Il triangolo no, non l’avevo considerato

Il triangolo no, non l’avevo considerato

Signore e signori, LA sfilata.

Contesto: quella figata di Pitti Uomo.

Insomma, arrivo alla Stazione Leopolda, e per la prima volta in vita mia succedono subito dei fatti inauditi: non faccio la fila, non devo ripetere il mio nome almeno tre volte, sì, brava è proprio Del Pasqua, manco l’ho dovuto dire in realtà, in più “Del Pasqua”, volendo proprio verificare, era in lista.
Comincio già a gasarmi, e mi gaso ancora di più quando entro, perché vengo rifocillata a paninetti e cocktail che “fumano”, prima che la sfilata inizi, dicono che si chiamino Ugo, o Hugo.

“Grazie Signore delle Sfilate che sei intervenuto – mi dico subito – nella scelta di uno spazio grande”. Sì g-r-a-n-d-e, nel quale ci possono entrare tutte le squadre di calcio d’Europa; non si tratta di un minuscola chiesa sconsacrata che fa tanto artista ribelle, nemmeno del garage di zio Pino, che fa tanto hipster, o della camera della regina Alice Nel Paese delle Meraviglie, piena di cristalli, specchi, ori, e basta, perché poi non c’è spazio per altro, se non per trenta invitati seduti, e trenta in piedi uno accartocciato sull’altro. No, niente location non di nicchia, ma nicchia proprio, bensì un garage, manco a poco.

Sfilata adidas originals by White Mountaineering “nero su bianco” alle 19,00; e invece tra un vino, e due chiacchiere al caldo e al riparo dal diluvio universale si fanno le 19,40, quando inizia lo show.
Diamine, anche il timing eat-chit-chat-saluti-e-tante-care-cose è perfetto.
Incontro gente simpatica. Ad una sfilata. Giuro che m’è successo, tipo Alessandra, una mia compagna di scuola, con la quale ho parlato di quanto siamo invecchiate.

Inizia lo show, e no, il triangolo non l’avevo considerato.
Detto tra me e voi non li ho visti benissimo gli abiti, forse perché erano tutti neri, forse perché mi sono concentrata sullo spettacolo, ma l’esibizione è stata una bomba, un esempio di come dovrebbero essere oggi, a mio parere, le sfilate, ovvero “mezzi” per informare e intrattenere allo stesso tempo. E con “intrattenere” non intendo camminare e basta su una passerella, ma fare accadere cose. Certo, c’è il rischio che se l’intrattenimento sia maggiore dell’informazione, quest’ultima venga cannibalizzata, ma la sfilata, diamine, è comunicazione, e per attirare attenzione deve essere plateale.
Bene, adidas originals by White Mountaineering ha fatto danzare, roteare, ondulare dei triangoli luminosi accanto ai modelli, “scannerizzandoli” perfino, da capo a piedi, e a ritmo di musica, che se avevate qualche dubbio, ve lo sciolgo: anche quella era perfetta.

Starete pensando: “Grazie, ma se è così come dici te, cioè che adesso le sfilate dovrebbero essere così, spettacolari, ci vogliono un sacco di soldi!”. La risposta è: sì, ci vogliono soldi per fare cose fighe, e ho appena detto una cosa che tutti sanno, sappiamo, ma è ritenuta comunque superficialmente immorale e impopolare.
È che siamo nel 2016: ci sono tante cose, troppe, c’è il web che ci ha reso più impazienti ed esigenti, c’è la tecnologia. Quindi per attirare la nostra attenzione, che è sempre più poca e suscettibile, servono fatti sorprendenti che abbiano un concetto, che siano stati studiati, quindi voglio dire che il nudo-colpo/corpo-di-scena, o degli uomini con maxi cappelli da donna in testa e gonnellino, per esempio, non valgono più, vale bensì qualcosa di nuovo, né di drammatico, né di incomprensibile o equivoco. Qualcosa per cui qualcuno s’è messo lì a a creare, imbastire per mesi e mesi, giungendo alla soluzione meno volgare, più “popolarmente intellettuale”, e naturalmente più coerente e bella possibile, perché la moda è bellezza, non ce lo dimentichiamo. Mai.

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