Bologna, snob nel suo essere contraria a tutto ciò che è snob

Bologna, snob nel suo essere contraria a tutto ciò che è snob

Mi ricordo che dopo il Liceo ad Arezzo la maggior parte di noi studenti voleva andare a Bologna. Londra, Firenze o Bologna. Aveva la fama di città divertente, a misura d’uomo, tutta portici e barrini, e poi c’era il Dams, scuola con un’aura non di prestigio e lusso non come poteva essere la Bocconi, meglio, d’intellettualoidi creativi che un giorno avrebbero fatto il vero cinema, da Roma a Hollywùd.
Molti dei miei compagni sono andati a studiare lì, moltissimi di loro hanno diluito gli anni scolastici, giocando al gioco del “lascia o raddoppia”, e raddoppiando sempre.
A Bologna l’Università è come i diamanti De Beers, può durare per sempre.
Comprensibile, dato che è aperta, libera, creativa, spassosa.
Ci ho fatto le meglio serate.

Ci sono tornata, con un tour realizzato ad hoc da Bologna Welcome, e l’ho vissuta con criterio e un misto tra attenzione e voluta distrazione.
L’ho sempre vista come la versione mini, piacevolmente abbordabile e popolare di Parigi, una città che vive la piazza, che sta più fuori che dentro, che è snob nel suo essere contraria a tutto ciò che è snob.
Che è zeppa di personaggi approdati lì in cerca d’indipendenza, che un tempo si sono rifiutati di crescere come volevano mamma, papà e la società intera, e ivi si sono rifugiati per annaffiare il loro talento o per essere semplicemente lasciati in pace. Perché Bologna è una città comoda, molto comoda.
Qui la gente cresce per metà, condivide appartamenti per sempre per il puro piacere di condividere, beve e fa festa, fa festa e beve, ci si mette un secondo a crearsi una seconda famiglia di amici, amiche e confidenti.
Quello che mi piace di Bologna è proprio la confidenza, te la da in un attimo, nonostante tu sia straniero, diverso, introverso, grasso o magro.
Il suo essere tradizionalmente pelle-rossa, perché ormai codesta essenza metaforicamente cromatica è una tradizione come la Pasqua, battagliera, socievole e altruista, e rosa allo stesso tempo. Quel rosa dei suoi palazzi, romantico e fedele, che conferisce ad Atena lo scettro di Sailor Moon, e a Bacco la bacchetta da Fata Turchina.
La bellezza sta nell’armonia e negli evidenti contrasti, e Bologna ha fatto centro.
In Piazza Maggiore c’è gente per strada che sale su uno sgabellino e s’incazza discutendo di politica, ai Mercati della Terra l’umanità è in pace con il mondo a comprare formaggi e tonni a chilometro zero, a San Michele in Bosco c’è chi amoreggia. Ci sono i salotti dentro, e ci sono i salotti fuori.Hotel Orologio Bologna

Grazie a Bologna Welcome mi sono vista queste splendida città come l’avrei voluta vedere prima, imbastendo un tour davvero su misura per me, tra motori e roba vecchia, che vi scrivo qui sotto forma di guida, che spero vi torni utile (specie a chi ha le mie stesse passioni).
Parto dall’hotel: ho soggiornato all’Art Hotel Orologio, un fantastico tre stelle praticamente in Piazza Maggiore, con un servizio eccellente e tanti sorrisi stampati sulla faccia.
Cose da sapere: questo albergo accetta animali domestici offrendo pure un kit di benvenuto, e mette a disposizione dei clienti delle biciclette. Questa per me è civiltà.

