Collistar Summer: Forte dei Marmi

Collistar Summer: Forte dei Marmi

Noi aretini post-Liceo nel week end andavamo al mare o “al Forte”, o a Castiglion della Pescaia, oppure dall’altra parte, a Milano Marittima (anche se per me esisteva quasi esclusivamente Rimini).
Al Forte ci andavamo soprattutto nel periodo “fighette”, con i soldi del papà a ballare alla Capannina con quelli più grandi, per poi prendere il giorno dopo gli ombrelloni o le tende più care del creato. Tipo quelle dell’Annetta, dove alcuni aretini amano tuttora andare (io lì non sono mai stata). Per curiosità googolo “Bagno Annetta”, su Tripadvisor non benissimo, su Facebook tanta Russia, modelle e silicone. Ma prima di parlare male, dovrò testare.
Insomma, Forte dei Marmi ai miei occhi è cambiata molto da quando ero più piccina: prima era chic, poi è diventata chic and shock, adesso lo shock, se non si contano i prezzi, s’è un po’ ridimensionato.


Tutte le ragazzine al Forte sono bellissime: capelli lunghi, castani o biondi, che sventolano fiere in bicicletta, gambe chilometriche, pantaloncini in cotone, canottiere semplici, Superga ai piedi, e le guardi come se fossero uscite da “Sapore di Sale”. Ai ragazzini invece bastano una polo e un paio di pantaloni kaki per essere favolosi.
La semplicità che sa tramutarsi in bellezza mi ammalia sempre.
Anche le ragazze del Forte sono belle, mentre quelle che si fanno il week end lì sono belle, ma un po’ troppo “cariche”, tra chili di tacchi, trucco e pochi centimetri di stoffa. I ragazzi invece sono un po’ tutti uguali: camicia per mattina, giorno, sera, e notte, costume con pantaloncino sopra il ginocchio e mocassino. Ho cominciato a credere che la camicia per gli uomini lì sia obbligatoria.
Le donne del Forte, quando non esagerano, sono super chic: involtate di lino, protette da cappelli di paglia e con pochissimi colori addosso.

Russi sì, ma non tantissimi, e quelli che ho visto non sono stati maleducati come quelli che vedevo una volta, anzi l’esatto contrario. Alcuni di loro hanno addirittura imparato a contrattare i prezzi nelle boutique di lusso, all’italiana; poi certo, stando ai racconti dei locals, ci sono sempre quelli che ordinano tutto, mangiano un quarto di cibo e il resto lo lasciano.
Insomma, il motivo per cui ho scelto Forte dei Marmi come terza località per le mie guide #collistarsummer è che è spesso considerato un luogo di villeggiatura sottovalutato, anche perché se dici “Forte” ti vengono in mente (non solo a me, s’intende) “soldi”, fighe di legno, russi, appunto.
Quindi l’ho esplorata scevra da qualsiasi giudizio e pregiudizio, andando a cercare, ovviamente in bicicletta, i posti più Fashion Politan o The Nostalgic Traveller possibile.

Orlando
Per quanto riguarda il carboidrato, tra i posti consigliatissimi del Forte ce ne sono due: Da Valé e Orlando. Avendo io una particolare passione per l’Orlando Furioso, ho scelto subito di cenare la prima sera nel secondo.
Prima anche di mangiare mi sono subito fatta raccontaredal signor Massimo la storia del locale, le cui origini in realtà non risalgono a nessun locale, ma alla spiaggia.
Tutto nacque infatti da Pietro Lucii, padre di Eloisa, la moglie di Orlando, venditore ambulante che all’inizio degli anni Trenta cominciò a percorrere la spiaggia con sottobraccio una specie di canestro a due ante in alluminio e in testa un cappello da esploratore ricoperto in tela bianca, vendendo focaccine al prosciutto crudo e burro e acciughe.
Nel ’59 aprì poi, praticamente a casa sua, in centro a Forte, una pizzeria, viste le richieste sempre più numerose delle focaccine sin dal mattino, quando le persone sentivano un buonissimo odorino di pane prima di andare al mare, che usciva fuori di casa dell’ormai ex venditore ambulante.
Negli anni Settanta Orlando, che lavorava nella pizzeria di Pietro, lascia per aprire nel cuore del quartiere Roma Imperiale Orlando, appunto. Nonostante i prezzi alti (non so come, ma con due focaccine ho speso venti euro), il locale è sempre pieno. Sarà per la scelta di prodotti semplici e genuini, la bontà dei prodotti, sarà perché dietro questo posto c’è una storia pazzesca, ma lo stra consiglio. Io ho preso una focaccia della tradizione, burro e acciughe, e un’altra con piselli e formaggio. Tutto ottimo.

