Quello che va bene per me (magari) non va bene per te

Quello che va bene per me (magari) non va bene per te

Domenica ero a cena con amiche, si chiacchiera di moto, di profili Instagram, di elezioni, di relazioni.
Ad un certo punto una mia amica intavola un discorso su un tizio che scatena reazioni totalmente divergenti: “io approvo”, “io non approvo”.
Poi conclude dicendo: “Non siamo tutti uguali, quello che va bene per me, magari non va bene per te”.
Ho pensato a questo discorso applicato al generale.
Ho pensato che passiamo una vita a cercare ciò che è oggettivamente giusto, perché così ci hanno insegnato, certe cose o vanno bene o non vanno bene, quando invece ci dimentichiamo che esistiamo anche noi in relazione al mondo esterno.
Così questa cosa va bene per me, in relazione al mio modo d’essere, così come non andrà mai bene in relazione alla personalità di qualche d’un’altro.
Era così semplice, ma mi ci soffermo a pensare solo all’alba dei quasi trentatré anni.

Faccio un esempio pratico: ieri l’altra sera sono rimasta a terra con la ruota della moto – la sera prima ho bucato quella della bicicletta – il mio sistema nervoso è letteralmente esploso, perché per come sono fatta io, era evidente che quella cosa si sarebbe dovuta risolvere nell’immediato, senza rimandare di ore l’affrontare il problema.
Per come sono fatta io, per come e dove sono cresciuta, per le mie abitudini.
Io. Io. Io.
Non per le persone che erano con me.
Ed io, dando per scontato che loro dovessero essere come me, capire il mio background, sono scoppiata.

La mattina dopo ho cercato di applicare questo ragionamento al generale.
Quando ti dicono: “Io ti conosco, lui non va bene per te”, non credeteci mai troppo, perché solo noi ci conosciamo meglio di chiunque altro.
Quando si è in una situazione di disagio, è sempre meglio esprimerlo che farlo esplodere, perché magari quello è un disagio solo per te, e non per gli altri, che non capendolo, lo ignorano.
Quando ci difendiamo con il cinismo, facciamo benissimo, ma limitiamoci a difendere noi stessi con il nostro cinismo, e non gli altri (si difendono semmai con altri mezzi, in primis il loro cinismo).
Quando chiediamo scusa, ne abbiamo il coraggio, per quelle volte che capiamo le differenze umane sopra citate troppo tardi, aspettiamoci sempre un “grazie”, un “prego”, un “non fa niente”, e se non arriva nulla, vuol dire che ancora dall’altra parte le differenze rimangono differenze, e non punti critici d’unione.

Stavolta ho fatto un post un po’ complicato, spero qualcuno lo abbia capito.

Giacca: P.A.R.O.S.H.
Pantaloni: Levi’s vintage
Stivaletti: Bensimon
Zaino: Mandarina Duck
T-shirt: del babbo

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Comments are closed.
  1. Majer

    5 May 2017 at 15:59

    E oltre che bella sei anche davvero intelligente, questo post è stata un’ispirazione per il look (molto sbarazzino e trovo anche con tocchi retrò) ma soprattutto per le tue parole… concetti che non dimenticherò, grazie cara!

    XoXo

    http://www.orologeriamajer.it/

    • Lucia

      9 May 2017 at 19:49

      grazie di cuore, davvero!

  2. Valeria

    22 May 2017 at 18:52

    Parole sante, ti capisco perfettamente.
    P.S. e’ vero che quello che va bene per te non va bene per gli altri ma questa volta questa giacca https://stileo.it/donna/abbigliamento-donna/giacche-e-cappotti-donna/giacche-donna/giacca-in-similpelle-scamosciata-con-frange_7990316 va bene per il tuo e il mio look 😉