Cedrat(a) per il babbo, grazie

Cedrat(a) per il babbo, grazie

Come per il San Valentino, quando sento dire da certe donnine “Ah no, io non voglio regali, San Valentino è tutti i giorni”. E quanto fa hipster dire che si odiano le feste comandate dio solo lo sa. Poi però se non ricevono il bacio Perugina con la frasetta di Fedez annessa tengono il muso allo sventurato fidanzato per una settimana intera.

Idem per tutte le altre feste comandate, dal Natale alla Festa del Papà, cioè del Babbo, perché sono toscana.
Quando sento professare con convinzione la nenia no-no-noo-non-voglio-nulla, snocciolandola dalla bocca all’udire della satanica sentenza del “che regalo vuoi?”, mi vengono istinti omicidi.
Anche perché se c’è una festa, cattolica o meno, ma sempre una festa è, per quale motivo io non vorrei desiderare un regalo? Regalo è sinonimo di bello. Anche se il regalo è una caramella, che in questo caso è pure buona.

La qui presente ammette anche di predicare bene e razzolare male, dato che non è che sia colei che sparpaglia regali per Pasqua e Santo Stefano. Ma è perché non mi ricordo, così faccio regali quando ho tempo di farli, anche mesi dopo l’evento “x”, e a volte dimenticandomi pure che esiste Internet con i suoi fantastici e-commerce.
Dunque, tra poco è la Festa del Babbo, e il mio si meriterebbe tutti i regali del mondo. Ormai lo conoscete pure voi, scrive ogni tanto per Fashion Politan, ed è spesso e volentieri nei miei scatti.
E si meriterebbe tutti i regali del mondo perché se penso al mio babbo penso alle cose semplici, che sono le più belle: agli schizzi di pomodoro in cucina e la mamma che gli urla dietro, all’uscita di casa alle 8,30 per andare a comprare pane e giornale, alla fissazione con shampoo, creme, lacche e profumi, alla merenda delle 10 del mattino con bruschetta, olio e pomodoro, al calcio, alla Fiorentina, la squadra e la carne, ai suoi incomprensibili file Excel, con i quali si sarebbe inventato un gioco di strategia militare, al suo greco e latino, alla sua curiosità, alla garanzia di una tranquilla routine che prima o poi serve alla mente e al cuore, ai suoi monologhi a voce alta, al suo per niente celato amore per Lina, alla sua capacità di parlare quando è necessario, e alla sua voglia di fare e di disfare.
Detto questo, io non ho mica mai fatto regali “comandati” al babbo, manco una zeppola di San Giuseppe. Gli ho dato sì profumi o creme, regalato cellulari e conta-passi, ma mai per la sua festa di genitore.
Se adesso dovessi fargli un pensiero non avrei dubbi: o qualcosa da mangiare e bere, o un viaggio, o qualche prodotto di bellezza, perché lui ci tiene (ed in effetti non ha manco una ruga), profumi compresi, perché si fida del mio gusto.

occitane def

L’Occitane a quanto pare è d’accordo con me in tema Festa del Babbo, infatti propone offerte che ci tengo a descrivere: prima di tutto sul sito c’è un gioco carino da fare (io l’ho fatto, mi ci sono voluti tre secondi), o meglio, un form da compilare per vincere un cofanetto Cedrat del valore di 66,50 euro. Bisogna scrivere semplicemente tre aggettivi che si attribuirebbero al profumo dell’uomo della vita, e i tre vincitori saranno scelti a seconda della risposta più creativa.
I miei sono petaloso (rimango in tema attualità, viste le polemiche), brutto-ma-buono, cattivo. Non mi copiate grazie.

Se la volessimo fare sporca, lo anticipo, potremmo invece comprare qualcosa per noi, tipo una crema mani e un trattamento labbra, spendere più di 40 euro inserendo il codice CEDRATBLOG, e ricevere in omaggio una trousse da viaggio per uomo Cedrat, alle note di polpa di limone e legno, casualmente o meno perfetta per la festa del papà.
Vuoi mettere poi in cambio il sorriso del babbo che si annusa il polso, dopo averci spruzzato del profumo al cedro che tu, figlia, gli hai appena regalato? E lui che ascolta la spiegazione della linea? Perché il babbo non è mica uno che piglia in mano una boccetta e s’accontenta. Chiede.
E quindi vuoi mettere me o modalità “Baffo”, o Giorgio Mastrota, o Matteo Renzi, a scelta, a caso, che gli recito quelle cose da pubblicità, sulle caratteristiche dell’uomo in assonanza con i profumi:

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“Babbo sai, l’uomo che ama questa collezione al cedro, composta da eau de toilette, crema mani, shampoo, gel doccia, gel e spash viso, si riconosce nella vitalità infinita di un frutto la cui naturale ricchezza è nascosta dietro una scorza irregolare. Solido, opulento e così difficile da trovare lungo la Costa mediterranea; le sue proprietà energizzanti lo rendono euforico. Il suo essere raro lo rende ancora più affascinante. E adesso puoi spegnermi”.
Vuoi mettere lui che mi guarda e che mi sorride ancora di più. E io più di lui.

A parte gli scherzi, se mio padre fosse un frutto potrebbe tranquillamente essere o un’arancia o un cedro, o comunque un agrume, perché è positivo, da energia, “rotola”, cioè non sta fermo un minuto (avete capito il senso?), quindi dalla Provenza con amore e tanto sole, momento spot, se anche vostro padre è “agrume dentro”, comprate (o vincete) Cedrat, e non ve ne pentirete.
Titoli.
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