Steve Jobs: è cinema, non teatro

Steve Jobs: è cinema, non teatro

C’è una bella differenza tra teatro e cinema, e questa cosa l’ho capita solo quando ho cominciato a fare teatro, ero alle Medie; ognuno ha i suoi tempi, i suoi trucchi, i suoi modi di recitare, sono come il fratello maggiore e il fratello minore.

Ieri sono stata invitata da Coca-Cola (che ringrazio vivamente perché amo il cinema, e anche il teatro) alla prima del film di Steve Jobs; “wow, quest’uomo mi ha appena fatto prendere la decisione di farmi spendere uno sproposito per prendermi un telefono sottile che fa le foto più fighe di qualsiasi altro telefono dotato di milioni di trilioni di mega pixel”, mi sono detta appena ho visto la locandina.
Entro in sala con una Fanta Lemon (sorry, non avevo voglia di Coca-Cola), la pipì che già mi scappava, e con amici con cui poi discutere del film (poi, non prima, né durante, ad eccezione di alcune battute); e dopo la spiega del team di Coca-Cola di un cambio di strategia importante inizia il film.
Ecco, il film comincia in uno dei modi che piace a me: con l’ansia, ovvero con una fantastica e molto Eighties Kate Winslet che discute con uno stronzo Steve Jobs, che discute a sua volta con un collaboratore che tratta come uno schiavo.
Peccato che questa sia la struttura di tutto il film: Kate Winslet nei panni della segretaria che mette pressione ad un genio incompreso che vaneggia due volte su tre, il genio che tratta tutti a pesci in faccia anche se pare che in fondo un po’ di ragione ce l’abbia, e un povero Wozniak (co-fondatore della Apple) che ogni tanto fa la sua epifania come il buon cane bastonato. Inizio e fine.
E il film va dal 1984, anno in cui viene presentato l’Apple Macintosh, al 1998, lancio del primo iMac.
In questo lasso di tempo le scene si svolgono tutte, e dico tutte, dentro teatri o anfiteatri, prima della presentazione di un nuovo prodotto (Macintosh, NEXT, iMac), tra fiumi e fiumi di parole condite di rabbia e ansia. Nel mezzo c’è Lisa, figlia che riconosce solo dopo alcuni anni e con la quale ha un rapporto all’inizio conflittuale, poi invece pare diventare il vero amore della sua vita, e quindi Steve Jobs da stronzo si redime e diventa il babbo che non era mai stato. “Sarà stata la vecchiaia?” – ho pensato –  no, non è mai stato vecchio…”.

Sinceramente mi sarebbe piaciuto se il film fosse stato più didascalico: cosa è successo prima del Macintosh? Prima dell’Apple Lisa? E la Pixar? Non avrei voluto vedere pezzi della sua adolescenza e infanzia solo come flashback, ma come un vero e proprio racconto. E cosa ne è dei suoi altri tre figli e della moglie? E cosa è successo dopo il ’98? Dell’iPod, dell’iPhone, e così via?
Invece no, il film è un “meta-teatro”: gli attori recitano quasi a soggetto o a scene massimo di tre personaggi in teatri come se fossero a teatro e non al cinema, in più parlando di cose che il pubblico medio non capirà mai. Troppe parole tecniche, troppi discorsi geek, nerd, troppe formule che boh, che diavolo vogliono dire? Grazie a dio al terzo “end to end”, qualcuno ne spiega il significato (sistema chiuso, che è quello su quale sono basati tutti i prodotti Apple). Insomma, pare essere un film o per invasati o per nerd.

Poi Michael Fassbender nei panni di Steve: ecco, Michael è bravo, bravissimo, e figo, troppo figo. Voglio dire: se Fassbender si toglie la maglia fa venire l’ormone, se Jobs avesse fatto la stessa cosa, con tutto il rispetto, ma no.
Kate Winslet perfetta, in tutto e per tutto.

Per concludere, no, il film non mi è piaciuto affatto, per il fatto di essersi concentrato troppo su un segmento temporale e con la stessa formula (dialoghi concitati negli stessi luoghi), non aver rispettato i tempi cinematografici, e per essere stato, a tratti, incomprensibile, e noioso. Poi, davvero Jobs era così invasato? Davvero il cliché del genio incompreso che alla fine diventa più umano?
Però c’è da dire che ho guadagnato due mini Coca-Cola, e ve lo dico: qualsiasi confezione di Coca-Cola di qualsiasi anno è sempre la cosa più bella del mondo.

In this image released by Universal Pictures, Michael Fassbender, left, as Steve Jobs and Makenzie Moss as a young Lisa Jobs, appear in a scene from the film, "Steve Jobs." The movie releases in the U.S. on Friday, Oct. 9, 2015. (Francois Duhamel/Universal Pictures via AP)01_09223333_c32bd1_2518799a

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