MFW: facciamo che è di moda il fuori moda?

MFW: facciamo che è di moda il fuori moda?

GUCCI_FW2016

Gucci

Vi prego, svelatemi il mistero: Gucci sta pagando tutti? È un complotto iniziato pre Frida Giannini che sta andando ancora avanti? La mafia russa? La comunità gay? Che è? Perché tutti osannano Alessandro Michele come se fosse Gesù Cristo risorto? Uno che fa le ciabattine di pelo.
Lo dico: “Ale”, e lo chiamo così perché pare sia amico di tutti, uno di noi, ha fatto una donna bellissima, ma continua a fare l’uomo come una donna o come qualcosa di “pacchiano”.
Chi l’ha detto che moda voglia dire per forza “aggiungere”? Fare mix and match forzati. Perché no, un pigiamino from Oriente with love, con un cappello rosa di lana da Spice Girl a Cortina no, non ci sta bene per niente. Poi per carità, alcuni completi anni Settanta mi sono garbati, bellissimi certi maglioni, Ale m’ha pure fatto sfilare una maglia bianca, ma in generale è too much. E come ho detto centoventi volte, quindi questa è la centoventunesima, l’uomo, gay o etero che sia, deve vestirsi da uomo, e se vuole vestirsi da donna, deve essere proprio un figo che assomigli davvero ad una donna.
Però niente, i giornalisti sono tutti pazzi per Gucci, ora più che mai. Che poi pare Frankie Morello. Me la spiegate? E intendo per l’uomo, dato che per la donna ne sono pazza anche io. Ha regalato cappellini con le trecce a tutti?

Non so, poi vedi marchi come Brioni e Corneliani che paiono passare sottogamba, solo perché non sono eccentrici, pazzi, “sessualmente ambigui”. Certe volte vorrei davvero mettere mio papà a recensire le sfilate, o qualsiasi altra persona fuori dal settore moda, che poi sono quelli che comprano, succederebbe il finimondo. È vero, Brioni è l’uomo classico, Corneliani idem, ma nella loro classicità sono perfetti, specie Corneliani, che per la stagione che ha appena sfilato a Milano, l’Autunno-Inverno 2016, si è superato, con tutti questi toni del marrone, con i maglioni dentro i pantaloni, e con i pantaloni a vita alta. Vedere tutti quei colori caldi-ma-non-troppo insieme è stato come sentire cantare una perfetta sinfonia. Questo è l’uomo per me.
E invece no, se si deve prendere ad esempio l’uomo classico, l’uomo figo, si prendono sempre come esempi Armani e Zegna, che per carità, da una parte si fa anche bene: Ermenegildo Zegna ha messo insieme blu e nero, ha allargato i pantaloni senza farli diventare troppo “moda”, e ha proposto le sue solite stampe “da uomo”, cioè sobrie, ma “top”. Wow.
Giorgio Armani invece farà pur sempre le stesse cose da anni, pochi colpi di scena, ma a me piacciono, e io poi la chiamo coerenza. Diciamo che Giorgio è una garanzia al maschile, e che infatti se un uomo cerca un abito, nel dubbio, va da Armani. Come lo è Prada. Prada è come la Apple: qualsiasi cosa faccia, bella o brutta che sia, mi piace, la voglio, è una garanzia. Prada mi garba a priori: per il suo essere snob, per il suo essere selettivo, per la scelta di utilizzare bellezze non convenzionali, per l’immagine coerente e all’avanguardia che non finisce mai di costruire, insomma, non ne sbaglia una. Prada non mi ha mai invitato ad una sfilata, ed io non me ne sono mai lamentata, perché è un brand che sceglie (grazie a dio).

Non sono rimasta molto convinta invece da Calvin Klein: “guarda c’è Ken!”, ho detto fra me e me quando ho visto varcare il biondino con le scarpe a semi-punta. E non va mica tanto bene. “Ma se quello si struscia ad un palo, piglia fuoco?”, ho pensato successivamente “grazie” ai materiali apparentemente piro-friendly. E anche questo non va mica tanto bene. Idem per MSGM: io non capisco cosa stia succedendo, cioè cos’è? Qual è l’identità del marchio? E anche qui parlo dell’uomo, perché sì, è molto più difficile imbastire l’uomo che la donna. Insomma manca qualcosa, un guizzo, un segno, un plus.

Poi c’è chi “rimane sempre lì”, ma per lo meno diverte: DSquared2 è l’uomo tamarro, colorato, ma è comunque spensierato. Avrei evitato i gonnellini, che sono più indietro del vintage, che è “l’indietro” per eccellenza,  ma vabè.
Ed infine c’è quel marchio che non capisco e mai capirò: Marcelo Burlon County of Milan. Il punto è che adesso tutti si vestono così, con i pantaloni larghi al ginocchio, scarponi, e coperte addosso. E Marcelo è stato un genio a seguire questo filone; pensate che in treno ho sentito un ragazzino che parlava al telefono dicendo che avrebbe fatto di tutto per pigliare “quella maglietta di Marcelo con lo sconto”. Pensare che io quando vedo un uomo vestito così alzo gli occhi al cielo e mi dico due cose:
1) “Ancora?!”
2) “Ma un paio di pantaloni e una maglietta (normali)”?
Diciamo che è un marchio che capisco a livello di marketing, che per le sfilate fa una scelta modelli azzeccatissima, ma che non potrà mai piacermi, credo.

Insomma, facciamo il gioco di fare un uomo che non sia né un albero di Natale, né uno troppo alternativo? Facciamo il gioco che forse è moda essere un po’ fuori-moda?

BRIONI-FW

Brioni

CK_FW_2016

Calvin Klein

CORNELIANI_FW

Corneliani

DSQUARED2_FW2016

DSquared2ERMENEGILDO_ZEGNA_FW

Ermenegildo Zegna

FENDI_FW_2016

Fendi

GIORGIOARMANI_FW

Giorgio Armani
marcelo_burlon_FW2016

Marcelo Burlon County of Milan

MSGM_FW

MSGM

PRADA_FW

Prada

Comments are closed.
  1. Eleonora

    23 January 2016 at 1:44

    Marcelo…roba da wannabecalciatori e tronisti. Per il resto, amo tanto la donna quanto rimango basita di fronte all’uomo Gucci. Ma dai, siete seri? Anyway, Corneliani è classe e lusso: mi piace un casino. Lo scoprii anni fa grazie alla Iazzetta che ne curava la pr mi pare. Ti abbraccio e ti ringrazio per questo post.

    • Lucia

      23 January 2016 at 7:20

      <3

  2. Stefano Zulian

    26 January 2016 at 13:52

    Totalmente in accordo con te…Complimenti!!!