Ducati radio ducati rasoio ducati cucciolo bologna ducati bologna prima moto

museo ducati lucia del pasqua due cucciolo ducati museo bologna scrambler ducati museoducati museo bologna motoMotori. La visita al museo e alla fabbrica Ducati è stata per me davvero emozionante. Al Museo ho acquisito nozioni che prima ignoravo, come ad esempio che la Ducati è nata come produttrice di condensatori radio, poi di rasoi, macchine fotografiche, calcolatrici e dopo la guerra, di motorini ausiliari da mettere sulle bici.
La prima motocicletta è la Ducati 60, motore 4 tempi, 44 chili  e ben 90 km all’ora, e si rivolgeva  chiaramente ad un pubblico femminile. A proposito di donne, all’interno di Ducati la percentuale di donne che lavorano è del 20 per cento, molte delle quali addette al controllo qualità estetico.
La fabbrica sembra un moderno ristorante: tutti con la maglietta rossa, tutto pulitissimo e ordinato, tutto così interessante da volerlo toccare (ma non si può).

ducati scrambler food factory2ducati food factory

Da Borgo Panigale a Bologna, in via Stalingrado, dove a dicembre è stata inaugurata la Scrambler Ducati Food Factory, due piani di locale dal gusto industriale. Si mangia pizza, piadina e piatti che rappresentano l’eccellenza culinaria dell’Emilia Romagna. C’è la wi-fi, quindi si può anche andare a lavorare, ci sono le prese USB (manco le prese, vuol dire essere avanti), c’è persino una sala riunioni da sfruttare, e ci sono le Scrambler (prima o poi ne guiderò una anche io).

bartolini osteria bologna osteria bartolini bologna osteria bartolini bologna 2 osteria bartolini bologna4 osteria bartolini bologna5 osteria bartolini bologna6Continuando con il cibo, in Piazza Malpighi c’è l’Osteria Bartolini. A 6 mesi dall’apertura è già super frequentata da giovani e meno giovani (i miei vicini di pranzo erano due vecchietti mica da ridere), e di per sé questo target così allargato mi fa già sballare.
C’è fritto e non solo fritto, anche se consiglio vivamente le crocchette al baccalà e le patatine fritte due volte (così sono ancora più friabili). C’è pesce; infatti saranno gli aromi che circolano per il ristorante, saranno i suoi colori blu e bianchi, ma sembra davvero di stare al mare.
Con un splendido dehor che mette in pace l’animo (per la serenità del palato ci pensa la cucina), l’Osteria Bartolini ha anche un altro plus: il personale, che è sempre attento, disponibile, e preparato.

vetro bologna

vetro bologna serreVetro è un bistro pazzesco. All’interno dei Giardini Margherita, è un ristorante con cucina vegetariana, si mangia dentro e fuori. Dentro ovvero all’interno di uno spazio che pare uscito da una bacheca di Pinterest, e fuori in mezzo al verde e al relax più totale.
Da non perdere il risotto nero croccante con purea di piselli e carote fritte.
Vetro fa parte di un progetto più ampio che si chiama Kilowatt, che riunisce il bistrot, un co-working, un asilo che ospita 9 bambini, di cui 5 figli di persone che lavorano nel co-working, uno spazio eventi e convegni, la Gabbia del Leone, e inoltre gli spazi fuori ospitano anche rassegne culturali, ce n’è una estiva da giugno a settembre, la Kw Summer.
Direi che è tappa obbligatoria.

La ProsciutteriaCi sono entrata per caso, da fuori sinceramente manco mi ispirava, invece La Prosciutteria mi ha regalato grandi soddisfazioni: ambiente in perfetto stile The Nostalgic Traveller, cibo ottimo, e presentato in maniera egregia. Io ho preso un’insalata alle olive con una burratina di bufala affumicata servita su un attrezzo che sinceramente non so come si chiama, ma con il quale ci si prendono le spezie o la frutta secca al chilo (una specie di cucchiaio gigante). Eccellente.

