che si usurino per buttare, te le metti una settimana sì e una no, un po’ a turno con quei due baby doll più sexy che hai a pigliare la polvere, altrimenti il tuo uomo si dimentica di essere fidanzato con una donna, invece che con una collezionista di gadget-non-se-scopa.
Le lasci logorare, ma quelle robe lì durano un casino.
Le Fruit of the Loom costano poco ma sono indistruttibili, maledizione. Poi quando sono un pochino sbiadite, magari sdrucite, è troppo tardi: te ne sei già affezionata.
Alla maglia del ’98, quella di Vota la Voce ad Arezzo, del tour di MTV quando lavoravi lì nel 2000 e qualcosa, a quella della sagra del cinghiale, a quella di Arezzo Wave con “Skunk Anansie” e “Litfiba” scritto sopra, a quella con la stampa “Ciao Italia” che ti sei ritrovata in casa solo dio sa perché.

La verità è che, in fondo in fondo, codeste maglie sono cool.
Sono cool perché sono anni Novanta, sono nostalgiche, sono Calcutta e The Giornalisti, sono Francesco Lettieri, sono quindi moderne.
Sono trash perché sono quel (t)rap da diciottenni di adesso, gusto dell’orrido che si tramuta in bellissimo, dallo zarro che fu della Riviera Romagnola che all’epoca non sapeva manco di esserlo, sono Dark Polo Gang e potrebbero essere anche Fedez.

Forver 21 ha fatto quei costumi che manco le mamme con le meches e i bracciali d’oro che chi se ne frega se col sole si scioglievano sulla pelle bruciandola, perché tanto era giù bruciata, avrebbero osato indossare.
Li ha fatti con la scritta “Monaco”. Bandierine attorno tipo cartolina e stoffa così lucida, che ti devi mettere gli occhiali da sole per guardarla.
No, non c’è scritto sopra “sagra del würstel di Monaco”, ma il mood è quello.
Stavo per comprarlo, poi ho preferito quello con scritto sopra “Havana”. Solo perché c’erano i fenicotteri e per una che influenza come me fanno seriamente la differenza.

E a voi che state blaterando “no, a me quelle maglie lì fanno cagare”, vi dico: ne riparleremo tra poco quando vi vedrò in spiaggia ad indossare fieri la maglia dell’Hotel Leopardi, stelle pervenute tre, effettive due cadenti, quindi una attaccata con la Coccoina, e l’asciugamano dell’Hotel Perù di due anni prima, che il babbo ha insistito a non buttare. Lungimirante lui.

C’è anche da fare una distinzione di sesso: gli uomini vestono con nonchalance T-shirt di maratone o festival della birra, le donne no, o per lo meno fino ad adesso. Quando scopriranno che trattasi di roba trendy pregheranno il fidanzato di prestargli la maglia XL del concerto di Tiziano Ferro.
Mandami anche tu una foto mentre indossi con fierezza una maglia-pigiama e la pubblicherò sulle mie IG Stories (tanti punti per quelle delle manifestazioni di paese, altrettanti per le gare sportive).
#teammagliapigiama

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  1. vanessa

    29 May 2018 at 20:03