Quel genio di Rovazzi (e quella noia di Ferragnez)

Quel genio di Rovazzi (e quella noia di Ferragnez)

Intanto Rovazzi colpisce ancora. Freccetta in mezzo sui Millennials, i genitori dei Millennials, e sulla Generazione Z. Ed è en plein.
Rovazzi era così tanto amato da essere oltremodo odiato: intellettualoidi dell’ultimo minuto che millantavano la conoscenza massima, al solo sciorinare di nomi, ben tutti e tre, delle caravelle di Cristoforo Colombo, indignati per la bassezza dei contenuti di questo giovine, trentenni stufati marci del suo stupido tormentone, dottori e avvocati allibiti per il successo di uno “che non sa fare un bel niente”.
Parentesi per gli intellettualoidi last seconda: “Niña” si legge “Nigna”, ma non si scrive allo stesso modo.
Nel frattempo tutti però, nonostante la non ammissione manco in caso di tortura, andavano a comandare.

Se sei tanto sui social, ti seguono tutti, e ti odia una gran parte, a prescindere. Questo è quello che ho imparato dopo un sacco di anni a studiare il web.
Tuttavia i follower salgono, mica il contrario: “voglio vedere dove arriva”.
Questa l’espressione che uso sempre anche io per l’accoppiata Ferragni-Fedez, di cui parlerò a breve.

Rovazzi, o chi per lui, in questo video ha fatto un’operazione che ha del vero genio, pure dichiarando la strategia: prendere un personaggio prima caro ai nostri genitori, poi a noi trentenni per il suo modo di presentarsi sui social, il mitico Gianni, e mischiarlo al tormentone di “può accompagnare solo” (voi di Unieuro avete vinto), ad una pietra miliare del calcio, Javier Zanetti, famosissimi youtuber, e coloro che continuano a scandalizzare, ma che oggi come oggi sono abbastanza fondamentali per far tornare due conti, le marchette.
Oh, Lavazza e Girella in primo piano, due bei marchettoni non celati, sorry product placement, altro che pubblicità occulta, ed io non ci trovo proprio nulla di male, anche se non c’è scritto da nessuna parte, o almeno non mi pare, “inserimento di prodotti a fini commerciali”.
Poi, scusate ma c’è Anna, la moglie di Morandi, una sorta di principessa da salvare come Super Mario nel Game Boy.

Questo mix di generazioni, ironia, cervello, è il modo più intelligente, in questa era storica di transizione, di non farsi odiare, che altro non è la parafrasi di farsi amare (ma mi rendo conto suoni in maniera differente).
Vedo una netta rinnegazione, specie della mia generazione, più che di quella dei miei genitori, incredibile, di ciò che sta inevitabilmente accadendo: ovvero che il mondo social, con tutto il filone di luoghi comuni dietro, per di più il guadagnare tanto e facile senza titoli di studio, sta diventando sempre più sociale, reale, una macchina da soldi, senza regole ben precise.
Talmente non precise che la stra grande maggior parte delle ragazze wannabe qualcuno, fanno la spesa di fan per cercare di raggiungere più in fretta quel successo, che include anche un’insana dose di egocentrismo.
Sgamate tutte su Social Blade. Poracce.
Sicuramente così la cultura e l’approfondimento sono penalizzati a scapito dell’approssimazione e dell’epoca di generalizzazione estrema in cui viviamo, ma se questa generazione leggera e della distrazione è sfruttata con la testa, criticata con arguzia, cesellata con le giuste parole, e trasformata in materia di “lavoro”, allora è un bingo netto.

Prendiamo il caso di Fedez, target bambini o adolescenti: stessa solfa. S’è messo con J-Ax, amato da quelli della mia età. Insieme sono arrivati a fare un video con Paris Hilton, la bambola milionaria cult, e T-Pain. Col cameo di Chiara Ferragni che balla più scoordinata di un compasso rotto.
Geniale anche questo no?
Lo sarebbe stato, anzi lo è, peccato io sia condizionata da una variabile: l’insofferenza che purtroppo sto provando per la coppia del momento.
C’è del talento, ovvio, a documentare qualsiasi minima cosa che succede durante le giornate dei due ravioli, che poi sono davvero tutte uguali, e recitate perfino con le stesse intonazioni di voci.

Lei:
Amooore
Lunch with my babeeee
Morning with a view
Welcome to paradiseeee
Shooting time
Dinner with my raviolo

Lui:
Raga
Oh raga
Grazie raga
Amore
La Ferragni
Grazie raga, siamo primi in classifica

Anche Trump ha un vocabolario più ampio.

La cosa interessante su cui riflettere è che la Ferragni, come Rovazzi, all’inizio era odiata da tutti, specie dopo la sua apparizione da Fazio è diventata un idolo, guai ad ammettere che prima non fosse proprio così, e adesso è la protagonista principale di un monotono GF in mondo visione, guardato da tutti sotto forma di Instagram Stories, perfino da alcune nonne.
Fedez. Fedez chi? Fedez per i ragazzini, il rapper italiano, simpatico e amico di Rovazzi. Punto.

“Chissà  i duedove vogliono arrivare”
Con questa scusa perdo preziosi minuti della mia vita a spiare due ragazzi che oltre a mangiare, limonare, lei fare intravedere i capezzoli e lui i tatuaggi, andare a eventi cool con migliori amici super famosi, non fanno niente altro.
Oh, io non li ho mai visti con un libro, ad una mostra, appoggiare una causa con la voglia di sostenerla con due parole sensate, ma con solo una foto che poi è il pretesto per mostrare un look e mettere un hashtag totalmente a caso, e che per questo nessuno ne capisce il senso.

Io sono totalmente fuori target. Chiara non è un’influencer, ma una testimonial, trasmette marchi che la pagano, fa vendere credo, ma non trasmette reali passioni per qualcosa. E alla mia età, con il background che ho, di vedere ottantadue selfie non me ne frega davvero nulla.
E sono anche molo infastidita. L’ostentazione mi infastidisce.
La proposta di matrimonio: bellissima, quasi ogni donna vorrebbe sia così. Anche se poi a me basterebbe un anello di cipolla, per dire. E figurati se non la dovevano fare in diretta Instagram. Così come la sorpresa che lei fa a lui all’aeroporto quando arriva: tutto ripreso dal cellulare. Ma guarda caso.
La situazione sta davvero sfuggendo di mano, anzi ce l’hanno sempre più in mano, tra Instagram e Facebook.
Io l’amore non lo sciorino ogni tre secondi su Instagram, così come non dico ogni sette secondi che lo Stato è una merda per le tasse che mi fa pagare (lo dico una volta alla settimana), o che Netflix è dio. Io non faccio qualsiasi cosa debba fare ripetuta all’ennesima potenza portandola al ridicolo, all’esasperazione.
Li seguo, ogni tanto, perché sono costume e società, un monotono TG non sulla Rai, ma non durerà per molto. O per lo meno, fino al prossimo colpo di scena, che potrebbe essere un figlio.

Su Rovazzi c’è uno studio intelligente della fuffa (che ci sta, non bisogna sempre fare gli intellettuali snob, e magari di sinistra), un sapere agire tenendo conto che siamo nel 2017, su Fedez ormai c’è la Ferragni. E sulla coppia Ferragnez c’è una noia mortale basata sulla ripetitività. D’altra parte se c’è gente che seguiva Beautiful, può seguire anche loro (anche se non credo ci siano corna o incesti in vista).

 

 

 

 

 

 

 

 

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