Onda Marina 2
Come si sceglie un bagno? Non lo so, anche perché in genere non prendo il sole, o se sì, massimo mezz’ora poi mi viene l’ansia. Al Bagno Onda Marina 2 mi ci sono ritrovata perché è stato scelto da Giulia e le sue amiche. E meno male, perché anche in questo caso, la sua storia è affascinante e antica, dato che comincia nel 1904. A quei tempi le concessioni dei bagni dipendevano dai sassi, nel senso che chi tirava il sasso più lontano si aggiudicava la concessione. Il bis nonno di Nicoletta, Roberto, tirò il sasso più lontano e se la guadagnò per 4 lire. Originario della Garfagnana, vendette tutto quello che aveva e comprò a ciascuno dei nove figli una parte del bagno, che era evidentemente molto grande. Adesso l’Onda Marina 2 è ben alla sesta generazione, e come da tradizione i maschi di famiglia si chiamano Roberto e Luigi. La signora Nicoletta mi ha raccontato che il bagno funziona per “anzianità”: più anni stai, più sei fedele al bagno, e più hai possibilità di guadagnarti una tenda in prima fila, davanti al mare. Se funzionasse così anche alla fashion week le prime file sarebbero piene di mangiapanini.
Io non ho “provato” la tenda, perché anche al mare, come già detto, non sto ferma un minuto, ma il ristorante sì: non mangiavo un’insalata di mare così buona da secoli. Mi sono sentita a casa, quindi sì, all’Onda Marina 2 tornerò volentierissimo.

Giovanni del Forte
Mentre le altre sono rimaste a rosolare, io ho preso la bici e sono andata e vedere la famosa bottega degli zoccoli, in via Roma.
Dentro c’ho trovato il signor Massimo, un gioielliere che tre anni fa ha rilevato il negozio di Giovanni (nato nel 1980), che altrimenti avrebbe rischiato di chiudere.
Massimo mi ha spiegato perché i fortemarmini portavano gli zoccoli, ovvero perché la sabbia bruciava e il legno permetteva loro di camminare senza scottarsi, e andare in acqua senza far marcire le suole.
“Questa è l’Italia, le botteghe artigianali non devono morire, perché siamo noi!”
Dopo aver terminato la frase, entra una signora con un sacchetto di plastica: “Massimo, ti ho portato del parmigiano grattugiato avanzato”, lui la abbraccia, e in men che non si dica ci troviamo a parlare di orti, maiali e tradizione.
Questa è la mia Toscana.

The Pier Surf School
Per non farmi mancare niente, lo stesso torrido giorno in cui sono andata in avanscoperta a cercare luoghi che meritassero di essere menzionati, ho anche fatto una lezione di surf.
Vicino al pontile del Forte c’è questa scuola (non ho chiesto se tutti gli insegnanti fossero certificati o meno), fatta di ragazzi appassionati, di talento e con tantissima voglia di insegnare.
Con trenta euro si fa un’ora di lezione e in più dopo poche ore hai la tua foto sulla tavola sulla pagina Facebook della scuola. Il solo noleggio della tavola costa invece 10 euro.
Ragazzi seri e in gamba, consiglio.

Solari Collistar
Dato che ho surfato con il costume e non con la muta intera, mi sono messa ovviamente quintali di crema solare per il corpo.
Stavolta ho portato con me due confezioni: lo Spray Solare Protezione Attiva, ovviamente con spf 50+, poiché dato che ho passato tutto il giorno in giorno in bici, invece che sporcarmi le mani, ho tenuto nella tasca esterna il flacone, così da spruzzarmelo addosso abbastanza spesso (è anche rinfrescante, tra l’altro), e la Crema Solare Protezione Attiva 30 spf, formula che sfrutta le eccezionali proprietà di un esclusivo estratto di Opunzia della Sicilia ricco di flavonoidi, mucillagini, polisaccaridi e vitamine dall’elevato potere idratante, antiossidante e lenitivo. Ovviamente per il viso ho sempre dietro il mio amato stick.
Vi raccomando soprattutto lo spray, di una comodità (ed efficacia) unica.

