LIsbona ha il “cocoon”

LIsbona ha il “cocoon”

“Mi piace Lisbona perché è una donna che ride, non mi piace Porto perché lì cade tutto a pezzi”
Così mi disse Isabel ad Ericeira, quando le chiesi cosa ne pensasse della capitale del Portogallo.
In realtà Lisbona l’ho vista poco, sotto un caldo rarissimo e con al seguito una valigia di venti chili da parcheggiare chissà dove, quindi mi sono trovata a vagare totalmente a caso in una città che la mia mente mi diceva essere semplicemente una bellissima città qualunque da visitare in poche ore prima del prossimo aereo da prendere.
Non m’era mai capitato prima d’ora di trovarmi in un posto, sapendo bene il nome di quel posto, non aspettandomi nulla da esso, se non semplicemente esserci.

Comunque io non la penso affatto come Isabel, anzi l’esatto contrario, nonostante non credo di aver visitato Lisbona, ma una bella città qualunque.
Porto è bella perché non accetta chirurgie, bensì si ama per così com’è, piena zeppa di rughe, talvolta con artrite e persino “esteticamente handicappata”, ma talmente sicura di sé e superiore che ha un fascino irresistibile (funziona così anche con le donne bruttine, ma con due palle e un cervello che fanno novanta); Lisbona invece è caratteristica perché ride un po’ sguaiata, ha qualche rughetta pure lei, e dirà anche no al lifting o a interventi invasivi, ma si riempie comunque di creme.
Credo che possieda il cocoon, una misteriosa energia che nonostante l’aspetto meravigliosamente non rampante, le dia un favoloso sprint da diciottenne.
Ed effettivamente non m’era mai successo prima d’ora che nel bel mezzo di una piazza inondata di turisti e bar per turisti qualcuno m’offrisse della droga, facendomela pure vedere appallottolata. E che al mio rifiuto fosse riposta direttamente nelle mutande dello spacciatore.
È giovanotta Lisbona, intrappolata in un corpo d’una affascinante sessantenne con la chioma bionda e strizzata in un vestito bianco sporco con uno di quei scolli alla Sophia Loren. Cammina a testa alta e ama le feste private nelle terrazze più fiorite e pseudo nascoste della città. Effettivamente potrebbe tranquillamente andare d’accordo con Roma: stessa età, stesso animo festaiolo, stesso fascino da diva in pensione. Quelle dive che vanno ancora in merceria a comprare i bottoni per i cappotti, perché loro sono quelle che hanno il “vizio” di mettere i bottoni più grandi e più dorati a tutti i loro cappotti, che non comprano fiori, ma se li fanno comprare, che hanno il ristorante di fiducia dove entrano e abbracciano e baciano tutti, che si spostano o in macchina o al massimo in bicicletta, figurarsi se vanno con i mezzi pubblici, sempre a piedi perché devono fare il loro show.

Credo debba andare a trovarla ancora, perché quando l’ho vista io Lisbona era piena, troppo piena di ospiti, soprattutto italiani. E pure priva di condizionatore. Lo sapevo, ma ho insistito nell’andare ugualmente a farle una breve visita. Mea culpa.

cafe nicola

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  1. giulia

    23 August 2016 at 11:04

    Io ho già voglia di partire…:D