Questo MINI maxi amore

Questo MINI maxi amore

Sì, io l’hashtag #ilovemyjob lo odio alla follia. Un po’ perché spesso è il secondo hashtag, se non il primo, di quelle belle fanciulle con i fan comprati direttamente dal Bangladesh con amore (mille milioni di K #acaso), che credono che postare una foto su Instagram, o meglio, un selfie, e basta sia un lavoro. Un po’ perché mi sa d’ostentazione forzata di un fatto reale che non ha alcun motivo d’essere virtualizzato. Ma si sa, io non sono una ragazza così simpatica e democratica, a volte.
Tuttavia, e lo scrivo in italiano, senza alcun hashtag, io realmente non #amoilmiolavoro, ma (staccato) amo (staccato) il (staccato) mio (staccato) lavoro.
Lo amo perché è pieno zeppo di cose belle (a quelle brutte ci faccio sempre meno caso, segno che sto invecchiando), dal punto di vista del patrimonio umano e creativo.

Fa sinceramente parte (sinceramente perché tanto non avrò in omaggio una macchina) di uno dei progetti più ganzi della mia carriera di scribacchina/poser/quella-che-chiacchiera-davanti-ad-una-camera quello realizzato in collaborazione con Mini durante i giorni del Fuorisalone.
Un MINI (piccolo) maxi (grande) amore.
E vi spiego perché, premettendo che non sto leccando i piedi a nessuno (mi conoscete), ma se le cose sono belline, bisogna dirlo:
1) Ho fatto delle dirette Facebook sul canale di Mini. Ovvero non mi è stato chiesto di mettermi davanti ad un obbiettivo, fare la manichina e basta, bensì di parlare a braccio agli utenti Facebook sul progetto del Mini Living (un appartamento di 30 metri quadrati, con pareti che si aprono e si chiudono, per scegliere di condividere i propri spazi o meno, con attorno tante aree dedicate alla musica, al cibo, ai fiori… guardatevi i video sulla pagina Mini per capire, via), e di intervistare dei personaggi del design, tra cui Massimo Mini di Designboom.com (leggetevi un’interessante intervista proprio sul Mini Living) o Riccardo Crenna di Simpleflair.com.
Insomma progetti pensati, e non copiati.
2) Con me c’erano due persone fantastiche: l’Instagramer Nicola Carmignani, e lo Youtuber Claudio Di Biagio, che tra gentilezza, simpatia e professionalità hanno fatto a gara. Con loro ho riso veramente molto.
3) Team Mini e team agenzia ciaone.
4) Ho lavorato senza stress, e lo ripeto, perché è una cosa davvero incredibile: senza stress. Che vuol dire non dover fare le cose per ieri pensate domani.
5) Mini è un marchio innegabilmente cool, ora come prima (ma ve lo ricordate The Italian Job?).
Non so se “cool” era nel brief, ma tanto non c’azzecco quasi mai con i valori e termini esatti passati dal cliente, è più forte di me, quindi nel dubbio vado a sentimento.

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