Genova di giorno sciura e di notte supereroina

Genova di giorno sciura e di notte supereroina

“Genova non sa ancora niente, lenta agonizza, fuoco e rumore
Ma come quella vita giovane spenta, Genova muore”

Solo ad Atene avevo sentito un simile senso d’urgenza e precarietà, d’incendio da un momento all’altro, solo che Atene è più terrona, meno snob, Atene ammette, Genova no.
Genova non ti dirà mai che sta per esplodere, e manco te lo farà capire, sta all’intuizione, Atene non te lo dice, ma te lo fa capire in tutti i modi.

È stata la mia seconda volta a Genova, la prima è stata di notte, per tre ore circa, di cui due tra ruote e motori in una meravigliosa officina, la seconda dal tramonto in poi, ed è stato comunque sempre per poco. Tuttavia abbastanza per vederla trasformarsi in una supereroina; perché se di giorno è una sciuretta che beve il caffè con le amiche allo Sporting Club o nel Bar storico in centro, di sera si mette la maschera e comincia a saltare per i tetti alla ricerca del malandrino che vorrebbe far male alla città, per difenderla fino alla fine (non alla morte, perché con le tenebre diventa immortale).

Mi sono trovata a Genova grazie a Slam, un marchio che avevo conosciuto alla Barcolana, e che ha preso parte al progetto di rinnovo e valorizzazione del faro, complesso monumentale simbolo della città dal 1128.
D’altra parte, con un claim del genere: “Siamo nati a Genova e quando abbiamo visto la luce, era la Lanterna”, l’azienda non poteva supportare la progettazione e l’installazione della nuova illuminazione monumentale a LED, che cambierà colore a seconda delle Giornate Unesco e delle Nazioni Unite.

Allora, faccio un’ammissione: quando ho letto “l’accensione della Lanterna”, io non avevo assolutamente capito che la Lanterna fosse il faro.
Con i suoi settantasei metri, quello di Genova è il faro più alto del Mediterraneo ed il secondo in Europa, talmente tanto fatto a regola d’arte che una leggenda narra che il progettista della Lanterna venisse lanciato nel vuoto proprio dalla sua cima, affinché non potesse ricreare in altro luogo una costruzione analoga.

“La Lanterna impassibile guarda da secoli gli scogli e l’onda”

Il faro di Genova non rientra nell’immaginario comune: niente drammatici sciabordii di flutti addosso, niente dialoghi troppo diretti con il mare, quella Lanterna lì è ovviamente una Regina, nessun plateale incontro/scontro ricco di pathos. No. È un faro che ha quasi il rispetto e la solennità di una chiesa, che ha messo al lavoro decine di persone per rimetterlo a posto senza un ordine esplicito, che supervisiona e comanda con arte e strategia.
Il faro è Genova.

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SL 2017-03-14 LANTERNA

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