Le Sfogline Bologna Le Sfogline 2 Sfogline Bologna pastaBologna non è mica Bologna senza Le Sfogline. In via Belvedere, davanti al Mercato delle Erbe, due simpaticissime signore impastano, intrattengono, danno da mangiare. Sfido chiunque a dire che nel negozio di Monica e Daniela non ci passerebbe ore, anche solo a parlare. Ad ogni modo, qui lo stop è obbligatorio se siete amanti dei tortellini, tortelloni, e lasagne, anche vegetariane, ma c’è anche il dolce, io ho assaggiato la torta di riso.
“E domani andiamo a Londra per uno show-cooking”.
Hai capito Le Sfogline!

mercato della terra bolognaPassando ai mercati, il sabato mattina (nei mesi estivi l’appuntamento si sposta al lunedì sera dalle 17.30 alle 23.00) in Piazzetta Pasolini e piazzetta Anna Magnani c’è il Mercato della Terra, che in collaborazione con Fondazione Cineteca di Bologna, ospita circa 40 produttori del nostro territorio che vendono direttamente, a prezzi giusti, prodotti stagionali a kilometro zero. In questo spazio, che era un ex macello, si può comprare tutto, tranne praticamente il dentifricio, dai fiori commestibili al tonno dell’Elba fino al pescato di Cattolica. Se volete sapere ciò che mangiate questo è il posto giusto, e se non siete convinti guardate la pagina Facebook: un mix di prodotti, genuine facce di chi li produce e tanti sorrisi. C’è anche un’area dove poter far giocare i bambini.

mercato santo stefano bologna2 mercato santo stefano bologna3 mercato santo stefano bologna4

mercato santo stefano bolognaDal cibo alle cose vecchie: il mercato di Santo Stefano, che si svolge il secondo sabato e la seconda domenica del mese, mi ha ricordato quello di Piazza Grande ad Arezzo, ma in piccolo. Qui si possono trovare meravigliosi tavoli provenienti dalla Francia, mazze da golf, bigiotteria, quadri, cartoline, ogni genere di antiquariato e modernariato, ma soprattutto vecchietti con cui parlare.

confezioni paradiso bologna confezioni paradiso bologna2 confezioni paradiso bologna3Segnalo adesso due indirizzi preziosi per chi ama l’artigianato. Il primo è Confezioni Paradiso, un negozio-laboratorio che prima si trovava in via dell’Inferno (giuro), e poi s’è spostato in Strada Maggiore. Emanuela Paradiso, fondatrice del marchio, nostalgica tanto quanto me, con le sue manine produce abiti e accessori che strizzano l’occhio ad un’eleganza senza tempo, in un contesto che vive in armonia tra il passato e il presente.

efesti efesti bologna

Il secondo indirizzo è Efesti, via del Collegio di Spagna, che è un interessante caso di artigianato online che passa offline con un temporary shop. È una piccola boutique che riunisce talenti del made in Italy e depositari di un sapere tramandato di mano in mano. Cosa si può trovare in negozio (e anche nel sito)? Moda, arte e design. Meritano una menzione particolari i favolosi anelli di Marco La Motta, realizzati con fotogrammi cinematografici.

Fratelli Broche Fratelli Briche BolognaDulcis in fundo, vi do tre “perle” vintage da non perdere. La prima è Fratelli Broche, in via San Vitale: niente cianfrusaglie, qui la moda è “seria”, la ricerca minuziosa e la condizione dei capi è sempre ottima, infatti si possono anche noleggiare abiti per shooting e set.
Friperie Bologna vintageFriperie ha una selezione di abbigliamento vintage dagli anni Quaranta agli anni Novanta, accessori handmade, collezioni-progetto legate all’artigianato e un servizio di sartoria.

La Leonarda Bologna vintageL’ultima chicca è La Leonarda, un negozietto nel quale ravanare è d’obbligo e dove si può scovare il capo della vita a cinque euro. Sì, ho detto cinque. Io ho comprato una gonna-tubino vinaccia e strettissima che cercavo da anni a soli otto euro. I capi non sono tutti in condizioni perfette, alcuni hanno qualche buchino o strappo, ma a quei prezzi lì il giochino di aggiustare vale assolutamente la candela.

Per chi se lo fosse perso c’è anche il video

 

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