Ciccio, non scherzare con il libero arbitrio

Ciccio, non scherzare con il libero arbitrio

Credo fermamente nelle vibrazioni ultraterrene e benefiche che sprigionano tutti i gatti del mondo, il mio ancora di più perché è il re dei cocchini, nell’assuefazione da carboidrato (e chi se ne frega, lasciamoci assuefare), nella capacità di certi scrittori, vedi Fabio Genovesi, di farti venire un fantastico torcibudella da-meravigliosi-ricordi-smossi-come-zolle-del-contadino-Alberto, e nel karma.
In realtà credo anche in molte altre cose nelle quali magari un giorno non crederò più, ma adesso sì, credo nel karma. Credo che se tu faccia un’azione buona sarai premiato non necessariamente temporalmente nell’immediato, ma sarai comunque premiato, basta avere pazienza, concetto difficile nell’era moderna, lo so, e che se tu faccia macumbe, dispetti, cattiverie, atti mossi da stupide invidie e gelosie o da puro possesso, tu vada a bruciare con Lucifero. No dai, non con Lucifero, ma che metaforicamente brucerai nella tua stessa cattiveria. Se si preferisce anche nel forno di Banderas del Mulino Bianco. E poi lì sono cazzi tuoi.

Credo nel giusto e nell’ingiusto, nella pericolosissima e affilatissima arma degna di un serial killer molto serio e molto killer del libero arbitrio, che pare tanto figa e invece ti può fare saltare le cervella, ti può fare impazzire. Ed il libero arbitrio ti fa letteralmente impazzire perché sei solo tu che lo manovri, e che se quindi sbagli a muoverlo nella scacchiera della tua vita, è solo colpa tua. Ed ecco brandelli di cranio leccati dal cane del proprietario del ristorante sotto casa tua.
Il karma è una cosa seria, bisogna trattarlo con rispetto, e non buttarlo mica con le briciole del pane dall’orrenda tovaglia plastificata giù per terra. Che poi hai voglia a spazzare, quelle briciole lì s’attaccano alle mattonelle che è una meraviglia.

Il karma in realtà non dovrebbe essere una cosa seria. Uno manco ci dovrebbe pensare, dovrebbe solo assecondare quella che dovrebbe essere la naturale propensione degli uomini, la felicità; poi però scopri che ci sono certi uomini, la maggior parte, che come naturale propensione hanno il dramma, la sofferenza, il piatto cosmico, e allora sì che il karma diventa una cosa seria.
Viene lì e ti dice: “Ciccio, guarda che sei fai soffrire qualcuno o te stesso – perché poi? Che necessità hai? – poi vengo io e ti metto con le ginocchia sui ceci”
E tu allora sei troppo spaventato per usare il tuo libero arbitrio come dovresti, perché ormai sei affogato, annegato nel terrore senza manco un salvagente, o anche se tu ce l’avessi, saresti morto d’un infarto.
E poi navighi nel mare di malessere, ti fai leccare i brandelli di cervello dal cane del proprietario del ristorante sotto casa, e ti lasci frustare dal karma. Perché tu hai scelto di farti frustare.

Credo nel karma, nella sua metamorfosi da cattivo a buono, basta solo aprire gli occhi, fare qualche passo indietro ed essere capaci di leggere la cosa più facile da leggere: la realtà. Eppure pare così difficile, impossibile. Ma non è per niente impossibile. Tutto è facile, talmente tanto facile che non ci si crede. Il fatto è che è difficile concepire l’estrema facilità, e allora si tramuta in difficoltà. Automatico. Un meccanismo degno dei più seriali deficienti (e lo siamo quasi tutti).
Ci sono dei corsi online per sapere leggere la realtà? Sono talmente megalomane da propormi come docente.
Nell’attesa di una verifica vado in piscina, il mio karma mi dice che fa bene alla mia mente e al mio spirito, anche se dovrei continuare a lavorare.

Total look: Marco Bologna
Occhiali: Silhouette

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