La paura fa Del Pasqua

La paura fa Del Pasqua

Esiste una cartellina di messaggi su Facebook che è nascosta, io non la vedo mai perché effettivamente non si fa vedere, niente notifiche. Zero.
L’ho aperta stamane, ed effettivamente c’ho trovato di tutto, dagli “ciao” di uomini mai visti e conosciuti, ai complimenti per il libro, fino allo spamming violento di pagine Facebook che mai, per principio, visiterò.
E poi ho trovato il messaggio di F.; l’ho letto uno, due, tre volte, dopodiché ho alzato la testa verso il muro e ho chiuso gli occhi. Mi sono messa a pensare.
F. mi ha scritto questo: che le donne come me le ha sempre temute, un misto di fascino velenoso e paura, quelle che sembra siano a loro agio sempre nella loro estrema sicurezza, che mai nella vita vorrebbe come amiche, che hanno sempre la cosa giusta da dire, che piacciono anche un po’ stronze, la cui stravaganza è tutt’altro che ostentazione sterile e vuotezza, che si lanciano nella vita senza paracadute, e con le quali ti arrabbi perché vorresti farlo anche tu ma non ci riesci, donne che si odiano e che si amano allo stesso tempo.
Come dire, story of my life.
Un pregio e una condanna, una nenia che sento da anni. Qualsiasi cosa nella mia vita è “colpa” del mio fare paura.
“Ma in che senso faccio paura?”, chiedo sempre a chi mi dice la nenia. Ogni volta lo chiedo in maniera virtualmente corale, anche a nome di quelle come me.
E la risposta, più o meno è sempre la stessa: “sei una donna forte, indipendente, vivi da sola, hai un lavoro, non stai mai zitta, e hai mille interessi”.

Ok.
Quindi?
Allora?
Mah.
La paura fa Del Pasqua.

Premesso il fatto che a volte in passato c’ho patito, e che ora, all’alba dei quasi 32 anni, sono in grazia di dio, perché ho capito che essere come sono non è né un difetto, né una cosa che fa male agli altri (ma che innesca loro un meccanismo di paranoie di cui io sono responsabile ma non colpevole), la finiamo con queste stronzate?
Se una non ha un lavoro è una buona a nulla frustata, se una ha un buon lavoro è una con le palle, e quindi fa paura.
Se una non ha interessi è un soprammobile, se una ne ha tanti è ingestibile, e quindi fa paura.
Se una è sempre accondiscendente è una rincoglionita senza un neurone, che però a volte potrebbe anche andare bene, se una critica, ha un suo pensiero personale è scomoda, e quindi potrebbe fare paura.
Se una è troppo alla mano manca di fascino, se invece ogni tanto è snob, nel senso che preferisce una camera d’hotel a tre stelle invece che una tenda scrausa è una troppo rigida che “non potrebbe mai andare d’accordo con i miei amici”. Paura.
Se una dice all’amica che è una stronza è una stronza lei medesima, paurissima, se una le dice, viceversa, che va tutto bene, è una falsa, perché non è mica possibile che vada tutto bene.
Se ti vesti a modino sei ok, se ti cambi taglio e colore di capelli cento volte al secondo e indossi pigiami per uscire sei “un po’ troppo stravagante”, e quindi terrore.
Mi ricorderò sempre la faccia di quel ragazzo a cui dissi che sarebbe stato carino accordare un dress code: prima sbiancò, poi balbettò qualcosa e alla fine mi disse che preferiva di no, perché secondo lui io avevo molti bei vestiti, e lui proprio no, quindi si sarebbe sentito in imbarazzo. Come se a me (che mi vesto per lo più tra negozi di vintage e mercati, escluso gli abiti che mi regalano), avesse fregato dei bei vestiti. Uomo o donna che sia. A me frega solo che tu non sia freakketone, per il resto va bene tutto.