Antica Sartoria
Se vi chiedete da dove vengano gli abiti di lino con i pendagli colorati che vedete alla metà delle ragazze e signore del Forte qui c’è la risposta. Hippy chic, gipsy, positano style, bohémienne, e non voglio andare avanti con questi fastidiosi aggettivi in inglese, questo negozio è un vero e proprio potpourri di (bella) roba. Armatevi di pazienza voi che entrate, perché dovete avere davvero voglia di ravanare, ma vi assicuro che alla fine ne vale la pena. Pizzi, ricami, camicie leggere dall’effetto sgualcito e borse in paglia con pon pon variopinti: davvero, è impossibile non trovare qualcosa che faccia al caso proprio.

Il mercato della domenica mattina
Il mercato di Piazza Marconi è impegnativo, nel senso che per affrontarlo non devi essere in hangover, devi far finta che il caldo sia freddo, e soprattutto devi essere serena e non provare fastidio per il genere umano. Ovviamente non si tratta di un mercato come lo intendiamo normalmente: i banchi hanno tutti il pos, le clienti sono quasi tutte trés-chic e la merce esposta non comprende evidenti cinesate (o per lo meno, io non ne ho viste). Tant’è vero che Giulia si è presa un bellissimo completino La Perla, mentre sia io che lei dei comodissimi pantaloni di lino, sia bianchi che azzurri, a vita alta, per la spiaggia e la città.
Meravigliosi maglioni in cachemire, eleganti e sobrie scarpe artigianali in pelle, abiti leggeri per la spiaggia: anche al mercato della domenica mattina è impossibile tornarsene via a mani vuote.

Il mercato coperto
Ci sono capitata per caso e sinceramente non sono stata manco a controllare prodotti o banchi. Tutta colpa della signora Maria, in mezzo alle casse a sgusciare fagioli, con un sorriso grande così.
“Signora Maria, le faccio una foto?”
“Sì, è più bella mentre sguscio i fagioli, credo”
Dove? Via Piave.

Pizzeria Focacceria da Alessio
Sono capitata anche qui per caso, perché alla ricerca disperata di un posto dove mangiare. Pizze e focacce sì, tutte buone, il servizio un po’ lento, quindi sicuramente da consigliare per un take away, ma non per un pranzo.

Anacleto
In genere si viene da Anacleto dopo La Capannina, ovvero al mattino, a mangiare cornetti o focaccine. Io e Giulia siamo venute a mezzanotte dopo cena, anche perché dopo la giornata trascorsa, io personalmente ho cominciato a sbadigliare alle nove.
Qui ho visto la signora Rita, con le sue parole crociate e acqua e menta da una parte; ovviamente l’ho approcciata subito.
“Fa le parole crociate?”
“Sì, a casa da sola mi annoio”
“Le posso fare una foto, è bellissima”
“Sì, ma mica sono bellissima”
Scatto, le faccio vedere la foto.
“Vede che è bellissima”
“Eh sì, è vero!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Comments are closed.
  1. giulia

    6 July 2017 at 7:52

    Adoro questo tipo di racconti…è vero che Forte ormai è una meta chic ma il tuo modo di descrivermela in modo assolutamente non banale mi ha fatto venir voglia di visitarla, la aggiungo alla lista dei posti da vedere l’anno prossimo…foto bellissime:D

  2. Arianna

    6 July 2017 at 11:37

    Sei stata così brava che sei andata:
    – al bagno dove ho ricordi più belli della mia adolescenza
    – dal mio vicino di casa a mangiare e che mi ero dimenticata
    – al mercato, che mi pare sempre così scontato che nn ti avevo detto.
    E’ bellissimo questo post <3

    • Lucia

      6 July 2017 at 13:57

      davvero? grazie di cuore Arianna!

  3. Valeria

    17 July 2017 at 15:40

    bellissimo post!