Second Hand Effect: un affare bello e buono

Second Hand Effect: un affare bello e buono

Partiamo subito con le cose “difficili”: sapete la differenza tra Sharing Economy e Circular Economy?
Io non sapevo nemmeno cosa fosse la Circular Economy, prima di venire a conoscenza di Second Hand Effect, una ricerca promossa da Schibsted Media Group, la multinazionale norvegese di cui fa parte Subito, che ha calcolato il risparmio potenziale di emissioni di anidride carbonica derivanti dalla compravendita di beni usati su Subito.

Allora, un passo indietro, rispondo alla domanda iniziale, necessaria per la comprensione della “filosofia” che sta dietro alla ricerca.
La Sharing Economy è quella basata sulla condivisione, si tratta dunque di mettere a disposizione i propri beni, non perdendone la proprietà, e traendone un profitto. Vedi Airbnb.
La Circular Economy non è come spesso si crede la stessa cosa della Sharing, ed è quella che mi interessa perché è il cuore della Second Hand Economy: è praticamente un’economia a rifiuti zero, dato che non è caratterizzata dal percorso classico di produzione-distribuzione-consumo-rifiuto. In base a questo sistema gli oggetti vengono riciclati o riutilizzati, evitando così l’inquinamento derivante dalla dismissione di oggetti ancora utilizzabili.
Mi pare ovvio dirvi che io sostengo questo tipo di modello, viste le mie abitudini d’acquisto, che sono spesso orientate a qualcosa di già posseduto da qualcun altro. In parole povere: compro abiti vintage online e offline, mobili vecchi, accessori per la casa a mercati e mercatini, e ho pure acquistato la mia bella Hondina, classe ’77, su Internet, andando anche a prenderla da Milano a Riccione.
Perché acquisto cose “vecchie”? Per nostalgia, perché sono nata anziana, perché così facendo mi stacco dalla crescente omologazione, e non ultimo, è una scelta sostenibile.

Adesso finalmente vengo propriamente alla ricerca Second Hand Effect, dalla quale emerge quanta potenziale anidride carbonica gli italiani hanno risparmiato in un anno sostenendo la Second Hand Economy, e a cosa corrisponde, tramite esempi, quella precisa quantità in termini di traffico nelle città o di produzione di beni nuovi.

Il metodo di calcolo del potenziale effetto positivo sull’ambiente si basa sull’assunto che ogni oggetto usato venduto rimpiazzi la produzione di uno nuovo corrispondente e la sua dismissione. Ad esempio, se io scelgo di comprare su Subito un set di sedie, il set non dovrà essere prodotto ex novo, e quello usato non dovrà essere dismesso.
Insomma, la potenziale CO2 risparmiata in un anno in Italia corrisponde a 6,1 miliardi di tonnellate, pari alla produzione di 847 milioni di T-shirt, 560,5 milioni di sneakers e 182,8 milioni di jeans.

La categoria merceologica di Subito che ha permesso il maggior risparmio di anidride carbonica è quella dei motori, per un equivalente di 4,9 milioni di tonnellate di CO2 risparmiate; seguono le categorie per la casa e la persona, poi quella dedicata all’elettronica ed infine allo sport e agli hobby.
Subito ha calcolato anche in quali regioni e province siano state risparmiate più tonnellate di anidride carbonica, partendo da dove sia stato venduto il maggior numero degli oltre 18 milioni di oggetti usati scambiati nel 2016 in tutta Italia.

In testa c’è la regione Lombardia, seguita da Campania e Lazio; per quanto riguarda le provincie, non ve l’aspetterete, ma quella più virtuosa è stata Napoli (i napoletani hanno comprato tante macchine e motorini, a quanto pare), poi Roma e Milano.

Avevate mai pensato a questo punto di vista comprando e vendendo oggetti usati?
Molti di voi lo fanno per risparmiare, altri per la passione per il vintage, tutti insieme lo facciamo, adesso più consapevolmente, per l’ambiente.
Parliamo infatti di CO2 perché è il gas serra più importante, che deriva dalla combustione di materiali diversi e dal respiro di umani e animali. Dal momento che sfruttiamo sempre più le nostre risorse, i livelli di CO2 stanno aumentando continuamente contribuendo all’effetto e causando il riscaldamento globale (l’Artico e l’Antartico stanno vedendo una fusione senza precedenti).
Per diminuire gli effetti del riscaldamento globale, abbiamo bisogno di ridurre le nostre emissioni di anidride carbonica. Un modo per farlo è appunto acquistare e vendere oggetti usati.

A tal proposito mi hanno consigliato di andare a Settembre al Future Vintage a Padova. Conoscete?

 

 

 

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  1. Mio

    23 May 2017 at 22:10

    I love second hand economy!