Giacca: Marco Bologna
Gonna: Lola Swing

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Ma scusate, rewind un momento, non doveva essere: “Che figata che hai un lavoro e sei indipendente! E che ti sei comprata da sola, che ne so, una macchina, e che conosci tante persone, che viaggi molto, e che ti vesti come ti pare sbattendotene del giudizio degli altri”. No?
No. O meglio sì, è una figata atomica, ma che fa scappare uomini e donne, per ridicoli timori di confronto, di termini di paragoni, di seghe mentali umane. Come se nella vita esistessero quelle tre o quattro cose, e se si è sicuri e forti in quelle allora siamo praticamente dei mostri.
Perché se uno è forte in fisica, che ne so, non fa paura, e se uno lo è nel proprio business sì?
Perché se uno si piace così come è un esaltato e spocchioso e non una persona senza seghe mentali?

Non lo so, cioè sì che lo so, a me questa cosa del “fai paura” che mi perseguita da anni m’ha stufato tanto quanto quelli che ti dicono una cosa e poi non la fanno, e mai la faranno.
E se le uniche soluzioni al “problema terroristico” fossero il farsi i capelli marroni e indossare jeans e camicie azzurre con le ballerine, allora preferisco essere una “terrorista”.
Ha detto bene F., noi siamo quelle che si amano e si odiano, non c’è nessuna, ma proprio nessuna, via di mezzo.

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Comments are closed.
  1. Marianna

    8 April 2016 at 8:38

    Ciao Lucia,
    sai cosa fa paura il coraggio di essere se stessi.
    Questo è quello che ho capito, alla soglia dei 31anni.
    Nell’ultimo anno per inseguire i nostri sogni, io e il mio ragazzo viviamo distanti. Molto distanti. Siamo stanti lontani 9 mesi prima di vederci per qualche settimana.
    In questo periodo, di precarietà e di forte insicurezza sia affettiva che lavorativa abbiamo percepito un senso di paura nei nostri confronti. Perchè nonostante molte di queste persone avessero la stabilità, noi avevamo il coraggio di rischiare e riuscire ad essere, nell’estrema difficoltà e sofferenza, noi stessi. E’ come se quello che stavamo facendo avesse creato una sorta di specchio riflesso sulle loro vite. Mai come quest’anno, abbiamo ricevuto giudizi pesanti su di noi… e secondo me, questa avversità è un modo per giustificare le loro scelte e magari il loro essersi adattati, e il loro non coraggio di essere se stessi.
    Quindi questo coraggio fa paura, soprattutto nei 30anni quando si fanno bilanci e ci si confronta. Il coraggio di provare a costruirsi una vita con le proprie
    forze.

  2. Ida

    8 April 2016 at 10:32

    Gli uomini a cui una donna forte fa paura, forse, hanno qualche problema di insicurezza. Perché le donne sono sempre più forti e gli uomini lo sono sempre meno (che F. non si offenda, magari non è assolutamente il suo caso e il suo volevo solo essere un modo (riuscito peraltro) per attirare la tua attenzione).
    Poi con quelli forti ci fai a cazzotti, ma lo scambio, una volta prese le misure, è ricchissimo.
    Perché è vero che, come dice Marianna, in questo periodo di crisi, in tanti si ritrovano ad essere senza lavoro (e gli uomini si sentono giustamente tremare la terra sotto i piedi, perché si identificano tantissimo con il loro lavoro) e inventarselo un nuovo lavoro (come tante di noi fanno) non è cosa da tutti.
    Io “l’ho inventato” perché avevo un paracadute, anche un uomo su cui contare. Ma se gli uomini devono anche essere paracaduti per loro stessi, tutto si complica e io li comprendo. Il rischio aumenta.

  3. giulia

    9 April 2016 at 18:13

    Purtroppo avere un cervello pensante e non aver paura di dire cosa si pensa dal punto di vista maschile sembra quasi un difetto, ma meglio così,preferisco non accontentarmi e contiuare ad avere un cervello pensante e idee proprie, invece di accomunarmi con la massa solo per il fatto di dover piacere…sarà ma donna ammiro chi è indipendente, pieno di interesse, di idee… quindi continua ad essere come sei!!!